20 giugno 1992, il dottor Ayala rilascia un’intervista in cui dice: «Guardate che i diari di Falcone esistono e io li ho visti in vita», e la stessa cosa dice Paolo Borsellino

 

Dice: «Anch’io li ho visti parzialmente, in vita» e su questo dobbiamo tornare perché è pure importante, «parzialmente».  Questa ricostruzione secondo cui dei colleghi, cioè Ayala e Borsellino, avessero potuto vedere in vita le annotazioni di Falcone ce lo conferma autorevolissimamente il 2 dicembre del 1998, nel Borsellino-ter, il presidente Leonardo Guarnotta.  Guarnotta ci dice: «Con Paolo un sabato mattina andammo in ufficio – era il marzo del 1991 – per chiedere conto e ragione a Giovanni della scelta di andare a lavorare al ministero con Martelli come direttore degli affari penali». 

Entrano Guarnotta e Paolo Borsellino, che lavorava a Marsala, però di solito il sabato andava a fare un giro a incontrare i vecchi amici dell’epoca del pool, quelli che c’erano, con cui si era creato veramente un rapporto bellissimo.
Così ce lo descrive Guarnotta: «In stanza c’era già Ayala, e il dottor Falcone, di fronte alle nostre rimostranze secondo cui avremmo dovuto sapere dal giornale che lui andasse a lavorare a Roma, non disse una parola, schiacciò un bottone e vennero stampate una serie di annotazioni», che erano le annotazioni che ora se volete vi leggo.
Questo conferma anche la testimonianza di sua eccellenza Siclari, nell’ambito della commissione del CSM, il quale dichiara che Paolo Borsellino gli disse che in parte le annotazioni di Giovanni Falcone le aveva viste in vita e lui si faceva il problema morale, guardate un poco, che non avesse raccontato questa cosa a Giammanco.
Allora Siclari gli ha detto: «Ma che te ne frega?» «Ora viene fuori la notizia». Siclari lo consiglia: «Non ti preoccupare, perché ti fai questo problema?».
Quindi Borsellino, Ayala e Guarnotta conoscono le annotazioni in parte di Giovanni Falcone.
Andiamo all’intervista di Ayala del 20 giugno che dice: «Attenzione ci sono le annotazioni di Giovanni Falcone, lì dobbiamo cercare anche un possibile movente della strage».
Qui entra in gioco una dichiarazione di Ingroia resa alla commissione regionale siciliana davanti a Fava – non ricordo se lo conferma anche al processo-depistaggio, ricordo che si trova nell’audizione presso la commissione regionale presieduta dall’onorevole Claudio Fava. Lui dice: «Paolo si lamentò del fatto che, siccome Giovanni Falcone aveva criticato Chinnici, che teneva il diario, come mai Giovanni cominciò a tenere il diario?»
Allora giustamente il presidente Fava risponde perché ci sono situazioni motivate. Ingroia in quella sede afferma: «La cosa assurda è che anche Paolo Borsellino poi lo fa, con la famosa agenda rossa».
Perché quando ci sono situazioni di quel tipo, diceva Rocco Chinnici – fu questa la giustificazione che Rocco Chinnici diede a Giovanni Falcone – io scriverò nel diario in modo da poter dare a chi deve indagare la possibilità di risalire anche ai miei assassini.
Quindi abbiamo Rocco Chinnici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, il quale comincia a utilizzare un’agenda rossa, di cui non sappiamo nulla perché sparisce, non dico alle 16 e 58 del 19 luglio, ma quasi.
Il 20 Ayala fa questa intervista, il 21 giugno – questo mi è stato detto, quindi verificatelo, perché sinceramente non l’ho verificato io, ve lo riporto e farete fare le necessarie verifiche su questo dato – il 21 giugno la «Falange armata» rivendica la non veridicità delle affermazioni di Ayala.
Quindi la «Falange armata» interviene immediatamente a dire che Ayala sta dicendo cavolate, Ayala sta mentendo. Questo è un punto secondo me estremamente significativo.
A proposito della Falange armata, come etichetta su cui bisogna fare tante considerazioni perché sul fatto che sul campo abbiano agito gli uomini di Cosa nostra non ci sono dubbi che tengono, ed è molto raro che Cosa nostra appalti a qualcuno l’esecuzione di delitti di quel tipo, molto raro!
Resta questo dato, dovete verificarlo, che la Falange armata il 21 giugno vuole smentire Ayala. (Trizzino Audizione Commissione Parlamentare Antimafia 2023)