9️⃣ 🟧 STORIE ➡️ PENSA…, in ricordo di Paolo Borsellino

 

“Pensa” di Fabrizio Moro: la canzone simbolo della lotta contro la mafia ispirata dall’ultimo intervento pubblico di Paolo Borsellino 

La canzone “Pensa” di Fabrizio Moro è un inno coraggioso e intenso nella lotta contro la mafia. Vincitore del Festival di Sanremo nel 2007, questo brano è diventato un simbolo di impegno e memoria.
Il testo di “Pensa” scritto da Fabrizio Moro riflette in modo potente gli effetti devastanti che la mafia ha avuto nel passato,. È un grido di denuncia e di speranza, un richiamo alla necessità di combattere l’illegalità e la violenza.
In un mondo in cui la memoria storica è fondamentale per non dimenticare le vittime e per continuare a lottare contro la criminalità organizzata, “Pensa” continua a risuonare come un monito e una chiamata all’azione.


Tutto è nato dalla visione dell’ultimo discorso di Paolo Borsellino prima dell’attentato di via D’Amelio. Si intravedeva il coraggio di questa persona, che stava mettendo a disposizione del popolo italiano. Di getto ho scritto le parole di questa canzone con l’intento di lasciare una testimonianza nel tempo. E con la musica di può fare. Tanti ragazzi delle scuole elementari e medie  sono venuti a conoscenza di Falcone e Borsellino dopo avere ascoltato la mia canzone.”  Fabrizio Moro

 

video PENSA di Fabrizio Moro

 
Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine 
Appunti di una vita dal valore inestimabile 
Insostituibili perché hanno denunciato 
il più corrotto dei sistemi troppo spesso ignorato 
Uomini o angeli mandati sulla terra per combattere una guerra 
di faide e di famiglie sparse come tante biglie 
su un isola di sangue che fra tante meraviglie
 fra limoni e fra conchiglie… massacra figli e figlie 
di una generazione costretta a non guardare 
a parlare a bassa voce a spegnere la luce 
a commentare in pace ogni pallottola nell’aria 
ogni cadavere in un fosso 
Ci sono stati uomini che passo dopo passo 
hanno lasciato un segno con coraggio e con impegno 
con dedizione contro un’istituzione organizzata 
cosa nostra… cosa vostra… cos’è vostro? 
è nostra… la libertà di dire 
che gli occhi sono fatti per guardare 
La bocca per parlare le orecchie ascoltano… 
Non solo musica non solo musica 
La testa si gira e aggiusta la mira ragiona 
A volte condanna a volte perdona 
Semplicemente 
Pensa prima di sparare 
Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare 
Pensa che puoi 
decidere tu 
Resta un attimo soltanto un attimo di più 
Con la testa fra le mani Ci sono stati uomini che sono morti giovani 
Ma consapevoli che le loro idee 
Sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole 
Intatte e reali come piccoli miracoli 
Idee di uguaglianza idee di educazione 
Contro ogni uomo che eserciti oppressione 
Contro ogni suo simile contro chi è più debole 
Contro chi sotterra la coscienza nel cemento 
Pensa prima di sparare 
Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare 
Pensa che puoi decidere tu 
Resta un attimo soltanto un attimo di più 
Con la testa fra le mani
 Ci sono stati uomini che hanno continuato 
Nonostante intorno fosse tutto bruciato 
Perché in fondo questa vita non ha significato 
Se hai paura di una bomba o di un fucile puntato 
Gli uomini passano e passa una canzone 
Ma nessuno potrà fermare mai la convinzione 
Che la giustizia no… non è solo un’illusione 
Pensa prima di sparare 
Pensa prima dì dire e di giudicare prova a pensare 
Pensa che puoi decidere tu 
Resta un attimo soltanto un attimo di più 
Con la testa fra le mani 
Pensa.

 

LA FORZA DI UN ESEMPIO CHE MI HA CAMBIATO LA VITA di Fabrizio Moro

 

Molto probabilmente il 19 luglio del 1992, quando appresi dal tiggì delle 20 della morte del giudice Paolo Borsellino e della sua scorta, saltati in aria per mano di un attentato di stampo mafioso, mi trovavo a tavola, come succedeva di solito in quel periodo della mia vita, insieme ai miei fratelli e a mia madre, che puntualmente iniziava la cena sintonizzandosi sull’immancabile tiggì serale. 

Avevo 17 anni e i miei interessi, il mio pensiero e soprattutto la mia coscienza, erano, ovviamente, completamente diversi da oggi, dato che da quel tristissimo avvenimento sono ormai passati circa venti anni. Ricordo vagamente le immagini, il fumo, la gente raccolta in via D’Amelio, le solite parole dei nostri politici, gli occhi lucidi di mia madre che chiedeva insistentemente a mio fratello di fare silenzio. 

Non capivo bene quanto quel quadro fosse grave, ero concentrato su altre cose e mai e poi mai avrei immaginato che, in seguito, quel maledetto spaccato di storia d’Italia avrebbe cambiato per molti versi la mia vita. 

Con il passare degli anni e con una presa di coscienza diversa, una sera qualsiasi, mi ritrovavo a guardare proprio un film sulla vita del dottor Borsellino, un film affittato in una videoteca di quartiere, così per caso, un film dove Borsellino è interpretato magistralmente da Giorgio Tirabassi, un film da dove poi è nata una canzone che ha cambiato il mio percorso artistico e che mi ha dato la possibilità di iniziare a vivere di musica. 

Una canzone scritta per esorcizzare quella rabbia che durante quella visione e la lettura di certe parole si era accumulata dentro di me, un essere impotente contro certi meccanismi perversi di questa povera Italia, ma che attraverso un testo e alcuni accordi poteva e può rendere per sempre omaggio a uno degli uomini più coraggiosi che la nostra storia abbia mai avuto. 

Quando con più attenzione mi sono appassionato all’impresa di Paolo Borsellino ho capito tante cose, tante cose di questo Paese, ma soprattutto tante cose di me che prima non riuscivo a comprendere.

Ho capito che un uomo che ha un ideale e lo difende contro tutto e tutti vivrà per sempre. Ho capito che spesso è normale aver paura, ma la nostra dignità e i nostri passi saranno per sempre segnati dal modo in cui intendiamo affrontarla. 

Ho capito che la libertà è il valore più sacro della nostra esistenza e che dobbiamo lottare con tutte le forze che abbiamo per difenderlo, ma soprattutto ho capito che se un uomo come me, come noi, ha avuto il coraggio di andare incontro alla morte perché credeva fermamente nella propria causa, non dobbiamo e non possiamo temere di lottare contro i nostri piccoli o grandi problemi quotidiani. 

Mi sono trovato tante volte ad avere paura di salire su un palco difficile e spesso, violentato dall’insicurezza, ho rimandato prima di esprimere il mio pensiero, ma poi, grazie a un certo tipo di trascorso e all’esempio che certi uomini mi hanno dato, mi sono fatto forza e sono andato avanti, anche se le mie battaglie non sono neanche lontanamente paragonabili a quelle di un grande uomo che ha scritto per sempre una delle pagine migliori della nostra storia. 

Grazie Paolo per quello che hai fatto, una parte, la parte più bella di questa tua terra, non lo dimenticherà mai.