Giovanni Falcone, alla Kalsa il primo incontro con Paolo Borsellino

 

Il primo “incontro” con Borsellino

Fra i ragazzini che si rincorrono c’è anche Paolo Borsellino, il figlio del farmacista di via Vetreria, quella a due passi dall’abitazione di Giovanni Falcone
Si conoscono da bambini. Si ritrovano trentacinque anni dopo in Tribunale. Muoiono insieme, a cinquantasei giorni l’uno dall’altro. Il liceo classico nel 1954. Le letture che condizionano le sue scelte, Mazzini, Marx, i libri di storia. Giovanni Falcone porterà sempre nel cuore il ricordo di Franco Salvo, il suo professore di filosofia all’Umberto I. Medico o ingegnere?
Dopo la maturità con il massimo dei voti sceglie d’istinto: entra all’Accademia Navale di Livorno. Suo padre non approva e lo iscrive, senza dirglielo, a Giurisprudenza. Giovanni Falcone non resta molto in Accademia, la vita militare non gli piace. Lo mandano allo Stato Maggiore, si congeda e torna a Palermo. Si laurea in legge. Non pensa di diventare avvocato. E troppo incerto è il percorso per la carriera notarile senza un notaio in famiglia. Decide che farà il giudice.
È ancora un ragazzo. Le gite a Mondello, i balli il sabato sera nelle case degli amici, il canottaggio e il nuoto. È in quei mesi che conosce Rita Bonnici. È bella, bruna, Giovanni Falcone se n’innamora, nel 1964 si sposano. Ha appena vinto il concorso per entrare in magistratura. Il matrimonio, una nuova casa. Ci sono tutte le premesse per un’esistenza ordinata, senza scosse. Ma il destino ha riservato altro a Giovanni Falcone. Uditore giudiziario a Palermo nel 1964, pretore a Lentini nel 1965, nel 1966 il trasferimento a Trapani. La città è piccola, il Tribunale un avamposto della giustizia. Sono pochi e fa di tutto: penale e civile, il sostituto procuratore, il giudice istruttore, il magistrato di sorveglianza. Trapani è una città mafiosa dove non accade mai niente. Tutto è sotto controllo, tutto è velato. Mai un omicidio, mai un botto che disturba. I rapporti con i colleghi sono cordiali, le relazioni fuori dal Palazzo di Giustizia piacevoli. Giovanni Falcone frequenta anche qualche avvocato. In quegli anni, i suoi familiari ricevono poche notizie da lui, sentono però che qualcosa è cambiato. Dagli sporadici incontri, per le feste comandate, si sono fatti l’idea che si è allontanato dalla fede ed è diventato comunista. Le sue sorelle sono turbate, Giovanni Falcone le rassicura. È sempre lo stesso. Più colto, più informato, più libero.

 

Dal libro “Uomini Soli” di Attilio Bolzoni