È stata confermata dalla Cassazione la condanna di appello del Borsellino quater – per la strage di Via D’Amelio e i depistaggi – e sono dunque definitive le condanne all’ergastolo per i capomafia Salvatore Madonia e Vittorio Tutino e quelle per calunnia per Calogero Pulci (dieci anni) e Francesco Andriotta che ha ottenuto un piccolo sconto di pena (da 10 anni a 9 anni e 6 mesi) per la prescrizione di due calunnie ai danni dell’ex pentito Vincenzo Scarantino, mentre da una terza accusa di calunnia, sempre ai danni di Scarantino, è stato assolto.
Convalidata la sentenza della Corte di Assise di Appello di Caltanissetta del 2019. Con la decisione odierna – giunta dopo oltre 4 ore di camera di consiglio – la quinta sezione penale della Cassazione ha dunque sostanzialmente confermato quella pronunciata dai giudici d’appello, i quali, da parte loro, avevano condiviso le conclusioni contenute nella sentenza di primo grado, nelle cui motivazioni, depositate nell’estate 2018, si sosteneva che, sulle indagini relative alla strage di via D’Amelio – nella quale, il 19 luglio 1992, il giudice Paolo Borsellino morì con gli agenti della sua scorta – ci fu «uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana».
Anche l’avvocato generale della Cassazione, Pietro Gaeta, nella sua requisitoria di questa mattina, aveva sollecitato la conferma degli ergastoli per Madonia e Tutino e della condanna per calunnia di Pulci e Andriotta: vi fu, ha rilevato il rappresentante della procura generale, «una mostruosa costruzione calunniatrice che, secondo me, rappresenta una delle pagine più vergognose e tragiche» LA STAMPA