Per il procuratore di Palermo un’antimafia seria è quella che “fa analisi, critica e guarda ai fatti”.
Con l’arresto di Matteo Messina Denaro “ha vinto lo stato con la S maiuscola”
Con l’arresto di Matteo Messina Denaro “ha vinto lo stato con la S maiuscola”
Maurizio De Lucia, procuratore di Palermo non ha dubbi: “Con l’arresto di Matteo Messina Denaro ha vinto lo Stato, quello con la S maiuscola: quel giorno ho registrato una serie di entusiasmi tra la gente normale, che è scesa in strada ad applaudire, e questo a Palermo anni prima non era immaginabile”, dice intervistato da Giuseppe Sottile durante la festa dell’Ottimismo del Foglio a Firenze.
Il procuratore ha idee chiare anche su chi ha perso: “Non solo Cosa nostra, ma anche quel pezzo del carattere degli italiani che tende sempre a vedere qualcosa d’altro dietro alle cose che succedono”.
Un pezzo d’Italia che crede a complotti, verità segrete, piani occulti pensa che la mafia dei tavoli ovali, la Spectre mafiosa, lo abbia consegnato.
Il risultato del pensare sempre alla mafia come a un ente invincibile, vittorioso anche quando sconfitto.
Un pezzo d’Italia che crede a complotti, verità segrete, piani occulti pensa che la mafia dei tavoli ovali, la Spectre mafiosa, lo abbia consegnato.
Il risultato del pensare sempre alla mafia come a un ente invincibile, vittorioso anche quando sconfitto.
“L’immagine che si dà della mafia invincibile – s’infervora De Lucia – è una balla, vuol dire che c’è anche un’antimafia in servizio permanente effettivo, e invece il senso è avere un’antimafia costruttiva che serve a togliere i giovani dall’ambiente mafioso”.
“La mafia dei tavoli ovali esiste, ma non è la Spectre in grado di decidere su tutto, ma una mafia che fa affari ed è molto pericolosa quando li fa perchè lo fa con un pezzo di società, bisogna stare molto attenti, ma dire con chiarezza che un’antimafia seria è un’antimafia che fa analisi, critica e guarda ai fatti.
Noi magistrati lavoriamo per fare i processi – scoprire i reati, scoprire chi li ha commessi e farli condannare a una pena giusta – questi sono i nostri compiti scritti in Costituzione, se facessimo questo già sarebbe tanto.
Oltre questo confine siamo in altri mondi”.
Noi magistrati lavoriamo per fare i processi – scoprire i reati, scoprire chi li ha commessi e farli condannare a una pena giusta – questi sono i nostri compiti scritti in Costituzione, se facessimo questo già sarebbe tanto.
Oltre questo confine siamo in altri mondi”.
Falcone diceva che la mafia in quanto fenomeno umano ha avuto un inizio e avrà una fine.
Questa emergenza è finita? “Oggi – dice De Lucia – la mafia non è un’emergenza, è un fenomeno che c’è dall’Unità di Italia e che fa affari con altri mondi, poi c’è stata una fase, quella corleonese, trent’anni ora finiti con la cattura dell’ultimo latitante, che è un periodo emergenziale.
Noi però il fenomeno lo sconfiggeremo con gli strumenti che abbiamo, quelli che vengono dalla legislazione voluta da Giovanni Falcone, ma attenzione: il fenomeno non è estinto, e per continuare a contrastarlo dobbiamo continuare a usare una legislazione speciale”.
Questa emergenza è finita? “Oggi – dice De Lucia – la mafia non è un’emergenza, è un fenomeno che c’è dall’Unità di Italia e che fa affari con altri mondi, poi c’è stata una fase, quella corleonese, trent’anni ora finiti con la cattura dell’ultimo latitante, che è un periodo emergenziale.
Noi però il fenomeno lo sconfiggeremo con gli strumenti che abbiamo, quelli che vengono dalla legislazione voluta da Giovanni Falcone, ma attenzione: il fenomeno non è estinto, e per continuare a contrastarlo dobbiamo continuare a usare una legislazione speciale”.
Tra i pericoli di oggi ci sono le possibili infiltrazioni negli appalti del Pnrr.
“C’è da parte di cosa nostra – dice De Lucia – grande interesse al Pnrr perché è nella fase della cantierizzazione dei lavori, è la fase in cui Cosa nostra può entrare con le sue aziende nel mondo dei subappalti.
E purtroppo devo dire che la legislazione sugli appalti non è per nulla tranquillizzante, andrebbero intensificati i momenti di controllo e di verifica”.
E purtroppo devo dire che la legislazione sugli appalti non è per nulla tranquillizzante, andrebbero intensificati i momenti di controllo e di verifica”.
Sui pentiti De Lucia non ha dubbi: “I processi di criminalità possono farsi soltanto in due modi: con le intercettazioni oppure attraverso i collaboratori di giustizia, sono importantissimi, ma essendo un strumento di delicatezza assoluta prima di dare per buone le loro versioni, le verifiche devono essere veramente serie e rigorose.
Per credere a un collaboratore di giustizia abbiamo bisogno che le sue dichiarazioni siano credibili e riscontrate”.
Per credere a un collaboratore di giustizia abbiamo bisogno che le sue dichiarazioni siano credibili e riscontrate”.
Poi in riferimento alle illazioni di Messina Denaro prima della sua morte, il procuratore di Palermo ha detto: “Figuriamoci se crediamo alle dichiarazioni di Matteo Messina Denaro, che certo non era pentito, e che aveva tutto l’interesse di avvelenare i pozzi”.
IL FOGLIO 14.10.2023
OMBRE SULL’ANTIMAFIA SOCIALE