E’ possibile assistere, nei teatri italiani, allo spettacolo E’ Stato la mafia di e con Marco Travaglio, per la regia di Stefania De Santis, in cui il giornalista – con il suo solito sarcasmo – elenca una raffica di informazioni sulla collusione tra i vertici dello Stato e quelli della mafia.
Solo due poltrone rosse vanno a formare una scenografia minimalista che lascia spazio all’ascolto delle parole e alla riflessione. L’arrangiamento musicale di Valentino Corvino accompagna, a tratti, i monologhi di Travaglio, intervallati dagli interventi di Isabella Ferrari che recita versi di artisti, politici e intellettuali che, in passato, hanno lottato contro la mafia e la corruzione del pensiero, dei comportamenti, delle scelte: Gaber, pasolini, Calamandrei, Pertini…per citarne solo alcuni.
Un coro, un controcanto, quello dell’attrice, che fa tirare per un attimo un sospiro di sollievo e suscita l’emozione della nostalgia dal momento in cui – dagli anni ’90 ad oggi, sia a destra, sia a sinistra – l’affresco del nostro Paese è diventato sempre più desolante.
In occasione dello spettacolo, Il Fatto Quotidiano lancia il CONCORSO “UN RICORDO DI GIOVANNI FALCONE e PAOLO BORSELLINO”. I lettori possono mandare un articolo, un racconto, un pensiero di massimo 3000 battute, all’indirizzo email: e.liuzzi@ilfattoquotidiano.it entro il 22 febbraio alle ore 12.
I primi dieci selezionati vinceranno un biglietto per lo spettacolo insieme ad una copia del libro PROMEMORIA e alla pubblicazione sul sito www.fattoquotidiano.it
Per chi ancora non lo conoscesse, segnaliamo un fumetto, o meglio una graphic novel, dal titolo Per questo mi chiamo Giovanni di Claudio Stassi, tratto dall’omonimo romanzo di Luigi Garlando, edito da Rizzoli.
Giovanni è un bambino siciliano che frequenta la scuola, a Palermo, e non ha il coraggio di affrontare Tonio, un compagno prepotente, che tratta male tutti coloro che non lo assecondano.
Il papà di Giovanni, per il decimo compleanno del ragazzino, gli regala una giornata speciale: una gita attraverso la città, attraverso le strade, le piazze, gli edifici mentre gli racconta la storia del guidice Giovanni Falcone.
Gli acquarelli di Stassi – tenui nei colori e delicati nei tratti – contrastano con la drammaticità del male raccontato, ma sottolineano la bellezza e la poesia del rapporto padre-figlio: di un padre che – attraverso la vicenda del giudice Falcone – insegna al figlio i valori della coerenza, dell’onestà e il rispetto per la legalità e per la vita.