L’asse FdI-Pd sui figli dei mafiosi: «Proteggiamoli»

 


Dodici articoli per una proposta di legge trasversale.
È stata depositata alla Camera da Chiara Colosimo (di Fratelli d’Italia nonché presidente della commissione Antimafia) e al Senato da Vincenza Rando (Pd). La legge — benedetta anche da Palazzo Chigi — tende una mano ai minori, e non solo, cresciuti in famiglie mafiose. Li allontana, li protegge, apre loro una nuova porta sul futuro, murando quella della malavita. È un modo per strappare a un destino già scritto tanti giovani che si vogliono emancipare da una sottocultura e da un contesto sociale che spesso non lascia possibilità di scelta. Una terza via.

La proposta di legge bipartisan, visionata dal Corriere, prende spunto dai provvedimenti giudiziari adottati dal Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria nell’ambito del protocollo «Liberi di scegliere» (documentazione in calce) del giudice Roberto Di Bella. E soprattutto colma un vuoto normativo. Fa sì, come emerso per esempio da un’inchiesta del 2013 sulla ‘ndrangheta a Gioia Tauro, che un bimbo di nove anni non dica più al padre-boss: «Voglio sparare ancora, papà».
Si punta quindi alla decadenza o limitazione della responsabilità genitoriale con l’affido del minore ai servizi sociali, in comunità o in famiglie residenti in altre regioni.
Una tutela che coinvolge anche le mogli dei mafiosi che si sono dissociate, con identità nuove alla stregua dei pentiti e dei testimoni. Spesso sono queste «madri coraggio» a troncare il vincolo con il passato per amore dei figli.
La legge vigente, come è scritto nella relazione allegata alla pdl, non prevede infatti disposizioni efficaci per l’esecuzione dei provvedimenti de responsabilitate del giudice civile.
Una competenza riservata oggi ai servizi sociali comunali, «alle prese con il clima di intimidazione ambientale nel territorio d’origine del minore».
La proposta di legge Colosimo-Rando ha lo scopo di tutelare anche i cosiddetti “giovani adulti”. Ovvero i maggiorenni, minori di venticinque anni, destinatari da minorenni delle misure previste dalla proposta di legge, sostenendoli «affinché non ritrattino la loro scelta».
Una «legge scudo» anche per le ragazze, con un destino già scontato da «donne di mafia» in virtù di matrimoni e legami stabiliti da altri. CORSERA 20.11.2025

 

LIBERI DI SCEGLIERE: il progetto che sottrae i minori alla mafia

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