LATINA – Fiammetta Borsellino incontra gli studenti dell’I.C. Volta: dialogo su legalità e cittadinanza attiva

 

L’antimafia tra i banchi di scuola, Fiammetta Borsellino: “Mio padre ucciso, ma non le sue idee”

 

Insegnare ai ragazzi la cultura della legalità raccontando loro la storia di un servitore delle istituzioni, un uomo che ha dato la vita per difendere lo Stato contro la mafia: Paolo Borsellino. E’ la lezione che l’Istituto comprensivo Alessandro Volta di Latina ha voluto trasmettere agli studenti di terza media come viatico per il loro impegno futuro nella società e nel lavoro, e lo ha fatto invitando a Latina, Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato ucciso dalla mafia, che ha deciso di dedicare la sua vita alla memoria del padre per sensibilizzazione le nuove generazioni ai valori che lo hanno ispirato.
Guidati dagli insegnanti, ragazze e ragazzi della Volta si sono preparati leggendo “Paolo sono”, il taccuino immaginario di Paolo Borsellino scritto da Alex Corlazzoli che raccontando la vita del magistrato in forma di diario, l’ha resa accessibile anche ai più giovani, gli studenti di oggi che e non erano nemmeno nati quando l’Italia fu segnata dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio.
“La vita è più forte delle morte se siamo ancora qui, trent’anni dopo a parlare di mio padre. Le persone possono essere uccise, ma non possono essere uccise le loro idee e le loro esperienze di vita concreta che devono costituire un faro per ciascuno di noi”, ha detto Fiammetta Borsellino raccontando al teatro Ponchielli chi era Paolo, nato in un quartiere povero del centro di  Palermo  dove spadroneggiavano le famiglie mafiose, e dove lui stesso, da ragazzino, giocava a pallone con i figli dei mafiosi che ha poi trovato dall’altra parte della barricata. In questo contesto – ha spiegato – è nata la  sua voglia di battersi contro la criminalità.
La terza figlia del magistrato simbolo dell’antimafia, aveva 19 anni quando un’auto-bomba fece saltare in aria suo padre e gli uomini della sua scorta in un attentato che era stato annunciato dalla precedente strage di Capaci e prima ancora dall’uccisione del giudice Rocco Chinnici, creatore del pool antimafia presso la Procura di Palermo: “So che ora toccherà anche a me”, aveva detto Paolo Borsellino dopo la morte del collega-fratello Giovanni Falcone. Ma nessuno ha fermato quella strage e tanti sono stati i depistaggi successivi per ostacolare la ricerca della verità.
Gli studenti  hanno aperto la mattinata interpretando alcune canzoni, quindi hanno letto brani dal taccuino immaginario di Paolo Borsellino, per dare vita poi ad una intensa mattinata di dialogo con Fiammetta Borsellino. “La mafia  – ha detto la figlia del giudice – è un’organizzazione vera e propria, ma è anche una mentalità che si annida in noi quando ci comportiamo male. Coltivate la cultura, l’arte, la musica e lo sport, perché le organizzazioni malavitose si nutrono dell’ignoranza dei giovani che non hanno obiettivi e sogni da coltivare. Mio padre diceva:  “La lotta alla mafia si fa tra i banchi di scuola”.
Hanno organizzato l’incontro dal titolo “Paolo e il suo sogno”, gli insegnanti Stefania Ceccano, Anna Rita Mancini, Francesco Muollo, Luisa Fiorito e Mariateresa Baldassarre, coordinati dal dirigente scolastico Gennaro Guarino.


Si è svolto questa mattina presso l’I.C. Alessandro Volta a Latina un incontro con Fiammetta Borsellino, nell’ambito delle attività previste dal Progetto Legalità.
La manifestazione scolastica presso l’Auditorium dell’Istituto, alla presenza della figlia del magistrato Borsellino, esperta nel campo della legalità e dei diritti, ha l’obiettivo di approfondire le tematiche relative alla responsabilità e al rispetto delle regole di cittadinanza attiva. L’occasione è utile inoltre ad aprire un dialogo con gli studenti per raccontare l’esperienza lavorativa di Borsellino ma anche l’uomo dietro la figura pubblica.

 


Ascolta le parole di Fiammetta Borsellino al microfono di Roberta Sottoriva RADIO LUNA

 

La denuncia di Fiammetta Borsellino