La lezione di Fiammetta Borsellino e Giovanni Chinnici: «La mafia non è scomparsa, si è trasformata»
Le 62 poltrone del Teatro Puccini di Firenze ricordano le vittime della criminalità organizzata
Al Teatro Puccini di Firenze, 62 poltrone portano i nomidi chi la mafia ha strappato alla vita: giudici, giornalisti, uomini e donne che hanno pagato con il sangue la loro resistenza. È in questo spazio carico di memoria che Fiammetta Borsellino e Giovanni Chinnici hanno scelto di raccontare, con voce ferma e intensa, cosa significa oggi parlare di mafia.
La voce di Fiammetta Borsellino
Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo, guarda i ragazzi negli occhi. «La mafia c’è e la dovete vedere in quei fiumi di droga che vengono smerciati giornalmente», dice, evocando la Palermo degli anni ’80, quando l’eroina scorreva come un veleno nelle strade. «La dipendenza è un guadagno sicuro», aggiunge, ricordando le parole di Rocco Chinnici: un denaro che gronda sangue.
Poi il ricordo si fa personale. Parla del padre Paolo, della sua capacità di trasformare il lavoro in un progetto di vita condiviso: «Bellezza e cura hanno caratterizzato il suo lavoro e la sua famiglia. Con questo atto di amore ha tentato di liberarci tutti da questa piaga». E racconta come il giudice Borsellino abbia continuato a vivere ogni volta che la mafia colpiva i suoi compagni di strada: «Non è morto solo il 19 luglio 1992, ma anche quando hanno ammazzato il suo maestro Rocco Chinnici, quando hanno ucciso Ninni Cassarà». Eppure, fino all’ultimo, ha saputo ironizzare sulla morte, sfidandola con coraggio.
Accanto a lei, Giovanni Chinnici porta la memoria del padre Rocco. La sua analisi è lucida e inquietante: «Oggi la mafiaha abbandonato le metodologie sanguinarie. È stata una scelta strategica. Le organizzazioni criminali, a partire dalla ’ndrangheta, si infiltrano negli ambienti imprenditoriali del nord Italia, in Europa, nel mondo, attraverso enormi quantità di denaro illecito che finiscono in attività lecite».
Non solo economia, ma anche politica: «Le infiltrazioniriguardano soprattutto il livello locale. Questo rende la mafia più difficile da individuare, perché non abbiamo più i fatti di sangue di 30-40 anni fa. È meno visibile, ma più subdola».
Un impegno che riguarda tutti
Il messaggio finale è chiaro: la lotta non può essere delegata solo a magistratura e investigatori. «Il pallino è nelle mani di tutte le istituzioni e dei cittadini», sottolinea Chinnici. Perché la mafia, ancora oggi, sa illudere con la promessa di una ricchezza facile.
Spettacoli, testimonianze e musica per non dimenticare chi ha sacrificato la propria vita nella lotta alla criminalità organizzata.
Firenze si prepara a un’importante giornata di memoria e riflessione sulle vittime della criminalità organizzata. Martedì 18 novembre, il Teatro Puccini ospiterà una serie di eventi dedicati alla memoria di chi ha sacrificato la propria vita nella lotta alle mafie, organizzati da Fondazione CR Firenze, Unicoop Firenze e Elle Mafie.
Il programma della giornata:
Mattina – Teatro e testimonianze
Alle 9:30 prenderà il via lo spettacolo teatrale Il paese nelle mani – Cronaca d’Italia in sette stragi di mafia, scritto e diretto da Nicola Zavagli e interpretato da Beatrice Visibelli. Lo spettacolo sarà seguito da un incontro con i familiari delle vittime, che racconteranno storie di coraggio e resistenza. Tra gli ospiti:
• Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo Borsellino
• Giovanni Chinnici, figlio del magistrato Rocco Chinnici
• Tina Montinaro, moglie di Antonio Montinaro, capo scorta del giudice Giovanni Falcone
• Sauro Ranfagni, cugino di Rossella Casini, studentessa fiorentina uccisa dalla ‘ndrangheta
Interverranno anche rappresentanti di associazioni come Familiari e Amici di Don Peppe Diana, Familiari delle Vittime della Strage di Via dei Georgofili e la Fondazione Giovanni Falcone.
Mezzogiorno – Cerimonia ufficiale
Alle 12:00 è prevista la cerimonia ufficiale di inaugurazione alla presenza delle autorità, un momento istituzionale dedicato al ricordo e all’impegno contro tutte le mafie.
Sera – Concerto-racconto
La giornata si chiuderà alle 21:00 con Fiore di campo – La mafia non è musica, un concerto-racconto di Luisa Impastato accompagnata dalla Nuova Orchestra Pedrollo, dedicato alla memoria di Peppino Impastato. In apertura, l’intervento di Francesca Bommarito e il contributo video di Domenico Fazzari, presidente della Cooperativa Valle del Marro – Libera Terra.

