“STRAGI, I MANDANTI OCCULTI SARANNO PRESTO SCOPERTI” La requisitoria del Pg di Caltanissetta Lia Sava al Borsellino “quater ” “Abbiamo nuovi elementi da approfondire su Capaci e via D’Amelio” Le indagini su via D’Amelio? “Si stanno delineando nuove strade che, se doverosamente riscontrate, possono far individuare altri soggetti che hanno potuto contribuire alle stragi, si tratta di produzioni inerenti la strage di Capaci e che sono oggetto di ulteriori approfondimenti”. A 27 anni dalla strage, il procuratore generale di Caltanissetta Lia Sava rivela punti di contatto tra gli indizi raccolti tra le due stragi del ’92 nella caccia ai mandanti occulti, esterni a Cosa Nostra: “Questo materiale – ha detto il pg –costituisce la dimostrazione che senza alcuna remora si sta cercando di battere ogni pista percorribile per far luce su alcune zone d’ombra”. E il pg chiarisce: “Anche qualora si arrivasse a individuare soggetti esterni, e allorquando sarà fatta luce sull’agenda rossa, ciò non farà venir meno le responsabilità degli uomini di Cosa Nostra”. La rivelazione arriva in apertura della requisitoria dell’appello del Borsellino quater, in cui Sava ha fatto il punto sullo stato delle indagini sulla più “anomala” delle stragi siciliane, ancora fitta di buchi neri, legati soprattutto al colossale depistaggio istituzionale sul quale davanti al Tribunale di Caltanissetta è tuttora in corso un nuovo processo a tre uomini del gruppo “Falcone Borsellino” della Polizia di Stato. E se in primo grado la Corte d’assise nissena stabilì che Vincenzo Scarantino fu “indotto”a fingersi pentito, facendo scattare per lui la prescrizione (confermata già dalla Cassazione), oggi il Pg Sava aderisce totalmente all’impostazione di quel verdetto, che pure due anni fa aveva ignorato le richieste della Procura (all’epoca la Sava era il numero due di quell’ufficio) che per Scarantino aveva chiesto la condanna a 8 anni e 6 mesi per calunnia. Il Pg, infatti, ha già anticipato che alla fine della requisitoria chiederà conferma anche per le condanne all’ergastolo dei boss Salvatore Madonia e Vittorio Tutino, e a 10 anni per calunnia dei falsi pentiti Francesco Andriotta e Calogero Pulci. Nella sua requisitoria Sava sembra oggi allinearsi anche alla sentenza di primo grado sulla trattativa Stato-mafia che stabilisce un nesso tra il negoziato sotterraneo e l’accelerazione della strage di via D’Amelio: “Non può escludersi – ha detto il Pg – che la cosiddetta trattativa possa aver contribuito (insieme alle vicende del rapporto mafia-appalti), a indurre Totò Riina alla più rapida eliminazione di Borsellino”. Per concludere, consapevole delle numerose anomalie che tuttora spalancano dubbi su eventuali cointeressenze dei servizi deviati: “La ricerca della verità non si è mai fermata. Tocca ai magistrati la ricostruzione completa della strage di via D’Amelio che presenta, ancora oggi, punti drammaticamente irrisolti”, perché “l’Italia –ha concluso il pg –ha bisogno di comprendere il più violento degli attacchi alla nostra democrazia. Confidiamo che l’opera condotta all’unisono porterà alla verità”. Di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza Da il FQ. del 18/09/2019