LUCIA, CHE ASCOLTAVA LE PAROLE DI PAOLO BORSELLINO REPLICATE DALL’ECO DELLA CAMOSCIARA

 

LA GITA AL PARCO NAZIONALE NEGLI APPUNTI DELLA GIOVANISSIMA FIGLIA DEL GIUDICE  NEL 1977 – LA STESSA ECO RACCONTATA DA PUBLIO OVIDIO NASONE

Lucia Borsellino appunta nel 1977 tutte le emozioni della gita con il padre Paolo nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Anche il meraviglioso contatto con l’eco: “Domenica siamo andati in un bosco dove abbiamo incontrato dei cacciatori. In questo bosco papà chiamava un nome e l’eco rispondeva”.
Si trova nei pressi della Camosciara e di Pescasseroli, dove il gruppo (ci sono anche il fratello Manfredi e lo zio Bruno) incontra i lupi che “vanno avanti e indietro”, gli orsi e tutto il corredo di fauna che si apre agli occhi dei bambini. Il giovane magistrato è ancora fresco di studi da civilista e non immerso nel processo penale più famoso del dopoguerra, il maxi-processo alla mafia, con le sue 335 condanne e la dichiarazione di guerra definitiva dell’organizzazione mafiosa agli uomini dello Stato.

E’ significativo questo accostamento dei luoghi ove l’eco si sente distinta, fa sembrare che chi risponde sia proprio dietro le piante, ad aspettare un’altra parola e a ribadirla senza lasciarla completare. E senza stancarsi mai, usando anche a cento metri o a tre chilometri la stessa forza della parola pronunciata. Per un bambino è un gioco che più divertente non potrebbe essere.

E, del resto, sembra che proprio su queste montagne il sulmonese Publio Ovidio Nasone abbia ascoltato il verso delle sue stesse parole e ne abbia ricavato uno dei più struggenti episodi delle sue “Metamorfosi”, quello che racconta di Eco e della impossibilità di esprimere un suo sentimento, per limitarsi a replicare le grida e le parole accorate di altri. E non può esprimere il suo sentimento per Narciso, altro personaggio-cardine delle Metamorfosi di Ovidio, che ha ispirato tanti capolavori, tra i quali quello del Caravaggio. VASCHIONE 19 luglio 2019

 

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