da “Oltre il Buio”, di Rosaria Costa Schifani e Felice Cavallaro, pag. 76
Era stato proprio Borsellino, da Procuratore della Repubblica di Marsala, a lanciare un allarme nel 1988, quando aveva cercato di sventare il tentativo di scompaginare il pool lasciato da Antonino Caponnetto:
«Giungono inquietanti segnali di disarmo delle strutture giudiziarie che avevano cosi efficacemente espletato questa necessaria attività di supplenza…».
Soffocate le legittime aspirazioni alla guida del pool da parte di Falcone, il CSM aveva nominato alla guida dell’ufficio il giudice Antonino Meli. E Borsellino poneva domande precise: «Il pool di Palermo svolge ancora il suo ruolo di punto di riferimento obbligato su ogni indagine su Cosa Nostra? Le trasformazioni personali che esso ha subito, specie nella direzione, hanno consentito quanto meno la continuità del lavoro?».