
Sta facendo discutere il mondo della giustizia il post, su Facebook, con il quale un avvocato penalista di Genova denuncia un comportamento poco consono da parte di un pubblico ministero all’interno di un ufficio durante un’udienza: gioca sul suo telefonino a Candy Crush uno dei giochi per smartphone di maggior successo.
Il post è dell’avvocato Michele Ispodamia, penalista del foro di Genova e cultore della materia alla Facoltà di Economia della Cattolica di Milano
La fotografia, che non ritrae i volti dei presenti ma nella quale si vede un uomo con la toga impegnato a giocare sul telefonino, è accompagnata da questo commento del titolare della pagina: “A coloro che sostengono che la Giustizia in Italia non funziona per colpa degli Avvocati, mostrerei la foto di questo PM che, in delicatissimo processo per reati finanziari, gioca a Candy Crush durante l’escussione di un teste dell’accusa”.
Visto che l’ambiente giudiziario è stato scosso dalla vicenda e sono state chieste precisazioni, è stato chiarito che la foto non è stata scattata nè a Genova nè in altri tribunali della Liguria.
Lo stesso avvocato Ispodamia precisa che «Non mi trovavo nel distretto della Corte di Appello di Genova, ho la fortuna di avere mandati difensivi dalla Sicilia al Trentino Alto Adige e altrettanto fortunatamente ho potuto rilevare, in 30 anni di professione, la serietà dei magistrati liguri. Mai ho assistito a nulla del genere nel distretto della Corte di Appello di Genova, e proprio perché sono abituato a che fare con persone capaci sono rimasto colpito da quanto ho postato».
Il post ha generato sulla pagina del legale una serie di commenti che stigmatizzano, ognuno a suo modo, il comportamento del magistrato.
Ma la foto sta facendo parlare anche negli ambienti giudiziari dove c’è chi sottolinea che la foto scattata in un’udienza potrebbe rappresentare una violazione della privacy o della deontologia.Su Facebook c’è chi chiede di on generalizzare e Ispodamia è d’accordo: “non generalizzo assolutamente, ci mancherebbe. E comunque quel PM è togato, e di certo non di prima assegnazione”.
Un altro effetto del post è che ora si è scatenata la caccia all’identità del pm appassionato di Candy Crush e girano già diversi nomi. Oggi, però, nei corridoi di Palazzo di Giustizia, alcuni avvocati evidenziano come, quello di rivelare quanto accade in udienza, non relativamente ai temi del processo ma ai comportamenti personali, potrebbe trasformarsi in un “gioco” pericoloso per tutti, o almeno per alcuni.
LA REPUBBLICA 27.9.2025