La ’ndrangheta esercita «il controllo del territorio sia fisico che economico» e lo fa attraverso personaggi che «appartengono alla storia della criminalità organizzata calabrese in Lombardia». Il tutto attraverso un «uso sistematico di violenze e di minacce nei confronti di un numero notevole di imprenditori». Aggressioni, estorsioni e violenze per le quali 11 persone sono finite a processo, davanti al Tribunale di Como, con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso e di una serie di reati, soprattutto di natura economica, che hanno denotato un tentativo di infiltrazione nel tessuto economico comasco.
In sintesi è l’atto d’accusa pronunciato nell’aula del Tribunale di Como dal pubblico ministero Pasquale Addesso, della Direzione distrettuale antimafia di Milano. LA PROVINCIA 22.3.2023
Comunità mafiose a Como: attive otto locali di ‘ndrangheta
“Uno dei più fulgidi esempi di comunità mafiosa al Nord Italia”. Con queste parole viene presentata la provincia di Como nell’ultimo monitoraggio della presenza mafiosa in Lombardia, presentato il mese scorso dall’Osservatorio sulla criminalità organizzata, in collaborazione con Polis Lombardia. Un documento che richiama le riflessioni emerse ieri, nel giorno della cattura del super latitante Matteo Messina Denaro, durante il convegno sul contrasto alle mafie organizzato dal Sindacato Autonomo di Polizia di Como. “Le infiltrazioni della ‘ndrangheta in Lombardia sono partite dal territorio comasco – ha ricordato il magistrato antimafia Alessandra Dolci – ma se in passato si parlava di piccoli insediamenti, oggi si parla di radicamento”. Anna Campaniello ETV 17.1.2023
Como, la mafia avanza sul Lario: “Presenti tutte le cosche
A Como la mafia non cresce solo d’estate, ma prolifica tutto l’anno come dimostra l’ultimo Rapporto Regionale sulla presenza della criminalità che individua il Lario come una delle aree a più alta infiltrazione di tutta la Lombardia. Sono presenti praticamente tutte le principali associazioni criminali, italiane e straniere, anche se a fare la parte del leone è la ‘ndrangheta con otto locali riconosciute: Como, Appiano Gentile, Senna Comasco, Fino Mornasco, Erba, Canzo-Asso e Mariano Comense. Nel caso di Fino Mornasco basta la definizione fornita dai magistrati che la indicano come “uno dei più fulgidi esempi di comunità mafiosa al Nord Italia”. Cantù non è da meno, dal 2014 al 2016 i rampolli del clan Morabito e le giovani leve della ‘ndrangheta ricorsero a una “strategia militare” a suon di pestaggi e minacce per controllare i locali del centro e imporre loro la gestione di un servizio di sicurezza. Alla fine, nel 2019, furono condannati in nove a oltre un secolo di carcere, pena successivamente confermata in Cassazione. Proprio il contrario del modus operandi seguito dai loro padri e i nonni, visto che la ‘ndrangheta da queste parti è presente dagli anni ’50, che preferivano agire nell’ombra tene ndo un basso profilo per compiere meglio i loro affari. Una strategia quest’ultima che le cosche sono tornate a seguire, secondo gli inquirenti, per svolgere i loro lucrosi affari legati, in particolar modo, al traffico di sostante stupefacenti.
Altre attività centrali sono le estorsioni e l’usura, spesso collegate tra di loro, con gli imprenditori utilizzati come “collaboratori esterni” e l’utilizzo, grazie a commercialisti compiacenti, di architetture finanziarie elaboratissime per riciclare il denaro sporco e reinvestirlo nell’economia legale.
«Il mondo dell’imprenditoria e il mondo della ‘ndrangheta conoscono la logica dei profitti che è il linguaggio comune di questi due mondi – spiega il sostituto procuratore di Como, Pasquale Addesso, in un passaggio della relazione – inoltre vi è un rapporto timoroso tra imprenditoria e Stato, c’è una resistenza a rivolgersi a quest’ultimo”. Negli ultimi anni è aumentato il numero delle imprese “nate per fallire” e destinate alla bancarotta fiscale: le società vengono create per durare pochi anni e consentire l’evasione, infine si avviano al fallimento. In questo modo diversi imprenditori sono stati assoggettati ai gruppi criminali e le loro aziende sono diventate di proprietà delle organizzazioni mafiose. IL GIORNO 10.12.2022
La ‘ndrangheta di casa su quel ramo del lago di Como