La mappa del denaro sporco: le cosche mafiose e la Confederazione

 

Seguendo i soldi, inevitabilmente, l’antimafia italiana è arrivata spesso (e continua a farlo, in realtà) in Svizzera

 

 

L’odore dei soldi e la puzza delle mafie. Seguire la scia del denaro per disegnare una mappa aggiornata e credibile delle cosche criminali era stata, sin dagli anni ’70 del secolo scorso – al tempo, cioè, delle indagini sui clan Spatola, Inzerillo e Gambino e sul traffico di droga tra la Sicilia e New York – la grande intuizione di Gaetano Costa, procuratore della Repubblica di Palermo.
Agli insegnamenti di Costa, e a quelli di Rocco Chinnici, che ne aveva raccolto l’eredità e i metodi investigativi, Giovanni Falcone si ispirava quando sottolineava la necessità di stare dietro ai «piccioli» per scovare i boss.
I tre magistrati hanno pagato con la vita la determinazione e la risolutezza con cui vollero fronteggiare Cosa Nostra.
Ma il loro lavoro, portato avanti da altri coraggiosissimi colleghi, ha condotto a risultati straordinari.
Seguendo i soldi, inevitabilmente, l’antimafia italiana è arrivata spesso (e continua a farlo, in realtà) in Svizzera, dove nei forzieri di banche grandi e piccole, pure tra molte difficoltà, sono stati riciclati grandi patrimoni mafiosi. Già nel 1991, nell’ormai celebre libro-intervista a Michelle Padovani (Cose di Cosa Nostra), lo stesso Falcone diceva infatti: «Contrariamente a quanto si pensa, la Svizzera è uno dei Paesi che prestano più collaborazione [alla magistratura italiana, ndr], perché ha compreso che è finita l’epoca in cui era possibile tenere il denaro sporco e lasciare i mafiosi fuori dalla porta. Il denaro della mafia comporta necessariamente, prima o poi, la presenza degli uomini e dei metodi mafiosi».

Nuove strategie

Un concetto, quest’ultimo, ribadito con nettezza nelle pagine dell’ultima relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia (DIA), trasmessa alla Presidenza della Camera dei Deputati lo scorso 25 marzo.
«Allo scopo di contrastare il fenomeno del trasferimento di capitali illeciti nella Confederazione – scrive la DIA italiana – è stata rafforzata […] la collaborazione bilaterale con la Svizzera».
La «nuova strategia elaborata dal Dipartimento Federale di Giustizia e Polizia (DFGP) per la lotta alla criminalità» per il periodo 2020-2023, «considera le mafie italiane un’importante minaccia per la Svizzera, puntualizzando che le stesse sono attive nel Paese già da alcune generazioni e operano in diversi settori criminali.
Viene sottolineato, ancora, che la criminalità organizzata italiana potrebbe ormai essersi infiltrata nel tessuto amministrativo ed economico della Svizzera, costituendo una minaccia per le istituzioni e l’economia della Confederazione.
Questa strategia prevede la collaborazione con il settore bancario nella lotta al riciclaggio e nel tracciamento dei flussi di denaro per l’individuazione dei proventi di origine criminale, e assicura che venga negato ai criminali l’accesso ai proventi illecitamente conseguiti».

Le ultime inchieste

Da Asti a Catanzaro, da Roma a Lamezia Terme, da Bologna a Trento: nella relazione della DIA, le indagini in cui le tracce del denaro sporco portano in Svizzera sono tuttora molto numerose. E confermano quanto di peggio si potesse temere, vale a dire che le cosche – in particolare quelle della ’ndrangheta calabrese – sono ormai stabilmente insediate anche sul territorio elvetico.
La Procura di Bologna, con l’operazione “Black fog”, ha individuato «cospicui investimenti effettuati in Svizzera grazie alla connivenza e al supporto di numerosi colletti bianchi legati al mondo della finanza e dell’imprenditoria (fra cui 1,6 milioni di dollari USA in seguito movimentati verso un conto sammarinese)».
La Direzione Distrettuale antimafia di Roma, invece, sia con l’operazione “Tritone” sia con l’operazione “Propaggine” ha svelato l’esistenza di un «distaccamento del locale di ‘ndrangheta di Santa Cristina d’Aspromonte (Reggio Calabria)» creato con l’obiettivo di gestire il traffico internazionale di sostanze stupefacenti direttamente dalla Svizzera (oltre che da Germania, Canada e Australia).

di DARIO CAMPIONE Corriere del Ticino 16.9.2023

 

 

Relazione della DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA