Fino Mornasco, la Cascina strappata all’ndrangheta diventa presidio di legalità e rispetto dell’ambiente

COMO ZERO 25.112023

 

Ci sono voluti 21 anni, ma oggi è un giorno di festa per il sindaco di Fino Mornasco, Roberto Fornasiero. Ci sono la banda, il prefetto, il questore, i comandanti provinciali di carabinieri e guardia di finanza. Tante divise, nove colleghi sindaci compresi Cantù e Mariano, in rappresentanza anche della Provincia, per celebrare la rinascita della Cascina Valle Mulini. Ora è laCascina “Emanuela Loi”, per ricordare l’agente uccisa nell’attentato di via D’Amelio che costò la vita a Paolo Borsellino.
Fornasiero, nel suo discorso ringrazia le autorità in particolare la Regione, presente con l’assessore Alessandro Fermi e tre consiglieri comaschi Sergio Galli, Marisa Cesana e Angelo Orsenigo, che ha contribuito al restauro della Cascina, che ora diventerà una delle sedi del Parco delle Groane e della Brughiera Briantea. “Questa giornata ha un grande valore simbolico, ma anche reale su questo territorio. Non possiamo dimenticare infatti che una locale dell’ndrangheta porta il nome di Fino Mornasco. La Cascina è stata confiscata nel 2002, la possiamo aprire dopo un tempo molto lungo, grazie a un percorso avviato da chi mi ha preceduto, come il sindaco Giuseppe Napoli che ringrazio. Ricordo – ha detto ancora Fornasiero – di aver partecipato a un convegno nel 2018 sulla legalità, c’era il segretario comunale di Corleone che spiegò come ogni giorno qualcuno mandasse un messaggio chiaro in Comune. Faceva trovare la bandiera tricolore legata. Qui su questa cascina il Tricolore sventolerà sempre”. Nella nuova sala civica, realizzata al primo piano, mercoledì ci sarà la seduta del consiglio comunale, poi gli spazi saranno a disposizione delle associazioni finesi e del Parco delle Groane, che al piano terra porterà l’ufficio taglio boschi e uno spazio per le guardie ecologiche volontarie. “Sarà un presidio di legalità e di tutela ambientale” ha concluso Fornasiero. Il prefetto Andrea Polichetti nel suo discorso ha elogiato la compattezza dei sindaci presenti e spiegato di considerare la Cascina come un “risarcimento del danno arrecato ai cittadini dalla criminalità organizzata”. Il presidente del Parco delle Groane e della Brughiera Briantea, Emiliano Campi ha ricordato pure lui il valore doppio dell’inaugurazione, dal punto di vista delle legalità e dell’educazione ambientale. Presenti anche Benedetto Madonia presidente del Progetto San Francesco ed Elena Daddi, sindaco di Bregnano e presidente del Comitato 5 dicembre contro le mafie. La nuova “agorà della legalità” è stata poi benedetta da don Teresio Barbaro, da pochi giorni nuovo arciprete di Fino, che ha ricordato le parole di San Gregorio di Nissa riguardo l’inizio del bene dove c’è stato il male.