Sul finale della sua latitanza l’ex super latitante poteva contare soltanto suoi fedelissimi a Campobello di Mazara e per questo ha deciso di ritornare a casa.
Era solo Matteo Messina Denaro. Quella rete di fedelissimi che aveva costruito attorno a sé negli anni da boss di Cosa Nostra non esisteva più ormai da tempo: negli ultimi dieci anni era stata piano piano azzerata delle tante indagini della Procura siciliana. Sul finale della sua latitanza il boss poteva dunque contare solo sul sostegno di alcuni fedelissimi residenti a Campobello di Mazara.
Non aveva altra scelta: Matteo Messina Denaro quando ha scoperto della sua grave malattia è stato costretto a scegliere se lasciarsi morire o rivolgendosi a una delle cliniche del territorio vicino casa con il rischio di esporsi a un possibile arresto.
Come spiega a Fanpage.it la Procura di Palermo, Matteo Messina Denaro non poteva più ricorrere ad altre strutture sanitarie lontane da casa e contare sulla protezione di tutti i medici e tanti prestanomi, come era avvenuto per le precedenti operazioni chirurgiche a cui si era sottoposto.
Negli ultimi dieci anni di arresti le forze dell’ordine avevano prosciugato il bacino di favoreggiatori. In altre parole, se gli arresti di questi dieci anni non ci fossero stati, lui avrebbe potuto curarsi lontano da casa. E allora nessuno lo avrebbe mai più trovato. Così è stato anche per tutti gli altri boss di mafia finiti in manette: sapevano che una volta malati e senza più fedelissimi la latitanza avrebbe avuto i giorni contati.
Non aveva altra scelta: Matteo Messina Denaro quando ha scoperto della sua grave malattia è stato costretto a scegliere se lasciarsi morire o rivolgendosi a una delle cliniche del territorio vicino casa con il rischio di esporsi a un possibile arresto.
Come spiega a Fanpage.it la Procura di Palermo, Matteo Messina Denaro non poteva più ricorrere ad altre strutture sanitarie lontane da casa e contare sulla protezione di tutti i medici e tanti prestanomi, come era avvenuto per le precedenti operazioni chirurgiche a cui si era sottoposto.
Negli ultimi dieci anni di arresti le forze dell’ordine avevano prosciugato il bacino di favoreggiatori. In altre parole, se gli arresti di questi dieci anni non ci fossero stati, lui avrebbe potuto curarsi lontano da casa. E allora nessuno lo avrebbe mai più trovato. Così è stato anche per tutti gli altri boss di mafia finiti in manette: sapevano che una volta malati e senza più fedelissimi la latitanza avrebbe avuto i giorni contati.
La fortezza di Cosa Nostra attorno al boss trapanese si era completamente sgretolata già lo scorso settembre quando l’operazione antimafia Hesperiaaveva portato all’arresto di 35 persone vicine a Matteo Messina Denaro e tutte residenti nel territorio di Campobello e dintorni. A finire in manette erano amici e parenti del boss: nomi noti della criminalità di Marsala, Campobello e Castelvetrano. Allora durante le intercettazioni, gli indagati avevano precisato: “Matteo Messina Denaro è vivo e vegeto”. La sua latitanze però èfinita pochi mesi dopo.
Gli inquirenti stanno ricostruendo il passato di Matteo Messina Denaro. Certo è che il boss a Campobello di Mazara è arrivato solo due anni fa quando ha iniziato a stare male. Ora il boss di Cosa Nostra si trova in carcere a L’Aquila. Non parla: al momento non ha nessuna intenzione di collaborare. Come precisa la Procura a Fanpage.it, si sta curando ed è assistito dai medici. Giorgia Venturini FANPAGE 1.2.2023
Gli inquirenti stanno ricostruendo il passato di Matteo Messina Denaro. Certo è che il boss a Campobello di Mazara è arrivato solo due anni fa quando ha iniziato a stare male. Ora il boss di Cosa Nostra si trova in carcere a L’Aquila. Non parla: al momento non ha nessuna intenzione di collaborare. Come precisa la Procura a Fanpage.it, si sta curando ed è assistito dai medici. Giorgia Venturini FANPAGE 1.2.2023