per ciò che ha fatto per la Sicilia e per l’intero Paese. Paolo non ha fatto un solo passo indietro di fronte al solo sospetto di essere stato tradito da chi invece avrebbe dovuto fare quadrato intorno a lui. E’ andato avanti, nel nome del lavoro che amava. Pur tra mille difficoltà è andato avanti, a testa alta.
Io e i miei figli non ci sentiamo persone speciali, non lo saremo mai, piuttosto siamo piccolissimi dinanzi la figura di un uomo che non è voluto sfuggire alla sua condanna a morte, che ha donato davvero consapevolmente il dono più grande che Dio ci ha dato, la vita. Io non perdo la speranza in una società più giusta ed onesta.
Voi giovani costituite il futuro della nostra società. Per un domani migliore. Sono convinta che sarete capaci di rinnovare l’attuale classe dirigente e costruire una nuova Italia».
Paolo diceva, rivolgendosi ai giovani, non arrendetevi mai, abbiate sempre il coraggio di lottare . Siamo arrivati al 2012. Sono passati 20 anni da quel tragico 19 luglio.
Mio marito sino all’ultimo ci ha insegnato a rispettare le istituzioni. Lui credeva nelle istituzioni. Credeva nello Stato.
Mi rivolgo a voi come ai soli in grado di raccogliere davvero il messaggio che mio marito ha lasciato, un’eredità che oggi, malgrado le terribili verità che stanno mano a mano affiorando sulla morte di mio marito, hanno raccolto i miei tre figli, di cui non posso che andare orgogliosa soprattutto perché servono quello stesso Stato che non pare avere avuto la sola colpa di non avere fatto tutto quanto era in suo potere per impedire la morte del padre
Tratto da:Ti racconterò tutte le storie che potrò
AGNESE BORSELLINO:“Ti racconterò tutte le storie che potrò. Così il nostro sarà un romanzo che non finirà mai, sino a quando io vivrò. La lieta novella manterrà sempre fresco il nostro amore. Perché l’amore ha bisogno di mantenersi fresco”. “Ho deciso di fare questo racconto una mattina, una di quelle mattine che avrebbero reso felice Paolo. Mentre sorgeva il sole, lui si accorgeva di un nuovo germoglio nelle piante sistemate con cura sul balcone della nostra casa di via Cilea. Sorrideva, rideva anche di gusto. Quante volte l’ho guardato strano in quelle mattine. Gli chiedevo: ‘Paolo a chi sorridi’? Mi diceva: ‘Sorrido a fratello sole, perché oggi ci donerà un’altra bella giornata’ E accarezzava i nuovi germogli: ‘Sai, Agnese’, sussurrava, ‘sono un uomo fortunato, perché alla mia età riesco ancora ad emozionarmi’.”Da “Ti racconterò tutte le storie che potrò”
AGNESE PIRAINO BORSELLINO