DI MATTEO pensiero

 


«C’è un manipolo sempre più ristretto, ma tenace e agguerrito, di persone che, con ruoli diversi, resiste in un Paese che sta perdendo la sua memoria e lo spirito dei principi della nostra Costituzione. Persone che non ci stanno ad archiviare la stagione delle stragi.”

C’è chi sta pagando in termini di isolamento dei prezzi molto alti per il suo coraggio e abnegazione, come nel caso di Roberto Scarpinato, ad esempio, magistrato indipendente e coraggioso».

 “Non ho dubbi nel ritenere che l’estromissione di Scarpinato dalla Commissione Antimafia risponda alla necessità di neutralizzare chi non si rassegna ad accettare che la stagione delle stragi venga archiviata come frutto esclusivo di un delirio di onnipotenza di Riina e di qualche imprenditore in odore di mafia”. 

Il sistema ha paura di persone come Scarpinato, dei politici, dei magistrati e dei giornalisti che non intendono allinearsi al sistema stesso”.

Il metodo che sta seguendo la Commissione Nazionale Antimafia è un vero e proprio scempio, quello più efficace, infatti, comporterebbe la necessità di collegare le 7 stragi, che sono avvenute in Italia, dal maggio del 92 al gennaio del 94. Invece si fa l’esatto contrario, nonostante la richiesta di Scarpinato. Si segue una sola pista, la strage di via D’Amelio. La politica sta perdendo l’ennesima occasione per contribuire a fare chiarezza su una stagione oscura della nostra repubblica».

La Commissione Antimafia è stata trasformata in un’arma politica contro gli stessi magistrati che lottano contro la mafia, con il governo che non considera i mafiosi il vero problema, ma chi cerca di contrastarli. Per loro, il pericolo siamo noi, non i mafiosi”. Per questo, conclude, “dobbiamo restare tutti ai posti di combattimento e salvare la Costituzione. Dobbiamo resistere. Fino a quando la Costituzione resterà in vita, sarà sempre possibile impugnare l’ennesima legge vergogna e farla annullare”.

Ci sono settori delle classi dirigenti che si sono serviti del metodo mafioso”.

Lo scettro del comando è rimasto nelle mani della borghesia mafiosa”.

L’agenda politica di questa maggioranza sta costruendo, giorno dopo giorno, un habitat ideale per gli interessi del vasto ed eterogeneo mondo della corruzione, per il mondo della borghesia mafiosa e delle nuove aristocrazie militari.
Un’agenda politica il cui filo conduttore è approfittare degli attuali rapporti di forza per smantellare tutte le regole e tutti i sistemi di controllo che ostacolano gli affari sporchi e gli illeciti arricchimenti
”.

Non mi sento rappresentato da un’Anm che ha reso più debole e meno credibile, agli occhi dei cittadini, la magistratura italiana”.

“Un mondo in cui cresce a dismisura il dislivello tra i ricchi e i poveri, una vera e propria dittatura dei ricchi”. “Stiamo lasciando ai nostri giovani italiani, un paese che nei fatti sembra aver rinnegato il ripudio della guerra sancito dall’articolo 11 della nostra Costituzione”.
 
14 marzo 2025 alla presentazione de “Cinquantanni di mafia” al Teatro Golden di Palermo

 

il dottor ANTONINO DI MATTEO e VIA D’AMELIO