Sono stato trasferito dal Reparto Scorte di Palermo al Caip di Abbasanta – Squadra Cinofili, a luglio 1993.
Ho svolto servizio di Scorta con Mattarella, Scaduti, Giordano, Di Lello, la Morvillo, Orlando, Padre Pintacuda, la senatrice Maisano, Davide Grassi, il signor Campagna, e altri che ora non ricordo. Mai scortati né Falcone né Borsellino.
Ho svolto servizio di Scorta con Mattarella, Scaduti, Giordano, Di Lello, la Morvillo, Orlando, Padre Pintacuda, la senatrice Maisano, Davide Grassi, il signor Campagna, e altri che ora non ricordo. Mai scortati né Falcone né Borsellino.
Racconto un aneddoto, una situazione vissuta che spesso mi ricorre in sogno nonostante siano passati tanti anni. Eravamo a ottobre 1992, ero di scorta a Sergio Mattarella ma non ricordo i colleghi, ricordo che avevamo due Croma blindate.
Lo portiamo nel palazzo sede della DC e, proprio mentre entriamo nell’ androne manca la luce.
Ci mettiamo in formazione di protezione con le pistole sguainate, il portiere a momenti gli viene un infarto perché pensava a una rapina.
Ritorna la luce e io vado all’ ingresso per controllare bene. Esco fuori e vedo di fronte a me Rosaria Costa, la moglie di Vito Schifani.
Ci guardiamo negli occhi non so per quanto tempo, credo minuti, lei aveva naturalmente capito chi eravamo, io non riuscivo a muovermi e a parlare come ipnotizzato.
Lo portiamo nel palazzo sede della DC e, proprio mentre entriamo nell’ androne manca la luce.
Ci mettiamo in formazione di protezione con le pistole sguainate, il portiere a momenti gli viene un infarto perché pensava a una rapina.
Ritorna la luce e io vado all’ ingresso per controllare bene. Esco fuori e vedo di fronte a me Rosaria Costa, la moglie di Vito Schifani.
Ci guardiamo negli occhi non so per quanto tempo, credo minuti, lei aveva naturalmente capito chi eravamo, io non riuscivo a muovermi e a parlare come ipnotizzato.
Lei comincia a parlare dicendo di stare attenti, che lo stato non ci tutela, non merita la nostra abnegazione. Io sempre pietrificato. Mi sveglia la voce del capo scorta che mi dice amunì namma ghiri. Lo ricordo sempre come fosse appena successo.
Mi pare di aver scortato anche Natoli che, se non ricordo male, durante il periodo di carestia delle sigarette, ci mandava alla manifattura tabacchi per farcene dare qualcuna, e ce le davano sfuse e avvolte in pezzi di fogli di giornale.