“Ad accelerare la morte di mio padre non è stata affatto la trattativa ma il dossier su mafia e appalti” e che non risparmia le critiche ai pm di primo grado, che a suo parere sono stati “scorretti” perché avrebbero “pompato mediaticamente un processo” prima “ancora che questo processo avesse concluso le fasi di giudizio, un comportamento scorretto che mio padre non avrebbe mai approvato”.
Per Fiammetta Borsellino non è stata la trattativa ad accelerare la strage
E’ il 20 febbraio del 1991 quando l’allora tenente colonnello Mario Mori e il capitano Giuseppe De Donno, ufficiali del Ros dei Carabinieri, consegnano alla Procura di Palermo, nelle mani di Giovanni Falcone, l’informativa che racconta, per la prima volta, tutti i rapporti tra Cosa nostra e il mondo degli affari. Secondo Fiammetta Borsellino, la figlia minore del giudice Paolo Borsellino, come disse tempo fa in una intervista all’Adnkronos subito dopo la sentenza Stato-mafia, “non è stata la trattativa ad accelerare” la morte del padre, ma proprio quella informativa, come conferma anche la sentenza ‘Borsellino’ di Caltanissetta. Come ribadito anche dall’ex pm Alberto Di Pisa, morto qualche mese fa, che per anni lavorò con Falcone e Borsellino.
“Occorre sottolineare anche che l’espansione delle attività di Cosa Nostra al di fuori dell’ isola non si configuri più come un’ipotesi da discutere in sede di analisi o dibattiti, ma appaia qui come una realtà documentata”, scriveva il Ros. “Tutto questo, a parte ogni altra considerazione, offende ed umilia quanti fanno dell’onestà il loro abito quotidiano, estranei e moralmente lontani da questo odioso mondo del malaffare – scriveva il Ros ancora nella informativa -Infine per coloro i quali sono impegnati a garantire il rispetto della legge, vedere come buona parte degli individui mafiosi, oggetto della presente informativa, siano tuttora di attualità, e per alcuni anche con una qualificazione criminale accentuata, dopo decine di anni di defatiganti attività investigative, appare mortificante e doloroso, considerati i sacrifici ed i lutti che nelle file di magistratura e forze di polizia, nello stesso lasso di tempo, si sono verificati”.
Durante la requisitoria del processo d’appello sulla trattativa tra Stato e mafia la Procura generale, rappresentata da Giuseppe Fici e Sergio Barbiera, l’accusa disse che “c’erano due dossier su mafia e appalti” dei Carabinieri del Ros, tra il 1991 e il 1992, e che “nella prima informativa erano stati omessi i nomi dei politici, potenti”. La seconda informativa “con i nomi dei politici”, sarebbe stata consegnata 19 mesi dopo, il 5 settembre del 1992”, cioè solo dopo le stragi mafiose. “Nella informativa ‘mafia-appalti’ consegnata nelle mani di Falcone il 20 febbraio 1991 non erano inseriti i nomi dei cosiddetti politici di peso”. Ma la teoria della doppia informativa è stata smentita dall’ordinanza dell’allora Gip di Caltanissetta Gilda Loforti.
Mafia: ecco il dossier Ros mafia-appalti, ‘trama occulta intrecci imprenditori avidi’
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Secondo #FiammettaBorsellino, la figlia minore del giudice #PaoloBorsellino, come ha detto subito dopo la recente sentenza Stato-mafia, “non è stata la trattativa ad accelerare” la morte del padre, ma proprio quella informativa, come conferma anche la sentenza ‘Borsellino’ di Caltanissetta. Come ribadito anche dall’ex pm #AlbertoDiPisa che per anni lavorò con Falcone e Borsellino.
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“Dal contesto della presente informativa” si evidenzia “una trama occulta, sostanziata da intrecci, relazioni ed intese, volta al fine di prevaricare norme e regole e, allo stesso tempo, di giungere all’accaparramento del denaro pubblico con un’avidità mai esausta e comune sia ai malfattori mafiosi che agli imprenditori a loro collegati i quali poi, tramite i primi, finiscono per esercitare anch’essi e con gusto il potere mafioso”. Eccola, nero su bianco, l’informativa sul dossier mafia e appalti, più volte citata nel processo sulla trattativa tra Stato e mafia e tornata d’attualità dopo la sentenza d’appello quale movente alternativo a quello perseguito per anni dalla procura.Dossier citato dal generale Mario Mori, intervistato da ‘Quarta Repubblica’. “Io ritengo che il dossier mafia e appalti fu una concausa dell’uccisione di Paolo Borsellino”, ha detto.“Quella informativa era l’inizio dell’indagine.C’era un gruppo di potere fatto da imprenditori, politici e mafiosi che decidevano gli appalti e si spartivano i proventi”. Su quella indagine Mori, con l’allora giovane capitano Giuseppe De Donno, tra il 1990 e l’inizio del 1991, lavorò per mesi.E’ il 20 febbraio del 1991 quando l’allora tenente colonnello #MarioMori e il capitano #GiuseppeDe Donno, ufficiali del Ros dei Carabinieri, consegnano alla Procura di Palermo, nelle mani di #GiovanniFalcone, l’informativa che racconta, per la prima volta, tutti i rapporti tra Cosa nostra e il mondo degli affari. (Adnkronos)
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Nonostante l’attenzione riposta da Borsellino all’indagine mafia appalti, il 13 luglio 1992, con il magistrato ancora in vita, i sostituti procuratori Lo Forte e Scarpinato stilarono la richiesta di archiviazione, vistata dal procuratore Giammanco e depositata il 22 luglio, solamente tre giorni dopo l’assassinio di Borsellino. L’indagine venne poi archiviata a tempo record, il 14 agosto, quindi in pieno periodo ferragostano, dal gip Sergio La Commare.
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Da allora nulla è stato chiarito, nonostante gli appelli avanzati da #FiammettaBorsellino, figlia del magistrato, soprattutto dopo la scoperta dell’epocale depistaggio: “Un tema che stava molto a cuore a mio padre era il rapporto tra la mafia e gli appalti. Infatti mi chiedo come mai il suo dossier fu archiviato il giorno dopo l’uccisione”.
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La sentenza di primo grado del processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, pronunciata dalla Corte d’assise di Palermo, ha voluto improvvisamente riscrivere la storia dell’uccisione di Borsellino, slegandola dall’indagine mafia e appalti. I giudici, infatti, dando ragione ai pm palermitani che nel tempo hanno portato avanti l’inchiesta sulla trattativa (Antonio Ingroia, Nino Di Matteo, Vittorio Teresi, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia), nella sentenza affermano che ad accelerare l’uccisione di Borsellino fu proprio la trattativa tra le istituzioni e Cosa nostra, la cui esistenza sarebbe stata scoperta dal magistrato.La Corte d’assise di Palermo si spinge persino oltre, smentendo quanto stabilito dalla sentenza Borsellino quater: “Non v’è neppure certezza che il dott. Borsellino possa avere avuto il tempo di leggere il rapporto ‘mafia e appalti’ e di farsi, quindi, un’idea delle questioni connesse, mentre, al contrario, è assolutamente certo che non vi fu alcuno sviluppo di quell’interessamento nel senso di attività istruttorie eventualmente compiute o anche soltanto delegate alla polizia giudiziaria, che, conseguentemente, possano avere avuto risalto esterno giungendo alla cognizione dei vertici mafiosi così da allarmarli e spingerli improvvisamente ad accelerare l’esecuzione dell’omicidio del dott. Borsellino medesimo”.Questa interpretazione sembra essere in palese contrasto con la cronologia degli eventi effettivamente avvenuti e sopra ricordati, che vedevano Borsellino in prima linea per rilanciare l’indagine sulla gestione mafiosa degli appalti. Da IL FOGLIO 17.7.2019
24.2.2022 – L’accusa di FIAMMETTA BORSELLINO: “Nessuna fiducia nei pm antimafia e nel Csm, hanno depistato”: «Pur essendo passati ormai tanti anni, non riesco ancora a farmene una ragione. Non mi capacito del fatto che nessuno abbia mai voluto fare luce fino in fondo sul perché venne archiviato il dossier “mafia-appalti” a cui mio padre teneva moltissimo. SEGUE
1.5.2021 –Fiammetta Borsellino: sulla strage di via D’Amelio nient’altro che la verità
1.5.2021 – FIAMMETTA BORSELLINO ha parlato del dossier “mafia-appalti”, contestualizzando fatti e testimonianze.: “Sulla strage di via D’Amelio nient’altro che la verità “
28.4.2021 – Fiammetta Borsellino, ‘nella sentenza trattativa c’è una menzogna su mio padre “Nella sentenza trattativa si dice una menzogna, una bugia. Si dice che mio padre fosse addirittura disinteressato al dossier ‘Mafia e appalti’ o che non lo conoscesse ma non è vero, perché lo conosceva benissimo”. E’ la denuncia di Fiammetta Borsellino, la figlia minore di Paolo Borsellino nello speciale Mafia di Enrico Mentana su La7. “La cosa grave è che il 14 luglio 1992 (cinque giorni prima della strage ndr) mio padre fece una riunione con i suoi sostituti in cui chiese come mai l’indagine di sua competenza non fosse confluita nel dossier Mafia e appalti”. Adnkronos
28.4.2021 LA DENUNCIA DI FIAMMETTA A LA7
28.4.2021 FIAMMETTA BORSELLINO a La7 “Le anomalie sulle indagini e i processi di Via D’Amelio sono la più grande offesa per il popolo italiano” VIDEO
28.4.2021 FIAMMETTA BORSELLINO a SPECIALE MAFIA de La7 – Mafia e Appalti
30.4.2021 FIAMMETTA BORSELLINO , che fine ha fatto il dossier Mori, i dubbi sulla Procura di Palermo
4.2.2021 FIAMMETTA BORSELLINO: (…) “Mi viene in mente il contrasto fra le tesi espresse dalla sentenza “Trattativa Stato-mafia” e quelle emesse a Caltanissetta per la strage di via D’Amelio. La prima individua quale elemento acceleratore la trattativa. La corte del Borsellino quater rileva invece che l’accelerazione sarebbe stata determinata dal dossier mafia e appalti, al quale mio padre era molto interessato. La sentenza “Trattativa” arriva a negare questo interesse. Com’è possibile avere queste due opposte valutazioni?”. dall’intervista di Salvo Palazzolo – Repubblica
17.7.2020 – Familiari: le cause della morte nei 57 giorni dopo Falcone e nella gestione del rapporto Mafia e Appalti Lo ha detto l’avvocato Fabio Trizzino, nella foto sopra, legale dei familiari del magistrato Paolo Borsellino, costituiti parte civile nel processo in cui il latitante Matteo Messina Denaro è imputato per essere uno dei mandanti delle stragi del 1992. “Finalmente abbiamo un’occasione unica, cioè di processare SEGUE
6.2.2020 Di Matteo non convince Fiammetta Borsellino sul depistaggio di Via d’Amelio
5.2.2019 FIAMMETTA BORSELLINO: “Perché avete archiviato mafia-appalti?”
Il Rapporto “Mafia&Appalti” e l’eliminazione del dottor Paolo Borsellino