Sono circa 2.000 beni destinati e circa 1.300 in gestione, sottratti alla criminalità organizzata. Nel Bresciano ne sono stati censiti (dato 2024) 286.
La Commissione speciale Antimafia, presieduta da Paola Pollini (M5S) in foto, ha incontrato esponenti della Direzione Generale Sicurezza e Protezione Civile di Regione Lombardia, di Anci e dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC).
«La Lombardia – ha sottolineato la Presidente Paola Pollini – è al terzo posto in Italia per numero di immobili sequestrati e confiscati, prima nel Nord Italia. Bisogna lavorare insieme e in modo trasversale per portare in Consiglio una risoluzione su questo tema prima della prossima seduta di bilancio. La questione riguarda soprattutto i Comuni che superano anche di poco i 5mila abitanti e che non possono contare sul finanziamento al 90% che la Regione garantisce ai Comuni che non superano questa soglia. Abbiamo il dovere di fare tutto il possibile per garantire una nuova vita a questi immobili. Le istituzioni vincono solo se una volta confiscati, i beni possono essere recuperati e valorizzati».
Stefano Toselli (Anci Lombardia) ha sottolineato che in Lombardia si contano circa 2.000 beni destinati (il numero più alto è a Milano con quasi 1.100) e circa 1.300 in gestione (il numero più alto è a Milano con 450). I procedimenti in gestione al 1° ottobre 2024 sono 706 con un incremento rispetto al 2019 pari al 70%. Sarebbero 401 i Comuni interessati da beni destinati e in gestione. Un patrimonio dal volume significativo che arriverà nella disponibilità dei territori, al netto dei tempi necessari e previsti dall’iter amministrativo.
A Brescia è stata recentemente intitolata una sala ad Emanuela Loi(prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio) deceduta nella strage di stampo mafioso di via D’Amelio in cui morì il giudice Paolo Borsellino, all’interno di uno stabile, l’ex Albergo Fornaci di via Corsica 21/23, confiscato alla criminalità organizzata nel 2011 e assegnato al comune di Brescia.
Complessivamente, nel Bresciano, sono stati censiti 286 immobili sottratti alle mafie, di cui più della metà in gestione all’Agenzia Nazionale dei beni sequestrati e confiscati e dunque ancora da destinare agli enti territoriali (72 immobili e 19 aziende). Per quanto concerne gli immobili, molti sono terreni ma nell’elenco ci sono anche appartamenti e case indipendenti. La maggior parte si trova sul Garda, dove i tentacoli della ‘ndrangheta (soprattutto) si sono estesi maggiormente per “ripulire” gli introiti delle attività illecite.
Simona Enrica Ronchi (Anbsc) ha ribadito le difficoltà dei Comuni nella gestione dei beni confiscati, in particolare per quanto riguarda i finanziamenti pubblici necessari per procedere al riuso degli immobili, ma anche per avviare la bonifica dei terreni inquinati e la sanatoria in caso di abusi edilizi.
Su questo tema la Commissione ha segnalato la necessità di fare uno sforzo in sede di bilancio per aumentare le risorse e approfondire la possibilità di una normativa regionale per dare indicazioni precise su come e cosa fare in caso di bonifica e abusi edilizi.
I dirigenti dell’Assessorato Sicurezza e Protezione Civile hanno spiegato il progetto dello sportello di assistenza che nel mese di novembre sarà messo a disposizione dei Comuni e degli Enti no profitche vogliono intraprendere un percorso di valorizzazione di questi beni. Uno sportello che avrà il compito di raccogliere le richieste di informazioni da parte di questi soggetti e, attraverso una piattaforma ad hoc, dare risposte concrete di orientamento o di intervento tecnico. BRESCIA OGGI 3.11.2024