L’iniziativa, nell’ambito delle attività previste per la Giornata della Legalità, si è trasformata in un fruttuoso dibattito per entrambe le parti
MONREALE, 6 marzo – Si è tenuto oggi al cineteatro Imperia un incontro tra gli alunni dell’istituto Basile-D’Aleo e Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo morto per mano mafiosa il 19 luglio 1992. Protagonista del dibattito con gli alunni anche il giornalista de “La Repubblica” Salvo Palazzolo.
All’evento erano presenti classi del liceo scientifico, classico ed artistico di Monreale, oltre che alcune dell’agrario di San Cipirello. Coordinati dalla professoressa Laura Palazzolo, sorella del giornalista, sul palco hanno preso parola, prima dei due ospiti, il dirigente scolastico dell’istituto Loredana Lauricella e due rappresentanti dell’amministrazione comunale, gli assessori Patrizia Roccamatisi e Fabrizio Lo Verso.
“Ci deve essere la consapevolezza di ricordare” ha dichiarato la preside Lauricella, prima di dare la parola ai due assessori. Dopo l’introduzione, è iniziato il vero e proprio dibattito tra gli alunni e i due ospiti.
“La cultura è l’arma per combattere le organizzazioni criminali. I ragazzi hanno un ruolo fondamentale” esordisce Fiammetta Borsellino. “Non ho diritto ad insegnare nulla, condivido solo la mia esperienza familiare. La storia, però, è anche quella di chiunque che ha tentato di liberare la nostra terra dalla minaccia mafiosa, con senso di amore e cura”.
“A volere la morte di mio padre non è stata solo la mafia” tuona Fiammetta. “Le indagini sue e di Falcone andavano a ledere l’obiettivo di altre persone, che era lo stesso dei mafiosi. La mafia è stata la mano armata, altre persone si sono servite di essa. È stato il più grande depistaggio giudiziario del nostro Paese”.
La Borsellino chiude il suo intervento iniziale con una avvertenza: “Inutile che pensiamo che la mafia non esista più perché non spara: uccide tramite lo spaccio di droga, rivolgendosi ai giovani”. Un campanello d’allarme, poiché la mafia “si annida in ognuno di noi”: la sua eventuale fine dipenderà dall’impegno che i giovani metteranno nel farla cessare.
Il tema delle assemblee giovanili e della potenza dei movimenti studenteschi è stato anche il punto di partenza dell’intervento del giornalista de La Repubblica Salvo Palazzolo, cronista giudiziario che da qualche anno sta cercando di dare voce a tutte le ingiustizie e alle ambiguità mafiose che vanno verificandosi nel nostro territorio.
Tra le ultime sue inchieste: la riorganizzazione dei boss scarcerati, i permessi premio ad alcuni ergastolani oppure quella sui nuovi affari di spacciatori e trafficanti di droga su alcune app di messaggistica istantanea.
“Negli anni ‘80 solo noi studenti eravamo dalla parte dei giudici. Il movimento degli studenti è l’asse principale dell’antimafia” dichiara Palazzolo. “Adesso, a Palermo, c’è una quantità tale di boss scarcerati pericolosa, che si infiltra negli enti locali, nell’economia e nella società, compiendo affari sporchi come il narcotraffico o le scommesse online”. Successivamente, gli alunni hanno rivolto delle domande ai due ospiti, ispirate dalla visione e dall’analisi de “Il Fuoco della Memoria” (docufilm realizzato dal Dipartimento di Scienze politiche e Relazioni internazionali dell’Università di Palermo con la regia di Ambrogio Crespi) e del libro “Ti racconterò tutte le storie che potrò”, un racconto della vita della moglie di Paolo Borsellino, Agnese, scritto dallo stesso Salvo Palazzolo. L’incontro si è chiuso con alcuni doni offerti dagli studenti ai due ospiti, come alcuni mazzi di fiori oppure due opere d’arte contemporanea realizzate dagli alunni della 4B del liceo artistico Mario d’Aleo, sotto supervisione del professore Francesco Urso. 06 Marzo 2025 MONREALE NEWS