Giovanni e Francesca e la storia di un biglietto d’amore

(…) La signora (Francesca Morvillo). come ho più volte detto, anche lei correggeva le schede dell’ordinanza sentenza del Maxi Processo, ma in particolare, correggeva gli scritti del dr. Falcone, cioè quando il giudice era invitato a qualche convegno, presentava anche il suo intervento scritto, per cui iniziava la prima bozza, io la digitavo e poi per le correzioni o per le aggiunte ci pensava la signora Morvillo.
E fu proprio in occasione di questa relazione (Ruolo della magistratura nella lotta alla mafia, maggio 1990 Catania) che vedete in foto, che la Signora Morvillo nascose tra le carte, più precisamente in un libro, “Il magistrato, un mestiere difficile” di Giuseppe Pera (che aveva attinenza con la relazione), quel biglietto d’amore che scrisse al suo Giovanni. Perché proprio nel libro? Perché il dottor Falcone collazionando il lavoro finito avrebbe trovato la sorpresa. Libro che mi lasciò, assieme ad altri oggetti, prima di lasciare Palermo. E quando mi lasciò il libro mi disse: “quando ha tempo lo legga”, ma che dovevo leggere, già sapevo quanto era stato difficile il suo mestiere a Palermo. Anni dopo sfogliandolo trovai il biglietto e nel 2009 lo resi pubblico.
 
dalla pagina FB di Giovanni Paparcuri
 

Francesca Morvillo: la bomba, il biglietto, l’amore per Falcone

 

“Ho sentito il bisogno di raccontare la storia di Francesca Morvillo. Da sempre abbiamo raccontato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, come era sacrosanto che fosse. Ma cosa sappiamo della dottoressa Morvillo, oltre al fatto che era la moglie di Falcone?”. Felice Cavallaro, inviato del ‘Corriere della Sera’, come spiega lui stesso, ha voluto saldare un debito con la memoria con il suo nuovo libro: ‘Francesca, storia di un amore in tempo di guerra’ (ed. Solferino). Ed è sempre lui a guidarci nel sentiero semplice e tragico, oltre i ruoli e le circostanze, del legame che univa un uomo e una donna, filtrato, soprattutto, attraverso gli occhi di lei.

“Francesca Morvillo – dice Cavallaro – è stata una protagonista della lotta alla mafia, combattuta accanto ai magistrati del pool, non solo per la vita blindata e i rischi, ma anche perché, con Giovanni Falcone suo marito, rileggevano insieme gli atti giudiziari di notte, per esempio. E, se c’era una retata in programma, il giudice si portava i fascicoli a casa, magari per rivederli con sua moglie. Era preparatissima. Magistrato, figlia, sorella e moglie di magistrati. Una ragazza che si diploma giovanissima, che si laurea in tre anni e vince il concorso. Ma si impegna anche nel doposcuola a Borgo Vecchio e insegna ai figli dei carcerati, ai bambini che hanno il papà detenuto e che stanno per strada. E lì si trova davanti alla sofferenza e al dolore di quelle famiglie”.

Una vita che verrà spezzata nelle sue ipotesi future. Il 23 maggio del 1992, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani muoiono nell’attentato di Capaci. “Una esistenza segnata dall’impossibilità di essere normali – continua Cavallaro -. Progetti una vacanza? Un omicidio e sei nel gorgo del dolore. La scorta che accompagna i movimenti, il non potere uscire fuori a cenare da soli… Un sogno di normalità che si era realizzato soltanto nelle ultime settimane, a Roma. E quando qualcuno tenta la carneficina all’Addaura, con la bomba, lei torna nella casa di via Nortarbartolo e scrive un biglietto: “Giovanni, amore mio, sei la cosa più bella della mia vita”. Un grido di infinito amore, nell’infinita guerra contro la mafia.

Francesca Morvillo e Giovanni Falcone, un uomo e una donna. Di loro, Giuseppe Ayala, che era amico di entrambi, narrava: “Se non fosse successo quello che sappiamo, sarebbero invecchiati insieme, felici. Si amavano moltissimo. Non si scambiavano mai effusioni in pubblico. Infatti, io, talvolta, protestavo: ‘E datevelo un bacio’. Loro sorridevano, un po’ imbarazzati. Ma ricordo le occhiate, gli sguardi che testimoniavano, oltre l’amore, una sintonia e una comunanza assolute”. Ma non ci fu il tempo di invecchiare. Non ci fu nemmeno un attimo in più.


FRANCESCA MORVILLO, CHI È MOGLIE GIOVANNI FALCONE/ “Per proteggerla faceva di tutto”

Magistrato e accademica italiana, Francesca Morvillo è stata tra le cinque vittime della strage di Capaci del 23 maggio 1992

 

Magistrato, moglie di Giovanni Falcone e vittima di mafia: Francesca Morvillosarà ricordata il 23 maggio dall’Università di Palermo. Lei e il marito sono protagonisti del libro di Felice Cavallaro, “Francesca. Storia di un amore in tempo di guerra“. La loro relazione ha una sintesi nel biglietto che la donna scrisse la notte dell’attentato, quando Falcone decise di restare solo nella villa sul mare. La sua frase restò scolpita su un foglio ritrovato dopo la strage di Capaci: «Giovanni, amore mio, sei la cosa più bella della mia vita. Sarai sempre dentro di me così come io spero di rimanere viva nel tuo cuore, Francesca».

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Ma la sua figura è ricostruita anche dall’autore Girolamo Lo Verso, nel libro di memorie “Quando Giovanni diventò Falcone“. La descrive come una donna «accogliente, gentile, tranquilla e piena di modestia». Il marito «faceva di tutto per proteggerla. Anche costringendola a una vita da separati». Quando stavano insieme erano accompagnati sempre dagli agenti della scorta. Un amore difficile, accettato senza riserve da Francesca Morvillo sino al sacrificio estremo. (agg. di Silvana Palazzo)

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CHI E’ FRANCESCA MORVILLO

Moglie di Giovanni Falcone e celebre magistrato, Francesca Morvillo è stata una delle cinque vittime della strage di Capaci del 23 maggio 1992, attentato firmato da Cosa Nostra. L’accademica morì in ospedale in tarda serata a causa delle ferite riportate in seguito all’esplosione e purtroppo il suo è un triste primato: è stata l’unica magistrato donna assassinata in Italia.

Nata a Palermo nel 1945, Francesca Morvillo si laureò all’Università degli Studi della sua città in Giurisprudenza. Decise dunque di intraprendere la strada  “della legge” esattamente come il padre Guido (sostituto procuratore a Palermo) e il fratello Alfredo, entrando a fare parte della magistratura. Nel corso della sua carriera ha ricoperto diversi incarichi, a partire dal periodo da giudice del tribunale di Agrigento, senza dimenticare gli incarichi di sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Palermo, di Consigliere della Corte d’appello di Palermo e di componente della Commissione per il concorso di accesso in magistratura.

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FRANCESCA MORVILLO, MAGISTRATO E MOGLIE DI GIOVANNI FALCONE

Con un passato anche da insegnante alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Palermo, Francesca Morvillo proseguì con successo la carriera da magistrato. Per quanto riguarda la vita privata, si separò dal primo marito nel 1979 e conobbe Giovanni Falcone al tribunale della città siciliana, lui all’epoca era giudice istruttore. L’amore andò avanti a gonfie vele e nel 1983 iniziarono a convivere. Il matrimonio arrivò nel 1986, dopo aver ottenuto i rispettivi divorzi, e tra i testimoni ci fu il giudice Antonino Caponnetto, grande amico di Falcone. L’ultimo impegno professionale di Francesca Morvillo risale al 22 maggio 1992, il giorno prima della strage di Capaci: l’accademica era tra i componenti della commissione d’esame ad un concorso per l’accesso in magistratura. Il resto, purtroppo, è storia: Cosa Nostra fece esplodere un ordigno sull’autostrada A29 Palermo-Trapani e causò cinque vittime. Oltre a Francesca Morvillo e Giovanni Falcone, morirono i tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.