Paolo Borsellino, la riunione del 14 luglio 1992 e il “covo di vipere”

 

La riunione del 14 luglio 1992 , dove Paolo Borsellino chiedeva a che punto erano le indagini su alcuni processi e sul rapporto “mafia e appalti” del Ros dei Carabinieri.

Vedete la cosa veramente vergognosa in tutta questa faccenda è che questi verbali sono venuti fuori solo dopo 30 anni quando sarebbero stati utilissimi per la descrivere (riferendo appunto di una riunione svoltasi in procura 5 giorni prima della strage) quello che avveniva in quel “covo di vipere”.

Il CSM si è guardato bene dal mettere a disposizione questi verbali.

I verbali riferiscono le dichiarazioni dei colleghi del dott. Borsellino rilasciate al CSM qualche giorno dopo la strage (e quindi con ricordi chiari) tra le quali quelle sulla riunione del 14 luglio in procura.

Smontano una delle “perle” del giudice Montalto, ammesso che ve ne fosse bisogno, che è stata scritta nella sentenza di primo grado sulla trattativa, ovvero che non vi era prova che Borsellino conoscesse il Rapporto mafia appalti dei Ros.

Ebbene, non solo viene fuori che lo conosceva ma che pure che dopo avere ascoltato il collega Lo Forte, che insieme a Scarpinato seguivano quella indagine, ne chiedeva gli sviluppi e perorava la causa dei Ros.

Il collega Lo Forte (Scarpinato non era presente alla riunione per motivi personali connessi alla salute della madre) si guarda bene in quella sede dal dirgli che il giorno prima aveva firmato insieme a Scarpinato la richiesta di archiviazione, che sarà poi vistata da Giammanco il giorno dopo la strage e ammessa dal gip Sergio La Commare il 14 agosto, a ferragosto.

Riferiscono di un giovanissimo (e pertanto estraneo alle dinamiche di quell’ ambiente) Patronaggio che descrive un Borsellino che “chiede addirittura delle spiegazioni, vuole chiarezza, su determinati processi”…”chiede spiegazioni su un procedimento riguardante Siino Angelo e altri, e capisco che qualche cosa non va”… perché secondo Borsellino, “i carabinieri si aspettavano da questa informativa risultati giudiziari di maggiore respiro»
I carabinieri, cioè quelli che, a parere di qualche scienziato, lo avrebbero tradito trattando con la mafia.

Più o meno gli stessi riferimenti forniscono l’allora giovane procuratore Gozzo e la moglie.

E spiace constatare che si tratta dello stesso Gozzo che poi uno si ritrova a fare le conferenze con l’Ufologo di Antimafia 2000 o lo stesso Patronaggio che sostiene l’accusa al Mori Obinu in appello.

E viene da pensare se forse Borsellino, nel descrivere i suoi colleghi, non avesse poi tanto torto.

di Massimo Martini MAGAZINE SICUREZZA 14.7.2023