Condannato a vent’anni GAETANO SCOTTO. Era stato arrestato e poi scagionato perché ingiustamente coinvolto dal falso pentito VINCENZO SCARANTINO per la Strage di Via D’Amelio

 

 

Condannato anche Giuseppe Costa, fratello della vedova Schifani

Per i magistrati che ne chiesero l’arresto era pienamente inserito nella famiglia mafiosa dell’Arenella per cui chiedeva il pizzo a imprenditori e commercianti. E con l’accusa di associazione mafiosa finì in manette nel 2020 Giuseppe Costa, fratello di Rosaria la vedova di uno degli agenti morti nella strage di Capaci, Vito Schifani. Di lei si ricorda l’invettiva contro la mafia pronunciata nel corso dei funerali delle vittime dell’attentato a Falcone e alla scorta. “Io vi perdono, ma voi vi dovete inginocchiare”, disse in una chiesa gremita. Dopo aver saputo che il fratello era finito in galera parole simili le rivolse a lui: “sei tu che devi inginocchiarti”, gli fece sapere attraverso i giornali prima di rompere con lui qualsiasi rapporto. Oggi, Costa, detto Pinuzzo, è stato condannato a 12 anni per mafia dal tribunale di Palermo. 

Stessa pena ha avuto uno dei coimputati, Francesco Paolo Scotto, 20 invece ne dovrà scontare il fratello Gaetano, capomafia dell’Arenella, prima condannato e poi scagionato per la strage di via D’Amelio e attualmente sotto processo per l’omicidio dell’agente di polizia Nino Agostino, assassinato nel 1989 insieme alla moglie incinta. Era Scotto, da sempre ritenuto trait d’union tra la mafia e i Servizi deviati, a dare ordini a Costa, “Pinuzzu u chieccu (balbuziente ndr), lo chiamavano in Cosa nostra. Di lui il padrino si fidava tanto da affidargli il compito di scoprire l’autore di una serie di ammanchi nelle casse della cosca di cui il principale indiziato era proprio il fratello del boss, Francesco Paolo. 

A incastrare Pinuzzo furono le intercettazioni ascoltate in diretta dagli uomini della Dia. Le cimici svelarono il suo ruolo nelle estorsioni, nella gestione delle casse, nelle minacce alle vittime del racket e nella distribuzione dei proventi del pizzo alle famiglie degli uomini d’onore detenuti. Decine le intercettazioni prodotte contro l’ex cognato dell’agente Schifani, alcune registrate in uno dei luoghi scelti dal clan per i summit: il pub White club. E’ il primo settembre del 2016 e Gaetano Scotto, appena scarcerato, parla con il nipote Antonio Rossi delle persone alle quali è stata affidata, in sua assenza, la gestione della famiglia dell’Arenella facendo riferimento anche a Giuseppe Costa.

 

 

i FRATELLI SCOTTO