In “Era d’estate” Valeria è Francesca Morvillo e Claudia Agnese Borsellino. Il film ricorda una “vacanza” nell’isola-carcere dell’Asinara imposta alle famiglie dei due magistrati. Che poi sarebbero stati uccisi dalla mafia
Con un titolo così, come la canzone di Sergio Endrigo, Era d’estatepotrebbe essere semplicemente un film assolato, il ricordo di una vacanza. In qualche modo lo è, «una vacanza coatta» pare l’avesse definita Giovanni Falcone, trasferito in grande fretta, insieme a Paolo Borsellino e alle loro famiglie sull’isola-carcere dell’Asinara nell’estate del 1985, quando una soffiata proveniente dall’Ucciardone aveva allertato gli apparati di sicurezza: un attentato contro i giudici che stavano preparando il maxiprocesso contro i vertici di Cosa Nostra era imminente. Era d’estate di Fiorella Infascelli uscirà nei cinema il 23 e 24 maggio, un’uscita-evento per commemorare il 24esimo anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio.
Cinema civile, dunque. Con un quartetto di attori ad abitare le stesse stanze, la foresteria di Cala d’Oliva, affacciata sul mare di Sardegna, «emozionati al pensiero che quelle erano le finestre da cui i due magistrati guardavano il mare, perché sentivamo che in quel luogo c’era stato dolore – e non solo il loro, a poca distanza da lì c’è il carcere…»: Massimo Popolizioe Beppe Fiorello sono rispettivamente Falcone e Borsellino, Valeria Solarino è Francesca Morvillo, moglie di Falcone e Claudia Potenza è Agnese Piraino Leto, moglie di Borsellino.
Io donna le ha intervistate: Valeria Solarino, siciliana da parte di padre, una carriera divisa tra commedie e cinema d’impegno (Signorina Effe, Viola di mare), Claudia Potenza, pugliese, esordio in Basilicata Coast to Coast, poi cinema e tv (tra cui Il clan dei camorristi, dove è la moglie di un boss del clan dei Casalesi).
Cos’ha significato per voi recitare in questo film?
Valeria Solarino. La mia parte siciliana è stata coinvolta emotivamente da questo film, ma non solo quella: questa è una storia che riguarda l’interezza del mio essere italiana, ci riguarda tutti, continua a farlo.
Claudia Potenza. Era d’estate è film pieno di luce, ma parla di un buio profondo: la stagione delle grandi stragi di mafia. La luce era in queste vite, una coppia di magistrati appassionati come Falcone e Morvillo, una famiglia unita con tre figli amatissimi come i Borsellino. Nonostante l’incombente oscurità.
Nessuno sa che cosa sia successo in quel mese di isolamento forzato.
V. Erano rinchiusi in un posto alieno, privati delle carte indispensabili per compilare l’istruttoria: abbiamo immaginato che quelle fossero le condizioni per cui non poteva che nascere un’intimità tra queste persone. Falcone e Borsellino si frequentavano per lavoro, ma le loro famiglie no. Quel momento della loro storia supera l’aspetto pubblico, il ruolo, parla di loro come persone.
La famiglia per i Borsellino rappresentava un sostegno in un momento così complicato. Come se l’è immaginata Claudia Potenza che, quando ha avuto un figlio, 5 anni fa, si autodefinì «una testimonial vivente della gravidanza»?
C. Come la cosa più bella, la più importante del mondo, perché avere dei figli rappresenta poi la responsabilità più grande. E così doveva essere anche per i Borsellino, consapevoli che il lavoro del padre costringeva i figli a crescere in maniera diversa dai ragazzi della loro età. Il mio Gabriele è arrivato inatteso, sapevo che nella vita avrei voluto dei figli, ma non l’avevo programmato. Vorrei che capitasse ancora così altre 3, 4 volte.
Anche Francesca Morvillo aveva rinunciato a una fetta importante della sua vita per amore di Falcone.
V. Si erano incontrati e scelti quando lui era già Falcone. Un incontro tra adulti, non un amore di gioventù, seconde nozze per entrambi. Il loro tempo insieme era risicato, assorbiti com’erano dal lavoro di magistrati: ho immaginato che forse proprio lì, in quella vacanza forzata, avessero trovato un modo diverso di stare insieme. Passeggiare senza scorta doveva essere un piacere inedito: la loro vita di solito era casa, auto, bunker.
È rilevante per il nostro presente una storia di trent’anni fa?
V. La mafia a me fa più paura adesso. Quando non si fa sentire vuol dire che sta facendo i propri interessi, che sta governando tranquilla. Quando sceglie di manifestarsi clamorosamente significa che è in difficoltà. Falcone e Borsellino in quella stagione avevano scoperchiato i rapporti tra criminalità organizzata e politica. Avevano portato allo scoperto il sistema. Ora il sistema si è riorganizzato.