FIAMMETTA Borsellino all’Istituto Tecnico Buonarroti di Trento

 

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Martedì 28 febbraio il gruppo legalità “MAFIA CAMALEONTE” ha incontrato nell’ Aula Magna dell’Istituto ITT Buonarroti di Trento la dottoressa Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato Paolo, ucciso per mano della mafia.
Viene accolta affettuosamente e delicatamente dalle studentesse e dagli studenti con le note di Reginella, canzone tanto amata dal magistrato e in quest’occasione suonata dal fisarmonicista Daniele.
Proseguono i compagni con versi in lingua tedesca per ricordare l’amore che Paolo Borsellino nutriva per la letteratura tedesca.

 

Luigi dà il benvenuto e Veronica citerà una frase di Agnese Piraino Leto, tratta dal libro TI RACCONTERO’ TUTTE LE STORIE CHE POTRO’: 

„Italien ohne Sizilien macht gar kein Bild in der Seele, hier ist erst der Schlüssel zu allem“  (l’Italia senza la Sicilia non lascia immagine alcuna nello spirito. Qui è la chiave di ogni cosa ).

Le diamo il benvenuto nel nostro Istituto e siamo onorati di averla qui con noi, come ospite e testimone di un progetto sulla legalita’ che abbiamo intrapreso nel corrente anno scolastico.

Abbiamo voluto accoglierla sulle note di Reginella, canzone cara a Suo padre, e con alcuni versi di Goethe, poeta da lui tanto amato.

Per noi e’ davvero importante poter ascoltare le voci di quanti hanno dato e stanno dando il loro contributo decisivo nella lotta alla mafia: per capire, per agire un domani nella giusta direzione, per creare un mondo migliore, per non voltare la faccia dall’altra parte di fronte ai soprusi, per far si’ che le idee di Paolo e di Giovanni continuino a camminare sulle nostre gambe.

I giovani sono il futuro della società e noi vogliamo impegnarci in tal senso; esempi come quello di Suo padre e di Falcone guideranno i nostri passi.

Grazie ancora di cuore per avere accettato l’invito ed essere qui con noi. 

Abbiamo voluto accoglierla ricordando il legame con suo papà e i suoi familiari, con le bellezze della sua Isola, la Sicilia. Con lo stesso orgoglio noi trentini siamo onorati di sapere di avervi regalato un Capodanno felice, purtroppo l’ultimo per voi, qui in Trentino, ad Andalo; Sua mamma, la Signora Agnese, ricorda di aver visto veramente sorridere Paolo nel Capodanno del 1991

;”… era felice perché ci aveva raggiunto suo fratello Salvatore con la moglie e i figli. Fu una festa, l’ultima per la nostra famiglia. In quelle piacevoli serate, Paolo non si limitava a intrattenere la sua famiglia, ogni tanto si allontanava per una sigaretta. E scompariva. Poi, dopo mezz’ora, lo trovavamo in mezzo a una comitiva di giovani sciatori mentre raccontava di Palermo e delle gesta del pool antimafia”.

Con questo piccolo gesto ( un libro e foto su Andalo ) vogliamo, per un attimo, riportarla indietro di 30 anni, pensandovi felici nel nostro territorio, e con le tre rose vogliamo ringraziare Lei, Manfredi e Lucia per la forza e il coraggio che avete di portare avanti il caso di Paolo Borsellino perché si tratta di una VERITA’ DI GIUSTIZIA NEGATA A TUTTA L’ITALIA. E noi vi siamo vicini”.

Fiammetta Borsellino, commossa e sorridente nello stesso tempo, dà inizio al dibattito:

Per amore della verità, quella verità ancora sconosciuta a tutto il mondo, quella verità depistata da uomini infedeli dello Stato che hanno “vestito il pupo” organizzando uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana, la  dottoressa Borsellino apre il dialogo con le studentesse e gli studenti su punti fondamentali che riguardano la loro crescita; li invita ad uscire dall’isolamento, ad essere parte attiva nel proprio territorio, a conoscerlo, ad amarlo per non cedere al consenso e a non voltarsi dall’altra parte, sottolineando che la mafia non è solo un’organizzazione criminale, ma anche una mentalità sbagliata radicata sulla noncuranza nei confronti dei propri doveri o dei diritti altrui.
Li esorta a studiare per essere vigili di fronte a certi poteri perché in genere “La politica e la mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio. O si fanno la guerra, o si mettono d’accordo.” ( Paolo Borsellino ).
Ricorda anche che la Sicilia è la terra in cui è nata la mafia, ma anche l’antimafia più autentica, è una terra che, nonostante gli aspetti oscuri, rimane comunque una terra da un potenziale culturale inestimabile. 

Si rivolge ai giovani, gli unici con i quali si trova a suo agio con un appello:  continuare a fare memoria, ovvero, a far proprio il patrimonio morale di uomini come G. Falcone e P. Borsellino perché la mafia esiste ancora, bisogna conoscere i percorsi, gli esempi, le idee, le buone prassi, dare una guida alle generazioni future. ”Ricordare vuole dire pretendere la verità allontanata da 30 anni di buchi neri, una verità che dia nome e cognome a quelle menti raffinatissime che con le loro azioni e omissioni, hanno voluto eliminare due reali servitori dello Stato” ( Fiammetta  Borsellino).

Le studentesse e gli studenti, il corpo docente e i dirigenti ringraziano con profonda stima e affetto la dottoressa Borsellino per aver condiviso con tutti la sua tragica esperienza di vita con tono pacati e pieni di speranza, con occhi sorridenti, ma vigili.
Ha aperto il suo cuore senza trascurare la curiosità dei presenti.
Appena la si incontra l’impressione netta è quella del calore del Sud, della passione sincera e di un sereno e consapevole baricentro. «La rabbia c’è, ma ho trovato il mio equilibrio, mi sono fatta la mia famiglia e se ci fosse solo quella la darei vinta a chi non lo merita» ( Fiammetta Borsellino).

Prof. Silvia  Anzalone

 

La denuncia di Fiammetta Borsellino