IL TESTO della LETTERA aperta di SALVATORE BORSELLINO e PARENTI DI VITTIME DI TERRORISMO E MAFIA
Ad un anno e mezzo di distanza dalla prima lettera aperta, siamo costretti a tornare a scrivere per denunciare la concretizzazione del conflitto di interessi che avevamo previsto nel nostro accorato appello, affinché l’onorevole Chiara Colosimo non venisse designata Presidente della Commissione parlamentare antimafia.Nel maggio dello scorso anno avevamo voluto accendere i riflettori sui “rapporti tra la suddetta deputata di Fratelli d’Italia e il terrorista dell’eversione di destra Luigi Ciavardini” e sul pericolo che quei legami potessero inficiare il sereno svolgimento delle inchieste della Commissione.
Ebbene, nonostante plurime sentenze abbiano confermato il coinvolgimento degli eversori neofascisti (con la complicità di parti infedeli delle istituzioni), non solo nella campagna stragista degli anni della strategia della tensione, ma anche in quella mafiosa degli anni ’92-’94, il primo passo della Commissione è stato quello di circoscrivere il lavoro sulla sola strage di Via D’Amelio – analizzandola come un fatto isolato e non all’interno di una strategia complessiva – e, riguardo questa, soltanto sul ruolo della cosiddetta “inchiesta mafia-appalti”.
Eliminando così il ruolo degli apparati di sicurezza e degli eversori di destra e, quindi, tra gli altri, quello di Paolo Bellini (neofascista entrato – secondo una sentenza di primo e secondo grado – in prima persona nella strage della stazione di Bologna e nelle “trattative” mafiose degli anni ‘90).
Il secondo passo è stato quello di cestinare la dettagliata proposta del senatore Roberto Scarpinato di svolgere approfondimenti concernenti il coinvolgimento nelle stragi mafiose di apparati statali, massoneria e di soggetti appartenenti al mondo dell’eversione di destra.
Ma è l’ultimo atto della Commissione, preannunciato dalla Presidente Colosimo pochi giorni fa, che ci ha indotti ad intervenire nuovamente: la proposta di modifica del regolamento interno della Commissione per escludere dai lavori quei parlamentari che avrebbero presunte (e pericolosamente generiche) “incompatibilità” con le inchieste dell’organo parlamentare.
E chi si preannuncerebbe essere il primo escluso per la fantomatica incompatibilità, anche definita “conflitto di interessi”?
Proprio il senatore Roberto Scarpinato, che ha trascorso la sua vita da magistrato ad indagare sui rapporti tra mafia, massoneria, Servizi segreti e terroristi di destra.
La sua ultima indagine, prima di andare in pensione, ha portato alla condanna (ancora non definitiva), per l’omicidio del poliziotto Nino Agostino e di sua moglie incinta, di due mafiosi con saldi legami con i Servizi.
Non possiamo fare altro che denunciare la vergogna di uno Stato che ritiene di poter allontanare i suoi più valorosi servitori con la scusa di un supposto conflitto di interessi che, però, evidentemente, non è ritenuto così insidioso – nonostante fosse stato cristallizzato con tanto di prova fotografica – quando ad averlo è la Presidente stessa.
Salvatore Borsellino (fratello del magistrato Paolo Borsellino, assassinato da Cosa Nostra, e presidente dell’Associazione Le Agende Rosse)
Paolo Bolognesi (presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage della stazione di Bologna)
Luigi Dainelli e Daniele Gabrielli (Presidente e vicepresidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili)
Manlio Milani (presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage di Piazza della Loggia)
Stefano Mormile (fratello dell’educatore carcerario Umberto Mormile, assassinato dalla ‘Ndrangheta, e presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della Falange Armata)
Federico Sinicato (presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage di Piazza Fontana)
Nunzia Agostino (sorella dell’agente di Polizia Nino Agostino, assassinato da Cosa Nostra)
Paola Caccia (figlia del magistrato Bruno Caccia, assassinato dalla ‘Ndrangheta)
Angela Gentile Manca (madre del medico Attilio Manca, assassinato da Cosa Nostra)
Brizio Montinaro (fratello dell’agente Antonio Montinaro, ucciso nella strage di Capaci)
PD “La lettera dei familiari di vittime della mafia e del terrorismo non puo’ non scuotere le coscienze innanzitutto dei membri della Commissione Antimafia.
Innanzitutto perche’ richiama la Commissione stessa ad un dovere: fare di tutto per indagare e contribuire a contrastare le mafie di oggi, la loro pericolosa penetrazione nell’economia, nelle istituzioni, nella cybersicurezza, nelle grandi partite del Pnrr e dei grandi investimenti pubblici. E questo mentre il governo e la maggioranza indeboliscono misure di contrasto, cambiando e abrogando leggi e reati, indebolendo le intercettazioni e colpendo i controlli. Il secondo dovere e’ quello di contribuire a fare piena luce sulle stragi e gli omicidi degli anni Ottanta e Novanta, facendo chiarezza su intrecci tra mafie, appalti, potentati economici, estremismo nero, settori politici, con l’obiettivo di condizionare il corso politico e democratico. Per questo ripetiamo quello che abbiamo gia’ sostenuto in Commissione: non puo’ essere consentito piegare il lavoro della Commissione a pericolose riscritture della storia, cercando di impedire a membri gia’ protagonisti dell’impegno Antimafia – come i magistrati Scarpinato e De Raho – di offrire il loro contributo, accampando inesistenti conflitti di interesse, con proposte di modifica di norme davvero discrezionali e irricevibili”. Cosi’ i componenti Pd della Commissione Antimafia Walter Verini, Enza Rando, Franco Mirabelli, Valeria Valente, Debora Serracchiani, Andrea Orlando, Giuseppe Provenzano e Anthony Barbagallo.’
M5S: MAGGIORANZA ASCOLTI SALVATORE BORSELLINO E PARENTI VITTIME
(9Colonne) Roma, 24 ott – “La lettera aperta di Salvatore Borsellino e dei parenti delle vittime delle Stragi di mafia e terrorismo è un affresco sui valori della giustizia e della legalità e le loro parole costituiscono una denuncia di enorme valore contro quello che sta accadendo in commissione Antimafia. Un organo istituzionale così importante è stato trasformato da luogo della lotta alla mafia a sede della lotta agli esponenti dell’antimafia. La società civile sta denunciando un gravissimo attacco a Federico Cafiero De Raho e Roberto Scarpinato che sono un vanto per le nostre istituzioni e che la maggioranza in modo irresponsabile ha trasformato in oggetto di un gioco al massacro. La presidente Colosimo e tutta la maggioranza per una volta diano retta alla parte sana del nostro Paese”. Lo affermano i componenti del Movimento 5 Stelle in commissione antimafia Stefania Ascari, Francesco Castiello, Michele Gubitosa e Luigi Nave.
FOTI (FdI), solidarieta’ a Colosimo per accuse
(AGI) – “Leggo con grande stupore, pur nel rispetto che si deve ai firmatari, una lettera sottoscritta dai parenti e da alcuni rappresentanti delle vittime di mafia e terrorismo con accuse pesantissime nei confronti del presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo.
Senza sudditanza alcuna nei confronti dei santoni a’ la carte dell’antimafia, sono i fatti che attestano l’equilibrio e la capacita’ del Presidente Colosimo nella proficua e trasparente attivita’ svolta, retta da un solo e irrinunciabile principio: la ricerca della verita’”. “Quella si’ che si deve alle vittime. Quelle contenute nella lettera sono accuse infamanti: siamo all’ingegnerizzazione del pensiero unico, che non contempla i fatti, ma solo posizioni speculari alla narrazione messa in campo in questi anni.
Quindi, rispediamo al mittente le accuse lanciate a Fratelli d’Italia, che ha fatto della lotta alla mafia un valore imprescindibile e irrinunciabile, con la piena consapevolezza di saper distinguere tra il pensiero dei vivi e quello dei morti. A Chiara Colosimo la piena e sincera solidarieta’ a nome mio e dei deputati di Fratelli d’Italia e l’invito a continuare sulla strada della verita’ che puo’ preoccupare solo chi la teme”, conclude. Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
GASPARRI: FONDAMENTALI AUDIZIONI FAMILIARI BORSELLINO, TRIZZINO E ALTRI
‘NON COMPLETA INFORMAZIONE MI COSTRINGE A DETTAGLIATA PRECISAZIONE’
(Adnkronos) – “La non completa e corretta informazione di un programma andato in onda, in prima serata su Rai 3 lunedì sera, in merito ai problemi della lotta alla mafia, mi costringe ad una lunga e dettagliata precisazione. Sono state fatte dire, da ospiti del servizio pubblico, cose inesatte su vicende delicate. Ed è indispensabile che la Rai provveda a recuperare la verità prima di essere formalmente invitata a farlo. Nel corso dell’agosto 1991, a seguito delle 5 ordinanze di custodia cautelare decise per l’inchiesta del Ros sugli appalti, la Procura della Repubblica di Palermo, ai difensori degli arrestati, invece che gli stralci delle posizioni dei loro assistiti, consegnò l’intera informativa, permettendo così anche a ‘Cosa nostra’ di conoscere lo stato dell’inchiesta e dove, nel prosieguo, i Carabinieri potevano arrivare con le indagini”. Lo precisa il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, membro della Commissione Antimafia. “Il 13 luglio 1992 il dott. Scarpinato, insieme al collega Lo Forte -ricorda Gasparri- chiese l’archiviazione per molti degli indagati nell’inchiesta ‘Mafia e Appalti’ sviluppata dai Carabinieri del Ros. Tra le persone che non vennero ritenute perseguibili vi furono: alcuni politici, a livello regionale e nazionale, segnalati con una specifica informativa inviata dal Ros nell’estate del 1991. Questa attività -sottolinea- non venne sviluppata perchè la Procura di Palermo non ritenne di concedere successive deleghe d’indagine in merito; gli imprenditori di alcune grandi imprese nazionali che, come evidenziato nel rapporto del Ros, avevano partecipato a pieno titolo agli accordi per condizionare illecitamente l’assegnazione di molti appalti; il geometra Giuseppe Lipari, commercialista che trattava gli affari di Riina e Provenzano; l’imprenditore agrigentino Filippo Salamone, fratello del magistrato Fabio Salamone, sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento, uno dei principali protagonisti del condizionamento illecito degli appalti nella regione siciliana; l’imprenditore e sospettato mafioso Antonino Buscemi, fratello di Salvatore Buscemi, capo della famiglia di ‘Cosa nostra’ del quartiere palermitano di Boccadifalco”.
“Non c’è bisogno di esprimere solidarietà alla Presidente della Commissione antimafia, Chiara Colosimo, che conosco fin dalle sue giovanili e coraggiose battaglie per la verità e per la libertà. Sta conducendo con coraggio la Commissione antimafia e sta cercando di fare luce su tante vicende italiane. Fondamentali alcune audizioni dei familiari di Borsellino, dell’avvocato Trizzino e di altri, per andare nella direzione giusta. Qualcuno muove altri per una polemica che probabilmente avrebbe difficoltà ad affrontare a viso aperto.
In una nota diffusa oggi abbiamo ricordato alcuni protagonisti della inchiesta mafia-appalti, la cui posizione fu archiviata anche con firme di chi oggi si erge a vittima.
Dire che l’inchiesta non era stata archiviata non è una affermazione corretta. Perché ne furono archiviate parti essenziali. E ricordiamo alcuni nomi che abbiamo già citato oggi: il geometra Giuseppe Lipari, l’imprenditore Filippo Salamone, l’imprenditore e sospettato mafioso Antonino Buscemi. Le ulteriori affermazioni non faranno deviare l’attività della Commissione antimafia che dovrà occuparsene a fondo, soprattutto sulla vicenda della inchiesta mafia-appalti e delle omissioni dei primi anni ’90. Proprio per il rispetto che si deve alla memoria di eroi dell’antimafia, come Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, che in vita furono purtroppo molto osteggiati anche da alcuni che poi li hanno lodati solo
dopo le stragi del 1992. Mentre chi li cita oggi avrebbe potuto sostenerli nella loro coraggiosa azione a Palermo e ovunque si siano impegnati”. Lo dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, membro della Commissione Antimafia.
MAIORANO (FDI): SOLIDARIETA’ A COLOSIMO, NOSTRO LAVORO VOLTO ALLA RICERCA DELLA VERITA’
“I continui attacchi al Presidente Colosimo sono ingiustificabili e inaccettabili. Il lavoro che sta portando avanti la Commissione Antimafia è encomiabile e di grande importanza nella ricerca della verità a cui tutti noi siamo chiamati. A 32 anni di distanza, restano ancora senza risposta molti interrogativi dietro le stragi di mafia di Capaci e via d’Amelio ed è volontà assoluta della Commissione Antimafia portare luce alle tante ombre presenti.
Considero per questo particolarmente ingeneroso quanto affermato da alcuni parenti delle vittime di mafia: non è ammissibile screditare chi sta lavorando con il solo interesse di portare giustizia e verità ad uno dei periodi più tragici della storia del nostro Paese. Va in questa direzione, a tutela dell’indipendenza della Commissione, la proposta di modifica della legge sui casi di incompatibilità, così da obbligare all’astensione dai lavori della Commissione quei componenti che si dovessero trovare in conflitto di interesse. Reputo, pertanto, le dichiarazioni di Lodato, rilasciate ieri sera a 8 e mezzo, su La7, molto gravi nei confronti del Presidente Colosimo a cui va tutta la mia solidarietà e vicinanza”. Lo dichiara Giovanni Maiorano, deputato di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Parlamentare Antimafia. AGENPARL
Antimafia. Michelotti (FdI): solidarietà a presidente Colosimo. Sinistra Attacca chi cerca verità fuori dal coro
“Invece di indignarsi per i diversi conflitti di interesse che sembrano emergere fra il lavoro istituzionale della commissione Antimafia, ed alcuni membri di essa appartenenti alla minoranza, certa sinistra e professionisti dell’Antimafia criticano il lavoro della Commissione. Da ultimo ieri sera Saverio Lodato durante la trasmissione 8 e mezzo ha attaccato sul piano personale, con la finalità di delegittimare il lavoro dell’intera commissione, la persona della Presidente Chiara Colosimo a cui va tutta la mia e la nostra solidarietà”. Lo dichiara in una nota Francesco Michelotti, deputato di FDI e membro della commissione Antimafia. Sinistra, alcuni giornalisti, e professionisti dell’antimafia a senso unico è bene che si mettano l’anima in pace, FDI cercherà la verità sulle stragi di mafia, indagando in ogni direzione, senza alcun tabù, senza accettare per oro colato quanto scritto in questi anni. Che anche nel Palazzo di Giustizia ci siano state connivenze con coloro che decisero la morte di Falcone e Borsellino, è un fatto che verificheremo anche se ciò dovesse dar fastidio a qualcuno”, conclude.
Sallemi (FdI): Lavoro Commissione è ricerca verità su via D’Amelio
“Il lavoro che la Commissione Antimafia sta portando avanti, grazie alla presidenza dell’onorevole Colosimo, è chiaro e univoco: va cercata la verità sulla strage di via D’Amelio. La direzione è una soltanto: verità sul più grande depistaggio della storia della Repubblica e analisi delle cause dell’omicidio del giudice Paolo Borsellino. Gli attacchi alla Commissione e alla sua presidenza appaiono immotivati e infondati e le dichiarazioni di Salvatore Borsellino lasciano francamente basiti: il merito di questa presidenza dell’Antimafia è quello di aver dato voce e spazio a chi cerca la verità e a chi può contribuire a fare piena luce sulla stagione stragista. Ci sono, al contrario, componenti della Commissione Antimafia che dovrebbero astenersi dall’intervenire e che dovrebbero spiegare e rendere conto delle loro azioni. Quindi occorre che vengano allontanati i sospetti di qualsiasi conflitto d’interesse da parte di ogni Commissario. Sono convinto che l’interesse della Nazione sia quello, prioritario, di sgombrare il campo da false piste, da strumentalizzazioni politiche, da paladini della finta antimafia per ridare giustizia in primo luogo ai figli del giudice Borsellino e a tutti gli italiani. Il pieno sostegno va all’operato del presidente della Commissione Chiara Colosimo che ha dimostrato di operare con coscienza, fermezza e rispetto istituzionale”.
Lo ha affermato il senatore di Fratelli d’Italia Salvo Sallemi, componente della Commissione Nazionale Antimafia.
RUSSO (FDI): COMMISSIONE LAVORA SENZA CONDIZIONAMENTI
“Sono disarmanti le accuse rivolte da Salvatore Borsellino alla presidente della Commissione antimafia Chiara Colosimo. Come ha chiarito la stessa Presidente, questa Commissione procede diritto semplicemente sulla strada della ricerca della verità e senza alcun condizionamento. A maggior ragione vanno respinte le accuse sulla conduzione della Commissione da parte della presidente Colosimo che ha sin dall’inizio improntato il suo mandato all’assoluta imparzialità e al rispetto delle istituzioni. Semmai sono altri i componenti della Commissione che dovrebbero astenersi da intervenire laddove si potrebbe ravvisare la configurazione di conflitti d’interesse. Non vi è nessuna persecuzione nei confronti del giudice Scarpinato ma l’assoluta necessità che i lavori della Commissione antimafia non siano inficiati dall’ipotesi che possano sollevarsi conflitti d’interesse. Lasciamo volentieri ad altri le polemiche che non ci sfiorano minimamente perché siamo convinti del lavoro che stiamo facendo e ci auguriamo davvero anche che ci venga lasciato il tempo di poterlo fare”.
Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Raoul Russo, componente la Commissione bicamerale Antimafia. AGENPARL
DELMASTRO (FDI): PARROSISTICO ATTACCO A COLOSIMO, NON SI FERMI RICERCA VERITA‘
(9Colonne) “Parossistico assistere ai professionisti dell’antimafia che assaltano il Presidente Colosimo all’insegna del poco onorevole motto: ‘Stop alla ricerca della verità’. Il Presidente Colosimo ha la sola colpa di ricercare ovunque e senza risparmio di energie la verità sulla orribile stagione stragista di mafia senza escludere piste in passato frettolosamente, troppo frettolosamente archiviate. E’ un male la ricerca della verità? O forse è un male porre la questione delle incompatibilità? Ci sono soggetti che hanno attraversato più stagioni politiche sul culto del “conflitto di interessi” ed ora inorridiscono all’idea che una delicata istituzione come la Commissione Antimafia adotti un rigido regolamento di incompatibilità. Credo che la incoerenza di queste posizioni si commenti da sola e raccoglie i protagonisti di una stagione che non ha saputo scrivere una pagina definitiva di verità. Sono sicuro che il Presidente Colosimo profonderà ogni sforzo per un lavoro sereno della Commissione, tutto profuso alla ricerca della verità, senza pregiudizi e senza preconcetti”. È quanto dichiara in una nota Andrea Delmastro delle Vedove, Deputato di Fratelli d’Italia e Sottosegretario di Stato alla Giustizia.
Coincidenze…
SCARPINATO, NATOLI e la COMMISSIONE ANTIMAFIA
AUDIZIONI in Commissione Antimafia – TESI a confronto