“A breve intendo potenziare il gruppo di lavoro nel mio ufficio che affronta problemi di criminalita diffusa: usura, rapina, estorsione. Sono reati spia della presenza di fenomeni criminali più pesanti. E’ un impegno che prendo in questa sede e che realizzerò entro la fine dell’anno”. La promessa del procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, è arrivata durante il convegno “Per crescere nella legalita’”, organizzato dalla Cisl Roma, a cui hanno partecipato Giuseppe Pignatone, capo della Procura della Repubblica di Roma, Angelo Camilli, presidente Comitato piccola industria di Unindustria, Giuseppe Pecoraro, prefetto di Roma, Giuseppe Roscioli, presidente di Confcommercio Roma, Tommaso Ausili, segretario generale della Cisl del Lazio, Fulvio Della Rocca, questore di Roma e Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl. Nella capitale e nei comuni dell’hinterland maggiormente esposti, le organizzazioni usuraie coinvolgono una grande fetta della malavita che si sostituisce ai canali formali di accesso al credito, infettando e asfissiando il mercato. A venir meno non è solo la sicurezza economica, ma anche l’incolumità fisica delle persone. Se il fenomeno usura si caratterizza sempre più spesso per violenza e ritorsione, a questo deve sicuramente sommarsi un aumento generalizzato dei crimini registrati negli ultimi anni, che espone come al solito le categorie della filiera più deboli e isolate.
L’iniziativa di Pignatone è stata condivisa da Fulvio Della Rocca, questore di Roma: “Do il mio appoggio: il nuovo gruppo di lavoro proposto dal procuratore da costituire entro fine anno ci vede assolutamente favorevoli, ha detto.
“Roma è una realtà complessa perché abbiamo problemi di legalità nel settore della pubblica amministrazione, nell’economia, nel settore ambientale, nell’evasione fiscale, nella criminalità diffusa con fenomeno di usura ed estorsione e poi c’è un problema mafia. Il compito della Procura e delle forze di polizia è cercare di fronteggiare questi fenomeni. Prima della fine dell’anno faremo un gruppo dedicato a questi reati – ha annunciato Pignatone – Per affrontare una realtà così complessa dobbiamo cercare di rompere la pericolosità dei poteri criminali. La prima cosa da fare è agire in modo sinergico fra noi e addetti alla repressione”.
Poi ha precisato: “Dobbiamo metterci d’accordo su cosa significa mafia non a Palermo ma in una grande città come Roma o come Milano. Non abbiamo ancora delle risposte ma dei segnali di allarme e riflessione dobbiamo prenderli. Uno pensa che la mafia sia la lupara ma non è così semplice. La risposta non c’è ancora, la stiamo cercando. Quando parliamo di rapporti sulla mafia, non sono solo quelli della paura, del pizzo. A Roma le scelte sono tante e in tanti settori quindi non ci sono categorie prive di rischi – ha continuato Pignatone – Ragioniamo sull’offerta del sindacato di lavorare insieme per la legalità, è un’offerta preziosa”.
“Tra i crimini più presenti nel nostro territorio in questo senso – segnala il segretario generale della Cisl Roma, Mario Bertone, durante il suo intervento – il pizzo è sicuramente tra i più frequenti. Questo non si manifesta più come il semplice pagamento di compensi per ricevere protezione. Con esso si impongono merci, si guida il mercato, si crea una filiera del crimine nella piccola impresa”. Ma quella che, forse più di altre manifestazioni criminogene, è capace di nascondere il suo volto dietro normali attività imprenditoriali è sicuramente quella del riciclaggio. Ripulire il denaro proveniente dalle attività illecite ha sempre rappresentato una necessità per tutte le organizzazioni malavitose, che gli permette di reinvestire il denaro restituendolo al circuito legale. Di fronte all’immagine impietosa di una finanza che ha imposto in questo ultimo decennio il proprio predominio sull’economia reale, la mafia e i suoi surrogati possono sicuramente considerarsi dei precursori.
“L’allarme lanciato da Giuseppe Pignatone conferma le nostre forti preoccupazioni, che ribadiamo con forza da alcuni anni e che come Pd abbiamo evidenziato attraverso la stesura di un libro bianco ben dettagliato. ‘Non ci sono categorie prive di rischi’ dice a ragione Pignatone, non ci sono nel campo economico, finanziario e politico. Per questo motivo 1000 giorni fa abbiamo depositato una delibera antimafia redatta con associazioni, imprenditori e forze sociali, a firma delle opposizioni irresponsabilmente ignorata da Alemanno, anche dopo i vari appelli di personalità sociali e politiche – ha commentato Paolo Masini, consigliere comunale del Pd – Per lo stesso motivo abbiamo presentato l’adesione al codice etico di avviso pubblico-Enti locali contro le mafie. Anche in questo caso nessuna risposta dal sindaco. Noi continuiamo a fare la nostra parte, facciamo appello ai partiti affinché si dotino di strumenti concreti per evitare la presenza della malavita nelle liste elettorali ed episodi di voti di scambio. Il voto di preferenza rischia di essere bacino di incontro tra politica e malavita, come dimostrano gli ultimi fatti in Lombardia che hanno portato all’arresto di persone molto vicine agli ambienti capitolini.