“Per dire, una volta fummo vicinissimi a trovare l’abitazione estiva di Totò Riina, ci siamo andati inconsapevolmente vicino, ma eravamo lì per un’altra ragione. Cercavamo un latitante mazarese, se non ricordo male un ragazzo che aveva fatto una rapina e si era nascosto in un villino. Quella mattina abbiamo sfondato porte, ab biamo fatto caciara. Solo a distanza di anni scoprimmo che il villino dove Riina andava a villeggiare con tutta la famiglia era ad
appena 30 metri di distanza da dove noi avevamo fatto l’irruzione. Magari Totò Riina quel giorno era lì e si sarà preoccupato per l’attività che faceva il commissariato di Mazara del Vallo. Con questo voglio dire che in quel periodo non eravamo profondi conoscitori della mafia trapanese, sennò Totò Riina lo avremmo catturato. Ma c’era tutto l’impegno: a volte indovinavamo, altre invece non riuscivamo a cogliere la realtà che magari ci passava davanti.”
Calogero Germanà,
estratto dal libro di Renato Polizzi” Sul muso del coccodrillo, gli anni di Paolo Borsellino a Marsala”