ANSA 13.1.2021
Determinanti, per l’inchiesta che ha portato all’operazione “Oro bianco”, sono state anche le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta di Favara (Ag).
Quaranta ha spiegato che “a Palma di Montechiaro a gestire ogni cosa c’è Rosario Pace, inteso ‘cucciuvì'”.
I rapporti con il reggente della famiglia mafiosa di Cosa Nostra di Palma di Montechiaro – stando a quanto emerge dall’inchiesta – sono di stretta collaborazione.
Quella scoperta a Palma di Montechiaro non è la tradizionale Cosa Nostra, ma ne ricalca lo schema organizzativo. Ed è per questo che la Procura di Palermo contesta il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Il “paracco” è gruppo criminale che non fa parte di Cosa Nostra, ma ne ha tutte le caratteristiche organizzative. Come la stidda si affianca alla mafia, di cui subisce l’autorità, ma si muove in autonomia.
Quaranta ha descritto le “famigghiedde” costituite da una decina di persone, i “paraccari”, e hanno una struttura gerarchica composta da capi, sottocapi, capidecina e tutti si mettono sotto l’ombrello di protezione dell’associazione criminale.
28.5.2025 Gli affari del clan “Paracco” fra traffico di cocaina e accordi con la politica: 9 condanne definitive
La Cassazione boccia i ricorsi nei confronti di tutti gli imputati ritenuti affiliati alla cosca di Palma “autonoma” rispetto a Cosa Nostra e stidda

Quattro ricorsi rigettati e cinque inammissibili: nella sostanza diventano tutte definitive le condanne per gli imputati del processo scaturito dalla maxi operazione antimafia “Oro bianco”, che ha fatto luce sul cosiddetto “paracco”, ovvero la famiglia mafiosa di Palma di Montechiaro alternativa a Cosa nostra e alla stidda.
La corte di cassazione ha confermato il verdetto dei giudici della quarta sezione della Corte di appello di Palermo presieduta da Vittorio Anania che in precedenza aveva riformato la decisione di primo grado riducendo le condanne.
La nuova cosca, secondo quanto ha accertato il processo, era stata messa in piedi dal 65enne Rosario Pace di Palma di Montechiaro, appartenente alla storica famiglia: la condanna nei suoi confronti è di 14 anni.
L’indagine ha sgominato pure un vasto traffico di cocaina. Nel blitz, eseguito dai carabinieri all’alba del 13 gennaio del 2021, era finito in carcere pure un consigliere comunale di Palma di Montechiaro, arrestato con l’accusa di associazione mafiosa e dimessosi all’indomani dell’arresto. Il cinquantenne è morto in carcere nel gennaio del 2023 e non compariva più nella lista degli imputati.
Ecco le altre condanne: Gioacchino Rosario Barragato, 65 anni, di Palma: 8 anni; Francesco Bonsignore, 59 anni, di Palma: 5 anni e 8 mesi; Sarino Lauricella, 56 anni, di Palma: 8 anni; Domenico Manganello, 50 anni, di Palma: 12 anni e 6 mesi; Giuseppe Morgana, 40 anni: 8 anni; Emanuele Pace, 37 anni: 8 anni; Gioacchino Pace, 54 anni: 10 anni e 6 mesi e Giuseppe Blando, 60 anni, di Favara: 6 anni e 10 mesi.
Le otto assoluzioni decise in primo grado sono da tempo diventate definitive. Lo stralcio ordinario è fermo al primo grado di giudizio: i giudici hanno deciso 6 condanne e 6 assoluzioni.
La cassazione, adesso, dopo che i giudici di appello avevano accolto gran parte delle tesi dei difensori (fra gli altri gli avvocati Giovanni Castronovo, Francesco Scopelliti, Santo Lucia, Giovanni Lo Monaco e Antonino Gaziano) ha ribadito il verdetto di condanna per i 9 imputati dello stralcio abbreviato. AGRIGENTO NOTIZIE
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