Mattia Coffetti, il 36enne tecnico informatico di Rodengo Saiano avrebbe partecipato alle intercettazioni telematiche abusive. L’imprenditore Battagliola: «Ho commissionato i dossier, ma per tutelarmi dallo spionaggio industriale».
Sarebbe rilevante il ruolo di Mattia Coffetti, il 36enne tecnico informatico di Rodengo Saiano (Brescia), già noto per essersi fatto installare cinque microchip sottocutanei, indagato a piede libero nella maxi inchiesta della procura di Milano sui dossieraggi per sottrarre dati sensibili da poi rivendere.
Secondo gli inquirenti, il bresciano avrebbe partecipato alla realizzazione del software «Teramind» attraverso cui venivano carpiti i dati che poi finivano nei dossier “a pagamento”.
«Da tecnico informatico – scrive il gip Fabrizio Filice – partecipava all’associazione quale addetto alle intercettazioni telematiche abusive, pure mediante inoculazione dei captatori informatici trojan».
L’hacker 36enne, inoltre, secondo la procura meneghina, avrebbe avuto il ruolo di «addetto all’esfiltrazione (la sottrazione) e gestione abusiva dei dati estrapolati dalle banche dati strategiche nazionali protette da misure di sicurezza».
Tra gli imprenditori finiti nell’occhio del ciclone per avere commissionato dossieraggi ci sarebbe anche Giuseppe Battagliola, numero uno dell’azienda di Manerbio Linea Verde, produttrice di insalate in busta e delle zuppe “Dimmidisì”.
Battagliola ha ammesso di avere richiesto i dossier con i quali avrebbe “spiato” collaboratori e familiari, con la finalità, da lui stesso dichiarata, non di un ricatto, ma di verificare se ci fossero state azioni di spionaggio industriale, «dopo che il prodotto di punta è stato sostanzialmente replicato negli Stati Uniti».
Per gli inquirenti, nell’ottobre 2022, Battagliola, 67 anni, avrebbe commissionato alla Equalize srl «un dossier» nei confronti dei familiari ai vertici dell’azienda di cui ancora era socio con il 40% delle quote: il fratello Domenico e la moglie, il nipote e il suo stesso figlio, Carlo e Andrea.
«Sospettavo che ci fosse stato un trasferimento di know how a una società della Florida con la quale era sfumata una joint ma i cui tecnici erano venuti più di una volta in stabilimento, a Brescia. Visite a seguito delle quali «gli americani poi si sono messi a produrre zuppe».
Per quanto riguarda le vittime degli spionaggi, oltre ai tre familiari di Battagliola, anche Giovanni Gorno Tempini, presidente della Cassa Depositi e Prestiti, Danilo Serioli, 43 anni, di Iseo, consigliere comunale a Sulzano e in Comunità montana del Sebino Bresciano, Giuseppe Cremonesi, 68 anni, originario di Leno ma residente nel Bolognese, presidente del Consorzio Innova e docente a Bologna.