AUDIZIONE CSM 28.7.1992 – Il Sostituto procuratore LORENZO MATASSA e i “sistemi di (in)sicurezza” del Tribunale di Palermo


LORENZO MATASSA e PAOLO BORSELLINO

 


QUANDO IL DOTTOR MATASSA, SOSTITUTO PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PALERMO, SPERIMENTÒ I SISTEMI DI SICUREZZA DEL TRIBUNALE DI PALERMO E NE RIFERÌ GLI ESITI IN OCCASIONE DELLA SUA AUDIZIONE AL CSM POCHI GIORNI DOPO LA STRAGE DI VIA D’AMELIO.

 

          …facendo ingresso al Tribunale di Palermo, entrata principale, portavo con me all’interno della borsa da lavoro che detengo ai fini di difesa personale. Trattasi di arma del tipo revolver magnun 357 smitwenson che al momento del passaggio tra le porte blindate era carica con 6 colpi, premetto che avendo assunto l’incarico presso la Procura del la Repubblica di Palermo da pochi giorni non sono conosciuto agli agenti della porta d’ingresso nè al momento del passaggio mi accompagnava persona nota a questi ultimi. Sulla base di questo presupposto rilevavo che nessun controllo veniva effettuato sul titolo che mi legittimava al passaggio senza esibizione di documento e che durante l’attraversamento del passaggio obbligato munito di metal detector nessun segnale acustico rilevava la presenza dell’arma in mio possesso, raggiungevo quindi gli ascensori e l’interno dei locali della Procura della Repubblica, anche qui nessuno mi controllava, le porte blindate erano aperte, introducevo l’arma anche all’interno del predetto ufficio senza alcun controllo o barriera, non occorrono altre parole per rappresentare la gravità dei fatti …

Orbene io ho fatto questa prova in realtà è successo in modo accidentale. Questo il giorno stesso dei funerali di Paolo Borsellino. La mattina di fronte a questo spiegamento enorme, il dubbio mi era già venuto prima perchè detenevo questa pistola e la prima volta che passai dopo qualche giorno che ero in Procura dalla porta mi accorsi che non suonava, però il giorno del funerale di Paolo Borsellino, con questo spiegamento di forze, volli un po provare a me stesso l’efficacia degli strumenti di controllo che operavano all’interno del Tribunale e mi vestii in modo normale come mi vesto sempre, misi la pistola nella tasca perchè a quel punto pensai che messa dentro la borsa poteva sfuggire in qualche modo.…

…a volte la borsa non viene controllata ma non fui fermato, non mi si chiese nessun documento ripeto, ma mi si potrebbe obiettare, ma lei è magistrato alla Provura della Repubblica di Palermo e la si conosce, ma questo non è vero perchè da 20 giorni sono lì, poi la guardia davanti al Tribunale cambia sempre.
…ripeto la gravità del fatto è correlata al giorno in cui questo è avvenuto.

Capite, è il giorno stesso del funerale di Paolo Borsellino, cioè nel punto apicale se vogliamo del controllo dell’attività di prevenzione, e allora che cosa avverrà tra sei mesi, tra un anno, magari nel silenzio che Cosa Nostra fa seguire ad ogni atto delittuoso e che noi purtroppo è un silenzio che si annuncia sempre pieno di morte e che noi giù in Sicilia ben conosciamo, ora io questo mi sconcerta, e chiaramente sconcerta anche i miei colleghi che hanno sorriso a questa prova, è un riso amaro, scusatemi e e lo voglio rappresentare con grande attenzione, questo è uno del punti sul quale bisogna intervenire subito, la sicurezza all’interno del Tribunale, poi insomma, se uno riesce a colpire un magistrato portando una pistola all’interno, già l’atto proditorio con la bomba, la strage è già un atto più complesso ma insomma questo è un atto di una semplicità enorme. l’ingresso all’interno del Tribunale magari con una pistola silenziata…

 

 

TESTO