Le intercettazioni in casa dell’ex presidente della Corte d’Appello di Palermo durante le indagini sul depistaggio per la strage di via D’Amelio in cui è accusato di favoreggiamento aggravato. “L’eroe sbeffeggiava Agnese coi colleghi…”. In altri passaggi il senatore Roberto Scarpinato avrebbe concordato le domande da fargli in Commissione antimafia: “Ti chiederò questo…”

Non solo avrebbero concordato domande e risposte dell’audizione in Commissione parlamentare antimafia, ma in alcune delle intercettazioni uno di loro si sarebbe lasciato andare anche ad insulti gravi nei confronti della famiglia del giudice Paolo Borsellino. Nei mesi scorsi era già emerso che, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Caltanissetta sul depistaggio delle indagini che seguirono alla strage di via D’Amelio, l’ex magistrato Roberto Scarpinato (oggi senatore del Movimento 5 Stelle e componente della stessa Commissione), e l’ex presidente della Corte d’Appello di Palermo, Gioacchino Natoli – entrambi colleghi del giudice assassinato dalla mafia il 19 luglio del 1992 – avrebbero preventivamente discusso dell’audizione del gennaio 2024, ma ieri sera, nella trasmissione “Lo Stato delle cose”, è stato ricostruito il contenuto di questi dialoghi.
Conversazioni che hanno scatenato dure polemiche politiche, anche in difesa del presidente della Commissione, Chiara Colosimo, e soprattutto tanta indignazione per i termini usati da Natoli nei confronti dei figli del magistrato eliminato in via D’Amelio (etichettati come “senza neuroni”) e della moglie, Agnese Piraino Leto (definita “deficiente”).
“Ti farò questa domanda”
Il 28 ottobre di due anni fa Scarpinato diceva a Natoli, indagato dai pm nisseni per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra perché avrebbe insabbiato il dossier “Mafia e appalti”, assieme all’ex procuratore aggiunto di Palermo, Giuseppe Pignatone e al generale della Finanza Stefano Screpanti, su istigazione dell’allora capo dell’ufficio inquirente del capoluogo, nel frattempo deceduto, Pietro Giammanco: “Ti farò questa domanda”. E ancora: “E tu tira fuori questa storia, perché ti farò questa domanda”. La domanda sarebbe stata questa: “Lei sa che rapporti c’erano tra Lima (Felice Lima, ndr) e Borsellino?”.
“Seppellirò Colosimo sotto una montagna di documenti…”
Il 29 agosto 2023 invece Scarpinato spiegava a Natoli: “Sai che intenzioni ho? Di seppellire la Colosimo (Chiara, presidente della Commissione antimafia, ndr) sotto una montagna di documenti” e l’ex presidente della Corte d’Appello di Palermo rispondeva: “Perdonami fratello mio, se dai troppe cose, le dai l’opportunità di dire: ‘Ho bisogno di tempo per leggerle'”.
“Fatti vedere preparato…”
Nelle intercettazioni si fa anche riferimento ad un documento che sarebbe in possesso dell’attuale procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia: “E allora fatti vedere in modo che siamo preparati, prima che ce la buttino addosso… Fammi avere questa cosa”, diceva Scarpinato. “Questa cosa” potrebbero essere le istanze di Natoli conservate negli archivi della Procura di Palermo.
Le offese e gli insulti ai figli di Borsellino
Durante il programma in onda su Rai 3, sono state diffuse anche delle intercettazioni captate dalla guardia di finanza in casa di Natoli. E quelle trapelate sarebbero davvero parole pesantissime ed estremamente offensive. L’ex magistrato direbbe infatti che i figli di Borsellino, a cominciare da Lucia e Manfredi, sarebbero “senza neuroni”, che l’avvocato Fabio Trizzino, che oltre ad essere il marito di Lucia è anche il difensore della famiglia, sarebbe “una m…”. Sulla moglie del magistrato ucciso dalla mafia, poi, Natoli, discutendo a sua volta con la propria moglie, avrebbe detto: “Era la moglie dell’eroe (Borsellino, ndr), il quale mentre era in vita la sbeffeggiava con i colleghi”, usando successivamente il termine “deficiente” per qualificarla. È certamente una conversazione del tutto privata e non rilevante penalmente, ma si tratta pur sempre di insulti a una famiglia che ancora oggi non sa la verità sulla morte del proprio caro e che dopo 33 anni non ha avuto alcun tipo di giustizia.
Manfredi Borsellino: “Proviamo vergogna e imbarazzo”
A questi insulti ha reagito con fermezza il figlio di Borsellino, Manfredi: “Proviamo vergogna e imbarazzo per persone che stentiamo e fatichiamo a considerare colleghi di nostro padre. I nostri grandissimi genitori ci avevano preparato anche a questo fuoco amico, ma le offese assolutamente gratuite rivolte a nostra madre ci lasciano davvero senza parole. Quello a cui non eravamo preparati erano gli insulti a nostra madre”. Già in passato un altro magistrato, Silvana Saguto, ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale, aveva utilizzato termini poco lusinghieri nei confronti dei famigliari di Paolo Borsellino e anche in quel caso l’indignazione era stata enorme.
Scarpinato: “Non ci siamo mai messi d’accordo con Natoli”
Quando la notizia di queste intercettazioni trapelò l’autunno scorso, Scarpinato aveva respinto le accuse e spiegato che “Io e Natoli non ci siamo mai messi d’accordo. Gli ho parlato prima che iniziassero le audizioni alla Commissione antimafia. Lo avevo indicato come una persona che dovevamo sentire, sulle dichiarazioni che aveva reso in un processo, sulle confidenze che gli fece Borsellino. Poi, mesi dopo l’audizione, è stato accusato di avere gestito in modo irregolare un procedimento di cui non mi sono mai occupato. E su questa storia non gli ho fatto nessuna domanda. Quindi cosa dovevamo aggiustare?”. E aggiunse: “Con Natoli ho condiviso un lunghissimo percorso di lavoro che ha reso normale un costante e approfondito scambio di idee tra noi”.
Ieri Scarpinato ha fatto sapere che: “Io esortai Natoli a riferire tutto alla Commissione e gli dissi che in caso di dimenticanza sarebbe stato doveroso da parte mia fare un’apposita domanda. Risulta dal verbale di audizione che, siccome Natoli in Commissione si dilungava, a portarlo a riferire chiaramente questa informazione essenziale fu proprio la presidente Colosimo. Dunque, di cosa stiamo parlando? Parliamo piuttosto del fatto che la tesi unica, preconfezionata e imposta ad ogni costo di ‘Mafia e appalti’ come movente della strage, per seppellire moventi ben più indicibili, è stata orchestrata da fuori e nell’ombra dal generale Mori, indagato a Firenze per le stragi, come svelato da Report”.
ÈE in una nota ha aggiunto: “È lo stesso Mori che all’insediamento della Commissione andò a trovare la presidente Colosimo a Palazzo San Macuto, scagliandosi subito contro di me, e che ha dichiarato che vive per vendicarsi dei magistrati che lo hanno processato. Dicevo a Natoli che avrei seppellito la presidenza di documenti? L’abbiamo fatto, abbiamo prodotto solo documentazione giudiziaria ufficiale che dimostra l’infondatezza delle tesi di Mori e di tutto il centrodestra e che, invece, fornisce riscontri pesantissimi che aprono piste ben più inquietanti. Ricordo infine che a Natoli in Commissione non ho fatto alcuna domanda sulle accuse mosse a lui dall’avvocato Trizzino in ordine alla gestione di un procedimento penale del quale non mi sono mai occupato e che non conoscevo, per le quali lui ha poi chiesto di poter replicare in audizione, e che poi sono divenute oggetto dell’indagine a suo carico”.
Infine, sostiene il senatore grillino: “È evidente a tutti come la trasmissione sottobanco in questi giorni ad alcuni media di trascrizioni coperte dal segreto, dopo che a luglio la maggioranza ha approvato in Commissione al Senato il Ddl per estromettere me e il collega Cafiero De Raho dalla Commissione, sia parte di una campagna di delegittimazione finalizzata a creare il giusto clima per accelerare l’approvazione della legge in aula, eliminando due persone che per le conoscenze acquisite e l’esperienza maturata in decenni in magistratura sono temuti dal centrodestra. Lascio ai cittadini comprendere a che punto di degradazione sia arrivata la lotta politica”.
PALERMO TODAY 23.9.2025