Quali furono gli effetti della seconda guerra di mafia sulla composizione della Commissione di Cosa Nostra? Essenzialmente, la Cupola si trasformò da organismo tendenzialmente democratico ed elettivo a corpo gerarchico e nominale. Totò Riina, il quale lasciò la presidenza della Commissione a Michele Greco (sostituito dallo stesso Riina nel 1986, nel momento in cui venne arrestato), impose il suo potere dispotico su tutta la Cupola, provvedendo in prima persona alla scelta dei nuovi capimandamento sulla base dei loro rapporti con l’universo corleonese. Il rimpasto fu davvero impegnativo, anche e soprattutto per il fatto che molti degli scranni erano vuoti a causa dell’uccisione di chi, fino a poco tempo prima, ne era il detentore. Al termine della seconda guerra di mafia, la fisionomia della Commissione di Cosa Nostra era la seguente:
Giuseppe Greco (capomandamento di Ciaculli)
Raffaele Ganci (capomandamento della Noce)
Giuseppe Calò (capomandamento di Porta Nuova)
Antonino Madonia (capomandamento di Resuttana)
Salvatore Riina (capomandamento di Corleone)
Salvatore Montalto (capomandamento di Villabate)
Giuseppe Giacomo Gambino (capomandamento di San Lorenzo)
Bernardo Brusca (capomandamento di San Giuseppe Jato)
Francesco Intile (capomandamento di Caccamo)
Antonino Geraci (capomandamento di Partinico)
Salvatore Buscemi (capomandamento di Passo di Rigano)
Pietro Lo Iacono e Ignazio Pullarà (reggenti del mandamento di Santa Maria di Gesù)
Matteo Motisi (capomandamento di Pagliarelli)
Gabriele Cammarata (capomandamento di Misilmeri)
Giuseppe Farinella (capomandamento di San Mauro Castelverde)
Da ANTIMAFIA DUEMILA 17.2.2000 di Stefano Baudino