Aveva 93 anni. Aveva accettato l’incarico dopo il rifiuto di molti colleghi
Alfonso Giordano, magistrato, 93 anni, era nato a Palermo il 22 dicembre 1928 E’ stato il presidente della corte d’assise che celebrò il maxiprocesso, primo atto d’accusa alla Cupola di Cosa nostra istruito da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino .Giordano, che all’epoca del maxi era giudice civile, accettò di presiedere la corte dopo il rifiuto di diversi colleghi. Giordano: tra il 10 febbraio 1986 e il 16 dicembre 1987 fu presidente del maxiprocesso a Cosa nostra, accettando l’incarico di condurre il dibattimento con 475 imputati.
La corte presieduta da Giordano con giudice a latere Pietro Grasso, concluse il processo superando anche gli ostacoli procedurali sollevati dai difensori degli imputati.
Nei confronti dello stesso presidente venne avanzata la ricusazione. Il verdetto, emesso dopo una camera di consiglio durata 35 giorni, sancì condanne a 19 ergastoli e 2.665 anni di reclusione.
ALFONSO GIORDANO – Enciclopedia Treccani
Magistrato italiano (Palermo 1928 – ivi 2021). Entrato in magistratura nel 1952, ha iniziato la sua carriera in Sardegna. È stato giudice a Sciacca e pretore a Salemi, sostituto procuratore a Palermo e poi è passato alla prima sezione civile del Tribunale di Palermo. Presidente della prima corte di assise di Palermo, nel 1986 presiedette il cosiddetto “maxiprocesso”, il più importante processo alla mafia che sia mai stato celebrato e con il maggior numero di imputati. Docente presso l’Università di Palermo, è stato successivamente presidente della corte d’appello di Lecce e della corte d’appello di Palermo e poi presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione. Nel 2001 è stato insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Lotta alla mafia: Mattarella ricorda Giordano, presiedente del “maxiprocesso”. “Cultura della legalità, attraverso la forza del diritto, consente di contrastare ogni forma di prevaricazione”
Aula del tribunale intitolata ad Alfonso Giordano, Mattarella: “Determinante nella lotta alla mafia”
“Magistrato integerrimo, dotato di eccezionali capacità professionali”.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al presidente della Corte di appello di Palermo, Matteo Frasca e al presidente del tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini, un messaggio, in occasione dell’intitolazione dell’aula della prima sezione civile del tribunale del capoluogo siciliano alla memoria di Alfonso Giordano, morto due anni fa. “Desidero unirmi al suo ricordo. Magistrato integerrimo, dotato di eccezionali capacità professionali, il dottor Giordano, nella sua lunga e prestigiosa carriera, si è distinto per l’esemplare dedizione all’esercizio della giurisdizione, fondando la propria autorevolezza, oltre che sull’indiscussa preparazione giuridica, sulla sua riconosciuta levatura morale”, afferma Mattarella.
“Con autentico spirito di servizio – continua Mattarella – dopo il rifiuto di alcuni colleghi, accettò di presiedere il ‘maxiprocesso’ in Corte di assise, contribuendo in maniera determinante a una tappa fondamentale nella lotta alla mafia nel nostro Paese, assicurando l’applicazione del diritto con coraggiosa fermezza. Il ricordo dell’integrità che caratterizzò l’assolvimento da parte sua delle funzioni giudiziarie costituisce riferimento per una sempre maggiore affermazione della cultura della legalità che, attraverso la forza del diritto, consente di contrastare ogni forma di prevaricazione, specie di quella mafiosa.
Descrizione Il maxiprocesso alla mafia. 10 febbraio 1986. Memoriale del Presidente
Il racconto del maxiprocesso narrato e rivisitato da colui che ha avuto il coraggio di presiederlo. Oneri e dissapori, dovere e stanchezza si intrecciano in un racconto che dovrebbe insegnare tanto. «Era necessario farlo: ed è stato fatto».