Agenda rossa di Borsellino, il verbale della perquisizione potrebbe confluire nel dibattimento

 

 


La scomparsa si intreccia con il processo d’appello nei confronti dei poliziotti Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo

Il clima in procura

Senza alcun dubbio il depistaggio per l’omicidio Borsellino iniziò allora quando il magistrato era ancora vivo.
La sentenza fa anche riferimento alle condotte di diversi magistrati, sia a quelli che hanno condotto l’inchiesta e sia a quelli che lavoravano alla Procura di Palermo con Borsellino.
La tesi sostenuta dagli ex pm Carmelo Petralia e Annamaria Palma, poi assolti dall’accusa di concorso in calunnia aggravata, che gli “inquirenti si siano mossi per andare a sentire Scarantino in virtù della (avvenuta) ritrattazione televisiva è smentita dai fatti”, poiché gli avvisi dell’interrogatorio furono notificati il giorno prima che Scarantino manifestasse l’intenzione di ritrattare.
Le vere ragioni di quegli interrogatori, che determinarono la ritrattazione della ritrattazione e quindi la conferma delle false accuse, i magistrati non li hanno mai esplicitati.
Riguardo al clima che si respirava alla Procura di Palermo dopo l’omicidio di Giovanni Falcone e pochi giorni prima dell’omicidio di Borsellino la sentenza riporta anche le dichiarazioni dell’ex pm Antonio Ingroia il quale aveva riferito dello stato d’animo di Borsellino a margine dell’incontro del 14 luglio 1992 con tutti i magistrati a proposito dell’ indagine Mafia e appalti condotta dal Ros dell’Arma dei carabinieri e che poi sarà causa dell’accelerazione del mortale attentato nei suoi confronti.

— 30 Novembre 2023 IL RIFORMISTA

 

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