FIAMMETTA BORSELLINO con i ragazzi di CHIUDUNO (BG)

 “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”. Con questa potente frase, pronunciata dal padre più di trent’anni fa, il Cinema Tetro Nuovo di Chiuduno ha aperto il sipario e accolto sul suo palco la dottoressa Fiammetta Borsellino, figlia dell’indimenticato magistrato Paolo Borsellino, che perse la vita nell’attentato di via D’Amelio del 1992, pochi mesi dopo l’amico e collega Giovanni Falcone.

 

Le parole della dottoressa Borsellino hanno raggiunto più di duecento studenti e studentesse delle classi seconde e terze della scuola secondaria di primo grado di Chiuduno con messaggi mirati proprio ai più giovani: “Mio padre credeva nei giovani e ha accompagnato la sua attività ad un incessante lavoro all’interno delle scuole, convinto che il suo lavoro fosse anche farli crescere. Andava con il magistrato Chinnici nelle scuole e parlavano della lotta alle droghe, che ancora oggi principale affare illecito delle mafie – spiega. – Era convinto del potere della cultura, che serve alla nostra crescita civile come uomini e donne e ci rende capaci di pensare con la nostra testa e non quella degli altri. Credeva nella bellezza delle passioni, dell’arte, dello sport e della musica che ci allontanano dai falsi miti portati avanti dalle mafie”.

“Oggi la mafia è quotata in borsa, i figli dei boss vanno a studiare nelle scuole più prestigiose, hanno lauree importanti – ha proseguito la dottoressa. – Una volta si negava l’evidenza, non si nominava nemmeno la parola mafia. Oggi le cose sono cambiate molto, ma non dobbiamo pensare che se non ci sono più bombe non c’è più mafia. Mio padre e Falcone furono i primi a indagare sugli interessi di Cosa nostra nelle imprese del nord Italia. Dobbiamo alimentare la memoria come se fosse un fuoco, coltivare queste idee affinché diventino memoria di un popolo”.

Con lei sul palco la professoressa Giusi Liotta e gli allievi che negli scorsi mesi hanno preso parte, insegnante di lettere al laboratorio sull’Educazione alla Legalità da lei promosso, conclusosi proprio con l’incontro con la figlia del magistrato Borsellino. Dopo il racconto di ciò che rappresentarono per lei e la sua generazione quegli anni di terrore, la professoressa ha lasciato la parola alle domande dei ragazzi presenti e, proprio da una di queste, spunta un tenero ritratto di Paolo e Fiammetta Borsellino: “Se potessi parlare con lui oggi? Mi piace immaginare un normale dialogo tra padre e figlia. Sono ancorata al ricordo del rapporto che avevamo: io, la figlia più piccola, gli richiedevo molta libertà e lui a volte doveva pormi dei freni. A volte ci scontravamo, come in una normale famiglia. Mi piace pensare più a questo che a domande sul suo lavoro o su quel 19 luglio”.

Incalzata dalla domanda di una professoressa, Fiammetta Borsellino ha anche consegnato ai presenti un intimo ricordo del padre: “Quando parlo di lui penso alla semplicità di una famiglia: le passeggiate in centro a Palermo, che ho imparato ad amare grazie a lui, i luoghi della sua infanzia. La passione che aveva per il mare, un segno di libertà. Andavamo sulla sua barca, da Punta Raisi a Isola delle Femmine per mangiare pane e panelle. La chiamava “bagnarola” perché ogni volta si riempiva d’acqua e rischiava di affondare – spiega sorridendo. –  Era un po’ un ragazzino in certe cose.  Non si era goduto a pieno quella stagione della vita, anche lui aveva perso il padre molto giovane ed era il figlio più grande. Si era dovuto occupare della famiglia. Sentì questo senso di responsabilità verso mia nonna Maria Pia. Però era goliardico e avventuroso, forse era il suo antidoto per affrontare momenti così duri”.

Sul palco, prima dell’intervento della dottoressa, anche Gerardo Melchionda del coordinamento provinciale di Libera Bergamo: “Realizzare un laboratorio per la legalità e la giustizia significa mandare un messaggio: la scuola deve essere la forza. La presenza di Fiammetta Borsellino racconta e testimonia qualcosa di importante – ha spiegato. – A Bergamo ogni anno il Coordinamento provinciale di Libera Bergamo presenta un dossier sulle mafie presenti sul territorio e la situazione non è piacevole. La Lombardia è una delle regioni più ricche e, come diceva Falcone, la mafia insegue i soldi, è un pericolo concreto. Tutti noi, anche voi ragazzi e ragazze, dobbiamo fare la nostra parte giorno per giorno”. BERGAMO NEWS 5.4.2025

La denuncia di Fiammetta Borsellino