Scheda Ministero dell’Interno
Muoiono in un agguato tre carabinieri: Salvatore Raiti, Silvano Franzolin e Luigi Di Barca e Giuseppe Di Lavore, autista della ditta privata che aveva in appalto il trasporto dei detenuti. Con loro viene uccido anche
Alfio Ferlito boss catanese, obiettivo della strage, che stavano trasferendo al carcere di Trapani da quello di Enna.
ANSA 16 GIUGNO 1982 ore 12.54.
“LA ”MERCEDES” TARGATA ENNA CON FERLITO STRETTO DA DUE MILITARI NEL SEDILE POSTERIORE, L’AUTISTA ED UN ALTRO MILITARE DAVANTI ALLE 10 E 15 STA ATTRAVERSANDO PALERMO SULLA CIRCONVALLAZIONE FRA LE DUE AUTOSTRADE DA CATANIA E PER TRAPANI.
SUBITO DOPO UN DISTRIBUTORE DI CARBURANTE ( NEL QUALE CARABINIERI E DETENUTO SI ERANO FERMATI BREVEMENTE PER UN CAFFE’) SCATTA LA TRAPPOLA DI MORTE. UNA”BMW” SI AFFIANCA ALLA ”MERCEDES” , DAI FINESTRINI SPORGONO LE CANNE DEI FUCILI E COMINCIA LA GRANDINATA DI FUOCO. IL PRIMO A CADERE SOTTO I COLPI E’ UNO DEI CARABINIERI CHE IN UN ESTREMO TENTATIVO DI REAZIONE, SI BUTTA FUORI DALL’AUTO. VERRA’ POI TROVATO SULL’ASFALTO E LA PERIZIA DIRA’ SE E’ RIUSCITO A SPARARE. LA ”MERCEDES” HA UN BRUSCO SCARTO SULLA SINISTRA, MENTRE NELLA OPPOSTA CORSIA SOPRAGGIUNGE UNA ”500” CON UNA GIOVANE DONNA CHE VA A FARE LA SPESA. L’URTO FRA LE DUE MACCHINE E’ INEVITABILE: LA ”MERCEDES” PUNTA IL MUSO SU UN MURETTO DOPO AVERE SCHIANTATO LA PORTIERA SINISTRA DELL’ UTILITARIA. IL ”COMMANDO” CONCLUDE, A BERSAGLIO FERMO,L’ECCIDIO: TUTTI GLI OCCUPANTI DELLA ”MERCEDES” , CON LE LAMIERE BUCATE E I VETRI GIA’ INFRANTI DAI PROIETTILI VENGONO FALCIATI IMPIETOSAMENTE. Â Â Â Â Â
UN PARTICOLARE AGGHIACCIANTE PUO’ FORSE CONNOTARE LA VIOLENZA DELLA SPARATORIA: PARTE DELLA MATERIA CEREBRALE DI FERLITO SCHIZZA CON TRAIETTORIA PARABOLICA DALLA ”MERCEDES” E CADE DENTRO LA ”500”, ACCANTO AL SEDILE DOVE, IMMOBILIZZATA CON UN GINOCCHIO FRATTURATO E SOTTO CHOC, NUNZIA PECORELLA STA VIVENDO I MOMENTI PIU’ BUI DELLA SUA VITA. I KILLER FANNO UN’ INVERSIONE DI MARCIA E TORNANO CON LA ”BMW” VERSO PALERMO: L’AUTOMOBILE SARA’ ABBANDONATA E INCENDIATA DOPO QUALCHE CENTINAIO DI METRI E LA FUGA PROSEGUE, SU AUTO PULITE, VERSO ”LA BASE”CATANESE.Â
– I PRIMI AD ACCORRERE TROVANO MERCEDES E ”500” TRA RIVOLI DI SANGUE, UN TAPPETO DI BOSSOLI ESPULSI DALLE ARMI AUTOMATICHE. LE DUE AUTO BLOCCATE DAVANTI AD UNA CROCE DI METALLO CON UNA TARGA CHE RICORDA LA MORTE DI UN GIOVANE , AVVENUTA L’ANNO SCORSO, IN UN INCIDENTE STRADALE. NELL’IMPATTO, LA ”MERCEDES” SI INCENDIA, MA LE FIAMME VENGONO SUBITO SPENTE CON ESTINTORI PORTATILI DALL’ EQUIPAGGIO SDI UNA ”GAZZELLA” DEI CARABINIERI. I MILITARI SMISTANO L’ALLARME E TRASPORTANO LA DONNA FERITA IN OSPEDALE, DOVE SARA’ SUBITO OPERATA. SUL POSTO C’E’ SUBITO IL PREFETTO DALLA CHIESA, CHE RIFIUTA QUALSIASI COMMENTO. SCATTA INTANTO IL DISPOSITIVO DI EMERGENZA: ELICOTTERI E DECINE DI PATTUGLIE CHE BLOCCANO E CONTROLLANO TUTTE LE PROBABILI DIRETTRICI DI FUGA DEI SICARI. LE VITTIME. L’ AUTISTA DELLA ” MERCEDES”: GIUSEPPE DI LAVORE, 27 ANNI, UFFICIALE GIUDIZIARIO, CHE AD ENNA SI OCCUPA CON IL PADRE DELLA TRADUZIONE DEI DETENUTI. I CARABINIERI: L’APPUNTATO SILVANO FRANZOLIN, 41 ANNI, SPOSATO, UN FIGLIO; SALVATORE RAITI, 20 ANNI, CELIBE; LUIGI DI BARCA, 25 ANNI, SPOSATO, SENZA FIGLI. INFINE L’ OBIETTIVO” COSTI QUEL CHE COSTI” DELL’AGGUATO: ALFIO FERLITO, 36 ANNI, ”BOSS” DI GROSSA CARATURA NELLA MALAVITA CATANESE, UN” CURRI ULUM” CRIMINALE OLTREMODO SIGNIFICATIVO.
LA DINAMICA
DECINE DI PATTUGLIE DI CARABINIERI ED AGENTI DI POLIZIA STANNO PATTUGLIANDO, GUIDATI DALL’ALTO DA DUE ELICOTTERI, UNA VASTA FASCIA DELLA PERIFERIA DI PALERMO, PARALLELA ALLA CIRCONVALLAZIONE. SI SPERA, INSOMMA, CHE I KILLER SIANO RIMASTI INTRAPPOLATI DAL DISPOSITIVO DI EMERGENZA SCATTATO SUBITO DOPO LA SEGNALAZIONE DELL’ECCIDIO E CHE PERTANTO NON ABBIANO POTUTO IMBOCCARE AUTOSTRADE E STATALI CHE CONSENTONO DI LASCIARE LA CITTA’. PALERMO E’ IN STATO DI ASSEDIO. LA CIRCONVALLAZIONE BLOCCATA HA PROVOCATO VASTI INGORGHI ATTRAVERSO I QUALI I CONTROLLI DI POLIZIA SONO FITTI E SISTEMATICI. GLI INVESTIGATORI SONO CERTI CHE LA ”MERCEDES” CIVILE UTILIZZATA PER LE TRADUZIONI SIA STATA SEGUITA PASSO PASSO DA ENNA SINO AL LUOGO IN CUI E’ STATO TESO L’AGGUATO. CON OGNI PROBABILITA’ UN ” INTOPPO” HA IMPEDITO CHE L’ESECUZIONE AVVENISSE SULL’AUTOSTRADA ENNA-CATANIA, SOLITAMENTE CON POCO TRAFFICO.
– IL LUOGO IN CUI IL ”COMMANDO” E’ ENTRATO IN AZIONE NON E’ CERTO IDEALE PER UNA RAPIDA FUGA: LA CIRCONVALLAZIONE DI PALERMO – SOPRATTUTTO ALLE 10,25, QUANDO SI E’ COMINCIATO A SPARARE – E’ INTASATA DI TRAFFICO SOPRATTUTTO PESANTE. LA ”BMW” SULLA QUALE I KILLER AVEVANO PRESO POSTO, SPALLEGGIATI DA ALMENO ALTRE DUE AUTO ”PULITE”, E’ RIMASTA A DISTANZA DI UN CENTINAIO DI METRI DALLA MERCEDES; E SI E’ FERMATA ALL’ANGOLO DELLA CIRCONVALLAZIONE QUANDO LA MERCEDES SI E’ FERMATA AD UN DISTRIBUTORE PER RIFORNIRSI DI CARBURANTE. I CARABINIERI DI SCORTA NE HANNO PROFITTATO PER PRENDERE UN CAFFE’ E NE HANNO PORTATO UNO, DENTRO UN BICCHIERINO DI PLASTICA AL FERLITO. UNA SOSTA DURATA CINQUE MINUTI. DOPO LA TRADUZIONE E’ RIPRESA. DUECENTO METRI DOPO IL DISTRIBUTORE DI CARBURANTE LA ”BMW” HA AFFIANCATO LA MERCEDES: DAI FINESTRINI SONO SPUNTATE LE CANNE DI DUE FUCILI AUTOMATICI, ED E’ COMINCIATO IL MASSACRO. SULL’ASFALTO I CRONISTI HANNO CONTATO UNA TRENTINA DI BOSSOLI CALIBRO 9 LUNGO.
– GIUSEPPE DI LAVORE, 27 ANNI, UFFICIALE GIUDIZIARIO, ALLA GUIDA DELLA MERCEDES HA SUBITO PERSO IL CONTROLLO DELLA MACCHINA CHE SBANDANDO E’ ANDATA A FINIRE CONTRO IL MURETTO SULLA SINISTRA DELLA CIRCONVALLAZIONE, DOPO AVERE ATTRAVERSATO LA CARREGGIATA. CONTRO LA MERCEDES E’ ANDATA COZZARE LA ”500” DI NUNZIA PECORELLA CHE DA PUNTA RAISI SI DIRIGEVA A PALERMO. GLI ASSASSINI HANNO CONTINUATO A SPARARE PER ESSERE CERTI CHE NON VI FOSSERO SUPERSTITI. UNO DEI CARABINIERI E’ RIUSCITO A LIBERARSI DALLA ”MACCHINA-PRIGIONE” – IN CINQUE DENTRO UN MERCEDES SIGNIFICA ESSERE IMPEDITI NELL’USO DELLE ARMI – SI E’ STESO SULL’ASFALTO ED HA CERCATO DI USARE LA SUA ARMA.PROBABILMENTE C’E’ ANCHE RIUSCITO, SARA’ COMUNQUE LA PERIZIA BALISTICA A STABILIRLO. MA IL TENTATIVO DI DIFESA SI E’ ESAURITO IN POCHI ISTANTI: LE ARMI LUNGHE LO HANNO BERSAGLIATO IMPLACABILMENTE. DENTRO LA MERCEDES SONO RIMASTI I DUE ” CIVILI”: IL RECLUSO CHE DOVEVA MORIRE AD OGNI COSTO, E L’AUTISTA; GLI ALTRI DUE CARABINIERI HANNO AVUTO ANCORA LA FORZA PER TENTARE DI USCIRE DALL’AUTO, MA SONO PIOMBATI SUBITO DOPO A TERRA, CRIVELLATI. A MASSACRO CONCLUSO LA ”BMW” SI E’ ALLONTANTA VELOCEMENTE PER CIRCA DUE CHILOMETRI – DIREZIONE PALERMO – POI E’ STATA INCENDIATA ED I KILLER HANNO PROSEGUITO NELLA FUGA SU ALTRE AUTO ”PULITE”.
Foto da vittimemafia.it
La Mercedes diretta verso la morte, i kalashnikov, le lacrime di Dalla Chiesa: 42 anni fa la strage della circonvallazione
Quel “favore” dei corleonesi di Riina a Santapaola. Il 16 giugno 1982 un commando di sicari spara centinaia di colpi di mitra per ammazzare il boss catanese Alfio Ferlito: nell’agguato vengono uccisi anche tre carabinieri e un autista
C’è un cielo azzurro, bucato dagli aerei che vanno a Punta Raisi. C’è la luce dell’estate palermitana che sta per iniziare. E che rende piĂą rosso il colore del sangue. E c’è una Mercedes diretta verso la morte. Sono passati 42 anni esatti. Succede tutto intorno alle 10 di mattina. Questa è la storia di una tragedia, avvenuta in viale Regione Siciliana, e conosciuta come “la strage della circonvallazione”. Siamo nel cuore del 1982, l’inizio dell’estate del “mundial” vinto dall’Italia di Bearzot. Siamo nel mezzo di un anno di grandi delitti eccellenti. Ovvero: quando la mafia uccide Pio La Torre, Rosario Di Salvo, Carlo Alberto Dalla Chiesa. Questa è la storia di un massacro, avvenuto in un altro 16 giugno, come oggi, quello del 1982.
C’è una Mercedes proveniente da Enna, guidata dall’autista civile Giuseppe Di Lavore e con a bordo i carabinieri Silvano Franzolin, Salvatore Raiti e Luigi Di Barca, e il detenuto Alfio Ferlito, catanese, che sta per entrare in autostrada, la Palermo-Mazara del Vallo. Cinquecento metri prima dello svincolo per Sferracavallo, direzione Trapani, improvvisamente la Mercedes viene raggiunta da una Bmw 520 e da un’Alfetta 2000. Un commando di sicari armati di kalashnikov, spara centinaia di colpi. L’obiettivo è ammazzare il boss catanese, Alfio Ferlito.Â
L’autista, Di Lavore, rimane ucciso sul colpo e, per questo motivo, la Mercedes sbanda, andando ad invadere la corsia di marcia opposta e scontrandosi violentemente contro una Fiat 500 che passava di lì per caso. Al volante c’è una donna, Nunzia Pecorella, rimasta ferita. Franzolin, seduto sul sedile anteriore (essendo caposcorta), riesce ad uscire dall’auto impugnando la pistola nel tentativo di rispondere al fuoco, ma viene freddato all’istante. I sicari si avvicinano poi alla Mercedes sparando agli occupanti rimasti (compreso Ferlito), dandosi poi alla fuga. Una troupe della televisione Bbc riprende la scena. E’ a Palermo per un’inchiesta sulla mafia. Non ha dovuto aspettare molto per filmare dal vivo. Anche se il termine “vivo”, in questo caso appare come una forzatura. Sul luogo della strage arriva subito dopo il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, che si è insediato a Palermo da pochi giorni. Dalla Chiesa trattiene a stento le lacrime di fronte ai carabinieri massacrati.
Le vittime: l’appuntato Silvano Franzolin, nato a Pettorazza (Rovigo) il 3 aprile 1941 (sposato con due figli), il carabiniere Luigi Di Barca, nato a Valguarnera (Enna) il 10 aprile 1957 (che lasciò la moglie incinta della figlia) ed il carabiniere Salvatore Raiti, nato a Siracusa il 6 agosto 1962, tutti in servizio nella stazione dei carabinieri di Enna. Oltre ai carabinieri rimase ucciso, come detto, anche Giuseppe Di Lavore.
La vicenda è stata poi inquadrata nel corso dei processi nello scontro che si era venuto a creare tra i Santapaola e i Ferlito per il predominio criminale sul territorio di Catania. Quell’agguato doveva essere un favore che i corleonesi di Totò Riina “volevano” fare al loro alleato catanese, Nitto Santapaola. Passò alla storia come una strage. La strage della circonvallazione. PALERMO TODAY
Â
