C’è ancora tanto da ricostruire sugli ultimi anni della vita privata di Matteo Messina Denaro, ma qualcosa i carabinieri stanno già riscontrando dalle carte trovate nel primo covo.
A quasi due settimane della cattura del boss Matteo Messina Denaro, sono diverse le piste che gli inquirenti hanno tracciato, ma tutte le piste portano a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani. E’ li che il super latitante ha vissuto gli ultimi anni della sua latitanza, tra abitazioni, covi, bunker. E’ in alcune lettere, che suonano quasi come confessioni, dove gli inquirenti cercano preziosi indizini, nuovi favoreggiatori, testimoni sulla rete di chi ha protetto e nascosto il boss in queste lunghi anni di latitanza.
E in alcune lettere, ritrovate, emerge la difficoltà di un uomo perennemente in fuga, testimoniate dalle discussioni familiari e a una delle sue presunte amanti.
A Campobello di Mazara ora è caccia a tutte le amanti di Matteo Messina Denaro. In casa dell’ex super latitante sono stati trovati abiti femminili, una parrucca e diverse pillole di viagra.
E visto che gli inquirenti hanno escluso che si possa trattare di suoi travestimenti, ora stanno scandagliando nel paese alla ricerca di piste. Secondo Il Messaggero, sono due le piste in particolare, legate a due numeri di telefono scritti su un bigliettino. Corrisponderebbero ai cellulari di due donne di Campobello, che i carabinieri hanno già visto. Sarebbero loro le presunte amanti (anche se le protagoniste in questione hanno già smentito, ndr) di Matteo Messina Denaro: entrambe cinquantenni, entrambe nel mondo del lavoro, ma una bionda con i capelli corti e l’altra mora con i capelli lunghi. La seconda, si legge sul Corriere della Sera, ha anche un’auto di lusso da 70mila euro parcheggiata sotto casa. «Ma non è stato un regalo di nessuno, l’ha comprata lei un anno fa sfruttando un’occasione», ha detto un familiare allontanando l’ipotesi che fosse stato Messina Denaro a farle un regalo.«Messina Denaro era molto più grande di età, però dicevano fosse innamorato pazzo di lei – racconta un’impiegata comunale sulla donna con il Suv -. Alla fine degli anni Ottanta andavamo tutti a ballare al Blues, un locale di Campobello che ormai non c’è più, il biglietto d’ingresso costava tanto, 40 mila lire. Lui entrava coi suoi cappotti lunghi, gli stivaletti, sempre elegantissimo. Poi restava in disparte con la sua comitiva, non dava confidenza a noi del popolo».
Le sei donne della latitanza
Sei (almeno) le donne della latitanza, più una figlia su cui si sa pochissimo. C’è ancora tanto da ricostruire sugli ultimi anni della vita privata di Matteo Messina Denaro, ma qualcosa i carabinieri stanno già riscontrando dalle carte trovate nel primo covo.
A Campobello di Mazara sono state ritrovate riflessioni sulla vita e sull’amore, le date degli incontri con la figlia, brani di lettere ricopiati tutti da interpretare.
Una delle donne di cui si sa di più è Maria Mesi, arrestata per favoreggiamento.
Fu lei che nel 1995 fece consegnare a Messina Denaro una lettera: «Ti prego non dirmi di no, desidero tanto farti un regalo. Ho letto sulla rivista dei videogiochi che è uscita la cassetta di Donkey Kong 3 e non vedo l’ora che sia in commercio per comprartela. Quella di Secret Maya 2 ancora non è arrivata. Sei la cosa più bella che ci sia».
Quella volta si videro davvero – Messina Denaro era un grande appassionato di videogiochi – tanto che la polizia sfiorò la cattura in un covo a Bagheria, in via Milwaukee 40. Quando gli agenti entrarono, lui era già fuggito.
E poi ancora: Andrea Haslener (che lui chiamava “Asi”), con cui è stato fidanzato quattro anni dal 1989 al 1993. Lei, biondissima, era receptionist all’hotel Paradise Beach di Castelvetrano. Nel 1995 la storia con Franca Alagna, da cui nacque Lorenza: entrambe costrette a una vita da recluse. Nel 2013 la figlia e la madre chiesero di poter lasciare Castelvetrano e il boss diede il suo via libera. Lorenza ha avuto anche un figlio, il nipotino del boss, nato lo scorso anno.
Le discussioni familiari
«Devi dire a tuo fratello che ha una figlia che a dicembre ha compiuto 11 anni e che è arrivato il momento che qualcosa pure a lei la scriva, perché adesso la ragazzina inizia a fare domande sul padre e lui non può continuare a ignorarla come ha sempre fatto, dimenticandosi anche del compleanno della figlia».
Il fratello tenta di trovare scuse alle mancanze di Matteo: «Si vede che nel posto in cui si trova non può scrivere, non può mandare nulla». Del resto è lui stesso a difendere le sue scelte, in un’altra missiva nella quale rivendica per sé perfino il ruolo di difensore di una «giusta causa».
«Devo andare via e non posso spiegarti ora le ragioni di questa scelta. In questo momento le cose depongono contro di me. Sto combattendo per una causa che oggi non può essere capita. Ma un giorno si saprà chi stava dalla parte della ragione…».
Nella corrispondenza sequestrata in casa di Filippo Guttadauro, cognato e ufficiale di collegamento tra il boss latitante e il suo mondo, ci sono anche le appassionate lettere d’amore inviate a Matteo da una delle donne alle quali è stato legato sentimentalmente, Maria Mesi: «Ti amo e ti amerò per tutta la vita. Dal profondo del mio cuore ti amo, ti mando tantissimi baci. Tua per sempre». E un’altra missiva, inviata questa volta dal boss alla donna, svela invece una passione inedita del boss, quella per i videogiochi: «Desidero tanto farti un regalo. Sai, ho letto che è uscita la cassetta di Donkey Kong 3 e non vedo l’ora che sia in commercio per comprartela. Quella del Secret of Mana 2, ancora non è arrivata…». SOLE 24 ORE 29.1.2023