Per la prima volta il pool stragi nisseno al completo sarà audito dinnanzi alla commissione nazionale antimafia. La data sarà fissata qualche giorno prima dell’anniversario della strage di via D’Amelio.
Il procuratore di Caltanissetta Salvatore De Luca (in foto);, il procuratore aggiunto Pasquale Pacifico insieme ai sostituti Nadia Caruso, Claudia Pasciuti, Davide Spina riferiranno a palazzo San Macuto sulle novità che riguardano le ultime vicende legate alle indagini sulle Stragi del ’92.
Sarà sentito nuovamente al Palazzo di giustizia di Caltanissetta l’ex procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, l’interrogatorio sarebbe fissato per il 9 luglio.
Secondo la procura insieme all’ex procuratore di Palermo Pietro Giammanco, Pignatone avrebbe «istigato» l’allora pm Gioacchino Natoli e il capitano, ora generale della Finanza, Stefano Screpanti, a condurre «un’indagine apparente» sulle presunte infiltrazioni mafiose nelle cave toscane limitando temporalmente la durata delle intercettazioni e il numero dei soggetti da tenere sotto controllo.
Dopo l’interrogatorio fiume di venerdì a Giacchino Natoli e la prossima settimana Pignatone sembrerebbe che questa parte di indagini volga al termine. Pare non sarà risentito il generale della Gdf Stefano Screpanti. I brogliacci delle intercettazioni che tutti davano per scomparsi, ritrovati dopo 30 anni dalla Guardia di Finanza di Caltanissetta il 2 luglio dopo anni di indagini negli scantinati della procura di Palermo, gli interrogatori agli ex componenti del pool antimafia di Palermo. Le perquisizioni nelle abitazioni della vedova e dei figli dell’ex procuratore capo di Caltanissetta Giovanni Tinebra, pare affiliato a una loggia massonica segreta di Nicosia, dunque, l’alea della massoneria su questa parte di storia d’Italia, sono le novità emerse dalle indagini del pool nisseno negli ultimi tempi.
«Il focus della nostra indagine è stato quello di evidenziare la presenza dei rapporti tra massoneria, politica e magistratura in un determinato periodo storico e quello da noi investigato dall’inizio degli anni ’80 fino all’inizio degli anni ’90 fino all’epoca delle stragi – ha detto in esclusiva ai microfoni di Tgs, Pasquale Pacifico numero due del pool stragi -. Per noi accertare se colui che dirigeva le attività di indagini sulle stragi del ’92 era iscritto ad una loggia massonica, peraltro coperta, è un dato di una certa importanza».
Due i filoni ancora aperti: il dossier mafia appalti e la ricerca dell’agenda rossa che fu sottratta dalla borsa del giudice Paolo Borsellino. Quest’ultimo filone ha portato la scorsa settimana alle perquisizioni nelle case appartenute all’ex capo della procura nissena Giovanni Tinebra. Dinnanzi alla commissione nazionale parlamentare antimafia, sarà la prima volta in cui i magistrati nisseni parleranno dell’inchiesta. Non è escluso che parte della seduta potrebbe essere secretata su richiesta dei magistrati alla presidente della commissione Chiara Colosimo. GIORNALE DI SICILIA 6.7.2025 Ivana Baiunco