CATANZARO – Perquisizioni, sequestri e la notifica di avvisi di garanzia sono in corso in Calabria, Lombardia e Lazio nell’ambito di una inchiesta della Dda di Catanzaro contro la cosca della ‘ndrangheta dei Mancuso. La cosca, secondo gli inquirenti, attraverso una fitta rete di rapporti con la massoneria siciliana era riuscita a controllare diversi appalti e subappalti per lavori in Lombardia e in Veneto. Tra le persone sottoposte ad indagine ci sono Nicola Tripodi, 64 anni, originario di Briatico ma residente ad Anguillara Sabazia (Roma), la figlia Marika, amministratrice della società Edil Sud; Francesco Comerci, 37 anni, di Roma, amministratore di fatto della società ed il consulente e commercialista della Edil Sud, Nunziato Grasso, 43 anni, di Messina.
Le perquisizioni sono state disposte dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni. L’operazione fa seguito ad altre perquisizioni eseguite nel marzo scorso compiute principalmente a Roma nei confronti della società Edil Sud che, secondo gli inquirenti, è riconducibile alla cosca Mancuso. Le altre perquisizioni riguardarono anche i bar della capitale «Caffè Roma», il «Ritrovo della dolce Vita» e lo studio di due commercialisti di Messina. Durante le perquisizioni furono trovati documenti dai quali sono emersi i rapporti tra la cosca dei Mancuso ed esponenti della massoneria siciliana. Le società finite all’attenzione della Dda di Catanzaro sono la «O&C Costruzioni» di Milano, la «Effegi costruzioni srl» e il «Gruppo Nobis», tutte di Corbetta (Milano) e l’Istituto Finanziario Energia srl di Milano. Le sedi di tutte le società sono state perquisite mercoledì mattina dai carabinieri e dai militari della Guardia di finanza di Vibo Valentia.
La società Edil Sud stava per acquistare due immobili a Roma dalla società Fintecna. Alcuni degli indagati, attraverso operazioni societarie e finanziarie, stavano acquistando da «Fintecna – è scritto nel decreto di perquisizione – un immobile a Roma per 16 milioni di euro nonché un altro immobile sempre a Roma». I due immobili dovevano essere intestati «fittiziamente alla società Edil Sud che avrebbe poi provveduto a ristrutturarli». (Ansa)