La vedova Borsellino «Paolo fu abbandonato» Lettera-denuncia a giuria del premio Marrazzo Paolo Borsellino era «un uomo che andava protetto così come lui proteggeva, che andava aiutato così come lui aiutava, ed invece, mi preme dirlo, è stato abbandonato al suo destino di morte…».
E’ quanto scrive la signora Agnese Borsellino, vedova del magistrato, in una lettera inviata ai promotori del premio «Giuseppe Marrazzo» dedicato, nella sua quinta edizione, alla memoria dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e la cui manifestazione si è svolta ieri sera a Napoli con la partecipazione di Maria Falcone, sorella di Giovanni.
Agnese Borsellino, che non era presente perchè malata, afferma che «questa iniziativa riveste un significato importante dal momento che è la prima volta che un premio del genere è dedicato a due magistrati».
«Desidero ricordare la semplicità e la bontà d’animo di Paolo, che prima di essere un magistrato è stato un marito esemplare. La carica umana che trasmetteva in famiglia era la stessa che trasmetteva ai collaboratori della giustizia, i cosiddetti pentiti, e la stessa sicurezza che dava ai figli la infondeva ai suoi collaboratori, i quali proprio in quanto si sentivano protetti e aiutati si affidavano a lui ciecamente». Maria Falcone ha detto di non credere «che si possa parlare di abbandono vero e proprio. Certo c’è stata qualche leggerezza, ma non è un problema di scorta. In realtà per proteggere l’uomo a rischio bisogna avere determinate menti particolari che riescano ad intuire ciò che andrebbe fatto». [Ansa]
«Desidero ricordare la semplicità e la bontà d’animo di Paolo, che prima di essere un magistrato è stato un marito esemplare. La carica umana che trasmetteva in famiglia era la stessa che trasmetteva ai collaboratori della giustizia, i cosiddetti pentiti, e la stessa sicurezza che dava ai figli la infondeva ai suoi collaboratori, i quali proprio in quanto si sentivano protetti e aiutati si affidavano a lui ciecamente». Maria Falcone ha detto di non credere «che si possa parlare di abbandono vero e proprio. Certo c’è stata qualche leggerezza, ma non è un problema di scorta. In realtà per proteggere l’uomo a rischio bisogna avere determinate menti particolari che riescano ad intuire ciò che andrebbe fatto». [Ansa]
AGNESE BORSELLINO