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Ultima RELAZIONE SEMESTRALE
Criminalità organizzata in LOMBARDIA – Pag. 216
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Dalle “locali” del nord Italia fino agli interessi criminali in Africa, senza dimenticare i legami storici in Sud America e Australia. La ‘ndrangheta domina il mondo della malavita.
A raccontarlo è l’ultima relazione al Parlamento della Dia (Direzione investigativa antimafia). Per la sua coesa struttura, le sue capacità militari e il forte radicamento nel territorio, “la ‘ndrangheta si conferma oggi l’assoluta dominatrice della scena criminale anche al di fuori dei tradizionali territori d’influenza”. Le dimostrano le mire espansionistiche dei clan in quasi tutte le regioni dello Stivale (Lazio, Piemonte e Valle D’Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo e Sardegna): sono 46 le locali censite al nord. Le inchieste recenti restituiscono ancora una dimensione della ‘ndrangheta, sempre pervicace nella sua vocazione affaristico-imprenditoriale, che ha sinora dimostrato di saper diversificare gli investimenti orientandoli anche negli ambiti economici leciti che maggiormente risentono dell’attuale crisi finanziaria. La criminalità organizzata calabrese sa proporsi “a imprenditori in crisi di liquidità come sostegno finanziario, subentrando poi negli asset e nelle governance societarie per capitalizzare illecitamente i propri investimenti”. E non solo. “L’attività di prevenzione antimafia condotta dai prefetti nella regione di origine e in quelle di proiezione – segnala la relazione – ha disvelato l’abilità delle ‘ndrine d’infiltrare le compagini amministrative ed elettorali degli enti locali al fine di acquisire il controllo delle risorse pubbliche e dei flussi finanziari, statali e comunitari”. Ma le proiezioni della ‘ndrangheta si spingono oltre confine e coinvolgono molti Paesi europei (Spagna, Francia, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Austria), il continente australiano e quello americano (Canada, Usa, Colombia, Perù e Argentina). I clan calabresi continuano a rappresentare gli interlocutori privilegiati per i cartelli sudamericani. Negli ultimi anni, anche l’Africa occidentale (in particolare, la Costa d’Avorio, la Guinea-Bissau e il Ghana) è diventata per le cosche uno snodo logistico sempre più importante per i traffici internazionali di droga. Centrali, in questa attività, i porti di Gioia Tauro e quelli di Genova, La Spezia, Vado Ligure e Livorno. RAI
A raccontarlo è l’ultima relazione al Parlamento della Dia (Direzione investigativa antimafia). Per la sua coesa struttura, le sue capacità militari e il forte radicamento nel territorio, “la ‘ndrangheta si conferma oggi l’assoluta dominatrice della scena criminale anche al di fuori dei tradizionali territori d’influenza”. Le dimostrano le mire espansionistiche dei clan in quasi tutte le regioni dello Stivale (Lazio, Piemonte e Valle D’Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo e Sardegna): sono 46 le locali censite al nord. Le inchieste recenti restituiscono ancora una dimensione della ‘ndrangheta, sempre pervicace nella sua vocazione affaristico-imprenditoriale, che ha sinora dimostrato di saper diversificare gli investimenti orientandoli anche negli ambiti economici leciti che maggiormente risentono dell’attuale crisi finanziaria. La criminalità organizzata calabrese sa proporsi “a imprenditori in crisi di liquidità come sostegno finanziario, subentrando poi negli asset e nelle governance societarie per capitalizzare illecitamente i propri investimenti”. E non solo. “L’attività di prevenzione antimafia condotta dai prefetti nella regione di origine e in quelle di proiezione – segnala la relazione – ha disvelato l’abilità delle ‘ndrine d’infiltrare le compagini amministrative ed elettorali degli enti locali al fine di acquisire il controllo delle risorse pubbliche e dei flussi finanziari, statali e comunitari”. Ma le proiezioni della ‘ndrangheta si spingono oltre confine e coinvolgono molti Paesi europei (Spagna, Francia, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Austria), il continente australiano e quello americano (Canada, Usa, Colombia, Perù e Argentina). I clan calabresi continuano a rappresentare gli interlocutori privilegiati per i cartelli sudamericani. Negli ultimi anni, anche l’Africa occidentale (in particolare, la Costa d’Avorio, la Guinea-Bissau e il Ghana) è diventata per le cosche uno snodo logistico sempre più importante per i traffici internazionali di droga. Centrali, in questa attività, i porti di Gioia Tauro e quelli di Genova, La Spezia, Vado Ligure e Livorno. RAI
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