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Due relazioni spuntate, solo per caso, a distanza di 30 anni dalla strage di Via DâAmelio dagli archivi della Squadra mobile di Palermo, e che adesso arrivano, per la prima volta, in aula nel processo ai quattro poliziotti accusati di depistaggio, in corso a Caltanissetta. Delle annotazioni di indagine emerse dalla palude, che erano state inghiottite nel buco nero della strage in cui furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta.
A fare la scoperta era stato due anni fa un poliziotto della Squadra mobile spostando dei vecchi fascicoli dâarchivio. Ma cosa câera scritto sulle relazioni?
Il 28, 29 e 30 giugno 1994 i poliziotti del gruppo âFalcone e Borsellinoâ che indagavano sulle stragi del â92, guidato da Arnaldo La Barbera, fecero dei sopralluoghi con il falso pentito Vincenzo Scarantino.
Le relazioni sono state mostrate oggi dai pm al poliziotto della Dia Pietro Ganci, ascoltato come teste nel processo a carico dei quattro poliziotti, nellâaula bunker del carcere di Caltanissetta. Il poliziotto della Mobile aveva trovato solo per caso un raccoglitore di cartone di colore scuro marca Fabiusâ, chiuso con dei ânastriniâ. Câera scritto a penna, in rosso, âMateriale gruppo Borsellinoâ. Lâagente aveva trovato un foglio con la dicitura âMaurizioâ, firmata da Maurizio Zerilli allâepoca ispettore di polizia e ora uno dei quattro poliziotti imputati per depistaggio. Non solo. Il 7 luglio successivo Arnaldo La Barbera, deceduto nel 2002, aveva inviato una nota allâallora pubblico ministero di Caltanissetta Ilda Boccassini. In calce câera il timbro con il nome del super poliziotto, ma senza la firma. Nel documento venivano riassunti gli esiti delle indagini per riscontare la credibilitĂ di Scarantino. Prima della deposizione di Pietro Ganci, câè stata una camera di consiglio dopo la richiesta della difesa di acquisire agli atti le dichiarazioni dopo il ritrovamento dei documenti alla Squadra mobile. La deposizione di Ganci prosegue. (Adnkronos) â (dallâinviata Elvira Terranova)
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Trenta anni dopo via DâAmelio: spuntano due relazioni del 1994, ora sono prove in aula
Un raccoglitore ritrovato con l’etichetta “Materiale gruppo Borsellino” riapre il caso della strage Borsellino
Un raccoglitore impolverato, chiuso da nastrini e dimenticato in un angolo dâarchivio. Unâetichetta scritta a mano, in rosso: âMateriale gruppo Borsellinoâ. E dentro, due relazioni che potrebbero riscrivere la storia di uno dei piĂš gravi depistaggi della giustizia italiana.
A distanza di trentâanni dalla strage di Via DâAmelio, quei documenti riemergono come fantasmi dal passato e approdano al tribunale di Caltanissetta.
Era il 2023 quando un poliziotto della Squadra mobile di Palermo, riordinando vecchi fascicoli, si imbattĂŠ per caso in quel raccoglitore scuro, marca Fabius.
Dentro, annotazioni investigative che sembravano inghiottite dal buco nero della strage in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta. Fogli firmati, tra gli altri, da Maurizio Zerilli, allâepoca ispettore di polizia e oggi uno dei quattro imputati per depistaggio.
Le relazioni, datate 28, 29 e 30 giugno 1994, documentano sopralluoghi effettuati dal gruppo âFalcone e Borsellinoâ, guidato da Arnaldo La Barbera, insieme a Vincenzo Scarantino â il falso pentito che per anni fu al centro di una ricostruzione rivelatasi infondata. Il 7 luglio, La Barbera inviò una nota allâallora pm Ilda Boccassini, riassumendo gli esiti delle indagini per valutare la credibilitĂ di Scarantino. Ma la nota, pur timbrata, non era firmata.
Oggi, quelle relazioni sono state mostrate dai pm al teste Pietro Ganci, poliziotto della Dia, durante il processo ai quattro poliziotti accusati di aver orchestrato il depistaggio.
Prima della sua deposizione, la difesa ha chiesto di acquisire agli atti le dichiarazioni legate al ritrovamento.  Laura Mendola  28 Ottobre 2025 LA SICILIA
La strage di via D’Amelio e il depistaggio: “Negli atti nessuna traccia dei sopralluoghi col falso pentito”
In aula a Caltanissetta, dove è in corso il processo a carico di 4 poliziotti, un teste ha riferito che la squadra mobile di Palermo, sollecitata dalla Procura, non avrebbe trovato relazioni sulle ispezioni eseguite con Vincenzo Scarantino a Palermo
“Non abbiamo trovato nessuna traccia dei sopralluoghi effettuati da Vincenzo Scarantino a Palermo”, questo ha riferito in aula, a Caltanissetta, Pietro Ganci, in servizio alla Dia di Caltanissetta, nell’ambito del processo che vede imputati quattro poliziotti, che hanno fatto parte del pool investigativo “Falcone e Borsellino”, accusati di aver depistato le indagini sulla strage di via D’Amelio per aver reso false dichiarazioni in un altro processo in cui erano imputati altri tre poliziotti.
Una ricerca effettuata dalla Dia su delega della Procura di Caltanissetta e i cui esiti sono stati riportati in una nota della squadra mobile di Palermo risalente al 22 gennaio 2015.
“La squadra mobile di Palermo – ha riferito il teste – ad una nostra richiesta rispose di non aver trovato gli atti relativi ai sopralluoghi effettuati da Scarantino”.
Ai sopralluoghi partecipò anche Maurizio Zerilli, imputato insieme ad altri suoi tre colleghi, il quale spiegò “di non ricordare nulla”, ha aggiunto il teste. “Non aveva redatto nessun atto, essendo presente anche Arnaldo La Barbera e le relazioni, su richiesta della Procura nissena, vennero cercate – ha sottolineato il teste – anche nei vari procedimenti giudiziari che si sono svolti negli anni, ma non venne trovato nulla”.
L’esito di quei sopralluoghi emerse solo nel 2023, quando venne rinvenuto, per puro caso, un faldone in un vecchio archivio della squadra mobile, mentre erano in corso dei lavori di ristrutturazione, e affiorò una relazione con una nota di accompagnamento del 5 luglio 1994. In un’altra nota del 7 luglio, gia’ presente negli archivi della Procura nissena, mancavano due allegati e la relazione di Zerilli che invece era stata rinvenuta nella nota del 5 luglio. AGI – PALERMO TODAY 28.10.2025
Depistaggio di via DâAmelio, teste in aula: âNessuna traccia dei sopralluoghi di Scarantinoâ
Ă quanto ha riferito Pietro Ganci, in servizio alla Dia di Caltanissetta, nel processo che vede imputati quattro poliziotti
“Non abbiamo trovato nessuna traccia dei sopralluoghi effettuati da Vincenzo Scarantino a Palermo”. E’ quanto ha riferito oggi in aula, a Caltanissetta, Pietro Ganci, in servizio alla Dia di Caltanissetta, nell’ambito del processo che vede imputati quattro poliziotti, che hanno fatto parte del pool investigativo “Falcone e Borsellino”, accusati di aver depistato le indagini sulla strage di via D’Amelio per aver reso false dichiarazioni in un altro processo in cui erano imputati altri tre poliziotti. Una ricerca effettuata dalla Dia su delega della procura di Caltanissetta e i cui esiti sono stati riportati in una nota della squadra mobile di Palermo risalente al 22 gennaio 2015.
“La squadra mobile di Palermo – ha riferito il teste – ad una nostra richiesta rispose di non aver trovato gli atti relativi ai sopralluoghi effettuati da Scarantino”. Ai sopralluoghi partecipò anche Maurizio Zerilli, imputato insieme ad altri suoi tre colleghi, il quale spiegò “di non ricordare nulla”, ha aggiunto il teste. “Non aveva redatto nessun atto, essendo presente anche Arnaldo La Barbera”.”Le relazioni, su richiesta della procura nissena, vennero cercate – ha sottolineato il teste – anche nei vari procedimenti giudiziari che si sono svolti negli anni, ma non venne trovato nulla”.
L’esito di quei sopralluoghi è emerso solo nel 2023, quando venne rinvenuto, per puro caso, un faldone in un vecchio archivio della squadra mobile, mentre erano in corso dei lavori di ristrutturazione. Affiorò una relazione con una nota di accompagnamento del 5 luglio ’94. In un’altra nota del 7 luglio, giĂ presente negli archivi della procura nissena, mancavano due allegati e la relazione di Zerilli che invece è stata rinvenuta nella nota del 5 luglio.

