ANTINIO INGROIA e MAFIA – APPALTI

 


12.11.1997 INGROIA,  NELL’AGENDA DI FALCONE APPUNTI SU MAFIA E APPALTI  

Nell’agenda elettronica di Giovanni Falcone erano stati annotati alcuni appunti riguardanti, tra l’altro, le indagini su mafia e appalti condotte dai carabinieri del Ros, su Gladio e la P2. Proprio quegli appunti avevano attirato l’ attenzione del procuratore aggiunto di Palermo Paolo Borsellino. 
Lo ha sostenuto stamane ANTONIO INGROIA, uno dei magistrati piu’ vicini a Borsellino, deponendo davanti alla Corte d’ Assise di Caltanissetta, nel processo-bis per la strage di via D’ Amelio.
Il teste ha ricordato che dopo la strage di Capaci Borsellino ritenne che le ”piste” per capire chi avesse ordinato l’ assassinio di Giovanni Falcone potevano essere cercate proprio negli appunti trascritti sull’agenda elettronica.
Falcone annotava soltanto le cose importanti e quegli appunti avevano colpito l’attenzione di Borsellino”.
Il magistrato ha precisato che Borsellino aveva chiesto di essere  sentito dagli investigatori sulla strage di Capaci, dopo una valutazione di indizi ed ipotesi. INGROIA ha anche affermato che la strage di via D’Amelio era ”prevedibile” e che non furono prese ”misure adeguate” per proteggere Borsellino nei luoghi che abitualmente frequentava, come la strada in cui abitava la madre.

AUDIO Deposizione

 

 TESTO  Deposizione



Le rivelazioni del dottor Ingroia




Dalla deposizione del dr Ingroia al processo Mario Bo (depistaggio via d’Amelio).Udienza del 15 dicembre 2021. Il tema era la riunione del 14 luglio 92.

 
“PUBBLICO MINISTERO – Lei innanzitutto era presente a questa riunione?
TESTIMONE INGROIA ANTONIO – Sì, certo, ero presente.
Ho un ricordo però approssimativo, devo dire la verità, oggi. Però io credo che o sono stato sentito lì o sono stato sentito al Consiglio Superiore della Magistratura, perché nel mese di agosto ci sono state le audizioni di tutti noi e credo che una parte sia stata dedicata alla faccenda dell’indagine mafia–appalti, il rapporto del ROS. Lì potrei, non sono sicuro, potrei anche essere stato più preciso.
Comunque io ricordo che c’è stato o che si sono state le richieste di chiarimenti di Borsellino. Ricordo, e ho già riferito in qualche circostanza, mi ha colpito di più la battuta che fece Borsellino fuori dalla riunione, e anche se non ricordo bene a chi la fece, ma l’ho già dichiarato, credo che fosse la Commissione Regionale, o la fece al dottore Lo Forte o la fece al dottor Pignatone, una cosa del tipo.
Voi non me la state raccontando bene”, una cosa simile.
PUBBLICO MINISTERO – Mi scusi, ma questa è una cosa che lei ha visto o gliel’ha raccontato…
TESTIMONE INGROIA ANTONIO – Io ho visto, sì.
Nel corridoio davanti… se non ricordo male alla fine della riunione, cioè nel corridoio subito dopo la riunione. Sempre nello sostanziale che raccontavo prima. Borsellino certe volte con il sorriso e con la battuta un po’ ironica lanciava dei piccoli messaggi per vedere anche la reazione della controparte.
Quello che so è che comunque Borsellino aveva interesse – questo l’ho dichiarato diverse volte anche in Corte d’Assise qui a Caltanissetta – Borsellino aveva interesse ad approfondire tutta questa vicenda del rapporto ROS mafia–appalti, e che nasceva dal fatto che lui intendeva, così me lo spiegò, intendeva approfondire tutte le annotazioni che Falcone aveva annotato nella sua agenda elettronica, famosa agenda elettronica poi pubblicata da Liana Mirella sul “Sole 24 Ore” a spezzoni”.
 

Borsellino, nel raccontare a Ingroia – come da quest’ultimo dichiarato nella sua audizione del 31 luglio 1992 davanti al CSM – “che vi era un grosso pentito che si stava per apprestare a collaborare mi disse anche che con questo grosso pentito aveva già avuto dei rapporti Giovanni FALCONE precedentemente nel periodo in cui Giovanni FALCONE era al Ministero mi disse successivamente tornò sull’argomento e mi fece il nome di questo pentito mi spiegò il grosso spessore di questo pentito in quanto io sinceramente non lo conoscevo, perché io sono in magistratura da poco sono quasi sempre alla provincia di Trapani per cui me lo spiegò lui chi era Gaspare MUTOLO mi disse che era un boss di grosso rilievo che era stato autista di Totò RIINA e mi disse anche che a suo parere poteva fare luce forse anche su legami tra Cosa Nostra e quindi insomma lo riteneva un personaggio molto importante del valore di un BUSCETTA, di un MANNOIA ecc.- mi disse anche che non vi so dire cronologicamente quando se ne parlò tre quattro volte e questo si mi disse non dirlo a nessuno infatti io a nessuno lo avevo detto mi disse non lo dire neppure a Roberto SCARPINATO perché sapeva che io con Roberto parlavo e infatti io a Roberto nulla dissi…”.

 

 

🟥 MAFIA e APPALTI e l’eliminazione del dottor Borsellino