“Quella in corso ai danni di Roberto Scarpinato è una bieca operazione di delegittimazione, pericolosissima dal punto di vista democratico, fatta con i metodi del dossieraggio per sterilizzarlo, renderlo inoffensivo nella commissione Antimafia, così che non possa portare avanti in quella sede la nostra battaglia sulle verità scomode e per alcuni indicibili sulle Stragi del 1992-93, sul coinvolgimento di pezzi deviati dello Stato in combutta con esponenti dell’eversione neofascista”.
“Stanno circolando conversazioni private tenute tra Scarpinato e Gioacchino Natoli, un altro magistrato suo collega antimafia per decenni, che non hanno nessuna rilevanza penale, che nemmeno potevano uscire dall’archivio digitale del procuratore capo di Caltanissetta e che invece sono arrivate alla commissione Antimafia.
Il centrodestra strepita da anni di violazioni della privacy, quando invece nessuna violazione è avvenuta dall’entrata in vigore della legge Orlando-Bonafede sulle intercettazioni.
Ora invece con Scarpinato sta avvenendo non solo la violazione della privacy, ma anche quella dei suoi diritti di parlamentare garantiti dalla Costituzione.
E’ un caso che il quotidiano La Verità abbia dato notizia delle intercettazioni pochi giorni dopo che sono arrivate alla Commissione?
Quali e quante altre fughe di notizie pilotate alla stampa per motivi politici si stanno preparando?
La presidente Colosimo può garantire pubblicamente che nessun esponente politico della Commissione ha avuto accesso a queste carte, che nulla è uscito dal suo ufficio o uscirà in futuro?
Questa diffusione colpisce anche il corretto svolgimento della Giustizia, dal momento che sono state diffuse informazioni idonee a compromettere il segreto delle indagini, come l’esistenza di una microspia collocata nello studio di Natoli di cui non si era a conoscenza.
E’ inoltre paradossale il fatto che potenzialmente i contenuti delle intercettazioni possano essere messi a disposizione di ben 50 parlamentari, mentre le indagini sono ancora in corso e neppure i difensori dell’indagato possono avere copia delle intercettazioni”.
“Cosa ha da dire la presidente Meloni che si dipinge come vittima numero uno dei dossieraggi, denunciando l’attacco all’ordine democratico, di questo dossieraggio contro le opposizioni?
Al dossieraggio di Striano e del bancario di Bari, entrambi oggetto di indagini, si aggiunge quello istituzionale ad opera del centrodestra contro Roberto Scarpinato?
Sarebbe il secondo gravissimo caso dopo l’operazione di Delmastro e Donzelli, che hanno usato carte riservatissime sui colloqui dei detenuti sottoposti a 41-bis per infangare parlamentari delle opposizioni.
La commissione Antimafia, storicamente l’avamposto della legalità, è diventata il luogo del killeraggio dei campioni dell’antimafia, della delegittimazione di due magistrati che in passato hanno indagato e mandato a processo esponenti del centrodestra stesso.
Così come la commissione Covid è lo strumento istituzionale per attaccare in modo violento, scorretto e antidemocratico altri esponenti delle opposizioni”, conclude il Movimento.