BORSELLINO, MANI PULITE E QUEI DOSSIER MAI APERTI

 

 


Tutta la vicenda è stata caratterizzata da un singolare andamento, nel senso che il pool dei pm entrò come un coltello nel burro nell’economia del Nord

 

In un articolo su La Stampa Giancarlo Caselli, uno dei pubblici ministeri protagonisti della lotta alla mafia, polemizza con la presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo che intende concentrare l’attenzione sul filone mafia-appalti come causa fondamentale della strage di via d’Amelio che colpì Paolo Borsellino e la sua scorta, sostenendo che si tratta di una operazione riduttiva nei confronti della personalità di Borsellino.
A nostro avviso le cose stanno in un modo diverso. Uno dei punti di partenza è costituito dalla battuta di Giovanni Falcone: «La mafia è entrata in borsa», quando egli ebbe notizia della vendita da parte di Gardini della Calcestruzzi a un personaggio siciliano notoriamente vicino alla mafia come era Buscemi. Ciò detto tutta la vicenda di Mani Pulite è stata caratterizzata da un singolare andamento, nel senso che il pool dei pm, al netto della inaccettabile unilateralità politica che caratterizzò la sua azione, comunque entrò come un coltello nel burro nell’economia del Nord. Successivamente le indagini si spostarono anche al Sud, ma non passarono mai davvero lo Stretto.
Addirittura è risultato che da un lato Borsellino, dall’altro lato Mori e De Donno consultarono anche Di Pietro perché desse una occhiata alla Sicilia in quanto che il procuratore della Repubblica di Palermo Giammanco non aveva intenzione di muoversi su quel nodo. Allora la lettura che si può dare della strage operata dalla mafia nei confronti di Borsellino e della sua scorta è che essa, informata delle intenzioni del magistrato, di voler indagare sul dossier mafia-appalti giocò d’anticipo stroncando tutto sul nascere.
Infatti se Borsellino avesse preso di petto la vicenda mafia-appalti essa si sarebbe tradotta rapidamente nella versione siciliana di Mani Pulite con una aggravante per tutti cioè per gli imprenditori e per i politici coinvolti. Infatti al Nord ci fu una estensione del concetto del reato di finanziamento irregolare di corruzione ma non sono mai stati evocati reati di mafia perché appunto al Nord la mafia in quella vicenda non c’era.
Qualora invece Borsellino fosse partito con il dossier mafia-appalti rapidamente esso avrebbe chiamato in causa non solo i soggetti classici di Mani Pulite del Nord ma avrebbe anche identificato inevitabilmente la presenza di un altro soggetto e cioè di chi rappresentava la mafia in tutte le vicende simili a quelle di Mani Pulite al Nord. Non a caso l’operazione preventiva messa in atto dalla mafia con la strage di Borsellino ebbe subito i suoi sorprendenti risultati: il procuratore Giammanco, magari con la controfirma di qualche sostituto che oggi fa il parlamentare del M5S, immediatamente chiese l’archiviazione della vicenda che fu concessa dal GIP il 14 agosto nella indifferenza generale.
Si verificò così un fatto inusitato che in presenza di un magistrato assassinatomentre aveva la titolarità di un dossier invece di passare le indagini ad altro magistrato esse furono archiviate. Per mettere ulteriormente in evidenza che quello di Borsellino non era certo un processo di ordinaria amministrazione, intervenne uno dei straordinari depistaggi della vita giudiziaria italiana e il protagonista di questo depistaggio fu il questore La Barbera, uomo di fiducia dell’allora capo della polizia De Gennaro. Quindi come si vede affrontando il tema mafia appalti collegato a Borsellino la commissione anti -mafia se non si fa fuorviare da provocazioni che avvengono sistematicamente al suo interno può affrontare un nodo fondamentale e mettere in evidenza che attraverso l’assassinio di Borsellino non fu colpito soltanto uno dei massimo protagonisti della lotta alla mafia, ma gli fu impedito anche di occuparsi della versione siciliana di Mani Pulite che presentava caratteristiche diverse da quelle del Nord perla presenza organica in essa del soggetto che in Sicilia controllava tante cose vale a dire la mafia. di Fabrizio Cicchitto*mercoledì 13 agosto 2025 LIBERO *Presidente ReL Riformismo e Libertà