1996 ARCHIVIO 🟧 POLIZIOTTI DEL SERVIZIO SCORTE «Drogati e rapinatori dopo lo choc di Capaci»

 

«Drogati dopo lo choc di Capaci» Due agenti rapinavano per comprarsi la cocaina
Durante la settimana erano poliziotti di scorta, nel tempo libero rapinatori di banche.
Non è la prima volta che accade, ma in questo caso le motivazioni di due agenti in servizio alla questura di Palermo, arrestati a Milano all’inizio di quest’anno, sono state davvero singolari: le rapine – hanno spiegato al magistrato che li stava interrogando – servivano per finanziare l’acquisto di cocaina, di cui erano diventati schiavi per superare la paura di un lavoro a rischio e stressante, quello di scorta ai magistrati antimafia.
Idee un po’ confuse quelle degli agenti Vincenzo Ruisi e Giovanni Argento, il primo accusato di aver partecipato a otto rapine e una tentata estorsione, il secondo di avere svolto un ruolo da complice in almeno una delle rapine.
La loro storia, se venisse creduta, forse servirà come attenuante al processo cui intende sottoporli la procura milanese, che ieri mattina ha chiesto il loro rinvio a giudizio.
Fino al 1992 Ruisi e Argento erano addetti al servizio scorta di alcuni magistrati impegnati in prima linea nella lotta contro le cosche mafiose. Ma dopo gli attentati in cui persero la vita prima Giovanni Falcone e poi Paolo Borsellino, pur non avendo mai scortato i due giudici, Ruisi e Argento hanno raccontato di essere rimasti sotto choc: per loro, improvvisamente, niente era più come prima.
Così, per poter affrontare meglio il lavoro quotidiano, fatto di continue tensioni, cambi di programma improvvisi, stress di ogni tipo, hanno pensato bene di iniziare a sniffare un po’.
Prima soltanto qualche tiro, ogni tanto, poi velocemente è arrivata la tos- sicodipendenza, fino a dover organizzare un’attività criminosa parallela per mantenersi il vizio e pagare spacciatori sempre più esosi. Le rapine infatti sarebbero state compiute in gran parte nel corso del 1994.
A mettere fine alla loro doppia vita ci hanno pensato altri colleghi, arrestandoli all’inizio di quest’anno. Finiti nel carcere di Peschiera del Garda, inizialmente Ruisi e Argento hanno negato ogni accusa, poi di fronte all’evidenza di alcune prove, ai filmati dei circuiti chiusi delle banche, alle testimonianze di altri colleghi, hanno ceduto, confessando di essere loro gli autori delle rapine.
Colpi che svolgevano, da bravi pendolari del crimine, prevalentemente a Milano, trasferendosi nel capoluogo lombardo da Palermo ogni qualvolta ottenevano delle licenze sufficientemente lunghe. Il giorno dopo le rapine tornavano in servizio. Adesso sono stati sospesi in attesa che si svolga il processo. [p. col.]
LA STAMPA 1.12.1996

5.7.2016 Via Molinari, parcheggiatore minacciato con la pistola e rapinato: arrestato ex poliziotto

 

In manette Vincenzo Ruisi, 48 anni. Fino al 1996 era in servizio alla Questura di Palermo, poi l’allontanamento per una condanna definitiva a 5 anni e 8 mesi di reclusione. L’uomo avrebbe reclutato due giovani esecutori materiali dell’assalto

Da poliziotto a “leader e punto di raccordo della criminalità cittadina”, autore di violente rapine. E’ il profilo che la questura traccia di Vincenzo Ruisi, 48 anni e pluripregiudicato per reati di natura patrimoniale e legati agli stupefacenti. Gli agenti della squadra mobile lo hanno arrestato perchè ritenuto l’autore della violenta rapina messa a segno ai danni di un posteggiatore della sala giochi di via Molinari. In manette anche Maurizio Sirchia, 20 anni, e Alessio Corrao, 21 anni, ritenuti complici di Ruisi.

I fatti risalgono allo scorso 30 giugno quando un posteggiatore ha detto di essere stato minacciato con una pistola e rapinato da due giovani. “Se non stati zitto ti ammazziamo”, avrebbero detto i malviventi prima di fuggire con l’incasso pari a 700 euro. I rapinatori sono quindi fuggiti a bordo di un’ auto guidata da una donna.
Immediatamente gli agenti sono risaliti a Ruisi attribuendogli “un ruolo tutt’altro che marginale. La particolare natura criminale – spiegano dalla questura – è legata anche al fatto che lo stesso risulta essere stato un poliziotto, per altro in servizio alla Questura di Palermo fino al giugno del 1996, periodo del suo allontanamento, in conseguenza di una condanna definitiva emessa dalla Corte di Appello di Milano a 5 anni, 8 mesi di reclusione e interdizione dai pubblici uffici per aver commesso 8 rapine aggravate dall’ utilizzo di un’arma d’ordinanza in concorso con altri soggetti.”
Dalle indagini è emerso che Ruisi, assiduo frequentatore della sala giochi di via Molinari, lo stesso giorno della rapina (ma circa un’ora e mezza prima) si era già recato presso il parcheggio. Per gli inquirenti aveva, sostanzialmente, effettuato un sopralluogo funzionale alla rapina.  Ruisi è stato rintracciato presso un centro medico privato presso cui risultava regolarmente impiegato ed è stato condotto alla squadra mobile. “I poliziotti – sottolineano dalla questura – a partire dal ruolo di riconosciuta leadership criminale hanno delineato il quadro del delitto. Sarebbe stato proprio Ruisi, punto di raccordo criminale e procacciatore di ‘manovalanza‘, ad assoldare i due rapinatori”. L’ex poliziotto avrebbe anche “convinto la sua compagna, alla quale aveva detto di essere un medico, ad accompagnare due ragazzi di circa 20 anni, suoi conoscenti, presso il parcheggio. La donna, completamente ignara delle intenzioni, avrebbe atteso in auto il ritorno dei due giovani”.
Dall’analisi dei tabulati telefonici la polizia è poi risalita ai complici. In casa di Sirchia, nascosta all’interno di una scatola di scarpe nell’armadio della camera da letto, è stata trovata una pistola giocattolocorrispondente a quella utilizzata per commettere la rapina. Accanto anche parte del bottino prelevato. Ruisi si trova al Pagliarelli sottoposto a fermo di indiziato di delitto per il reato di rapina aggravata. PALERMO TODAY


21.2.2023 Ex poliziotto condannato rimesso in libertà, obbligo di dimora a Palermo arrestato dai carabinieri nel settembre scorso

Vincenzo Ruisi, 55 anni, palermitano, ex poliziotto è stato rimesso in libertà a pochi giorni dalla sentenza di condanna a 2 anni e 4 mesi di reclusione emessa dal gup del Tribunale di Siracusa.

Il processo

Era finito sotto processo per detenzione di arma modificata ed assistito dall’avvocato Junio Celesti, aveva deciso di ricorrere al giudizio abbreviato. In realtà, nei suoi confronti è stata adottata una misura cautelare più blanda, l’obbligo di dimora a Palermo.

L’arresto dopo il controllo dell’auto

L’uomo venne arrestato dai carabinieri nel settembre dello scorso anno: al termine di una perquisizione, scattata nella macchina dell’imputato, fermato nel corso di un controllo a Siracusa, gli inquirenti rinvennero oltre all’arma, dei proiettili, dei giubbotti delle forze dell’ordine e dei caschi,  posti poi sotto sequestro.
L’ex poliziotto, al termine dell’udienza di convalida della misura cautelare, venne posto ai domiciliari con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico.
Su quel controllo, le indagini dei carabinieri non sono affatto chiuse, gli inquirenti sospettano che fosse in preparazione un colpo, presumibilmente in città, ma, fino ad ora, non sono emersi elementi nuovi. Il palermitano, d’altra parte, risponde solo di detenzione di arma.

Chi è l’ex poliziotto

Ruisi è un ex poliziotto, per altro in servizio alla Questura di Palermo fino al giugno del 1996, periodo del suo allontanamento, in conseguenza di una condanna definitiva emessa dalla Corte di Appello di Milano ad anni 5 e mesi 8 di reclusione e interdizione dai pubblici uffici per aver commesso 8 rapine, aggravate dall’utilizzo di un arma (per altro d’ordinanza, dal momento che, all’epoca dei fatti, era ancora un appartenente della Polizia di Stato) in concorso con altre persone.

Lo stesso poliziotto fu indagato nel 2016 per una rapina aggravata ai danni dell’addetto al parcheggio di una sala giochi palermitana di Via Bernardino Molinari, particolarmente frequentata. Per lo stesso reato vennero arrestati due giovani che, all’epoca dei fatti, avevano 20 anni. BLOG SICILIA